19 Gennaio 2014
Un mix tra “Quei bravi ragazzi” e “Casinò”, ambientato nel mondo della finanza anziché in quello mafioso. I punti in comune con i due capolavori degli anni ’90 sono parecchi: DiCaprio, come Ray Liotta, sogna un mondo che non gli appartiene e vorrà farne parte a tutti i costi, fino alla distruzione della propria morale. Se in “Casinò” la trappola del denaro era legata al gioco d’azzardo e alla malavita, qui è legata alla borsa, alle speculazioni e ai raggiri. Non ci sono più le pistole e le minacce della mafia, ma i telefoni e le promesse di ricchezza dei broker.
Un mondo patinato, distorto, dove droga e sesso a pagamento sono vizi irrinunciabili, dove l’etica e l’amicizia non esistono. Squali, più che lupi.
Tutto è descritto in modo esagerato, iperbolico, i personaggi di Scorsese sono fumetti, potrebbero essere usciti dalla penna di Tarantino, tant’è che molti dialoghi sono di “pulpfictioniana” memoria (guardate il dialogo a cena tra DiCaprio e McConaughey). Un film dal linguaggio eccessivo, volgare, dalle scene forti ed esplicite, in cui il buon DiCaprio svolge un lavoro incredibile, interpretando un personaggio ricco di sfumature, odioso quanto adorabile, pallone gonfiato quanto eccellente e credibile nelle sue mansioni. Un mix di generi che ha come anima principale quella di una black comedy tremendamente sopra le righe, ma efficace e divertente fino alle lacrime.
La morale è scontata, come in “Casinò”, chi “troppo vuole nulla stringe”, e la sequenza finale fa riflettere su come il mondo sia popolato da boccaloni che cercano di diventare qualcuno a tutti i costi.
Gran lavoro anche per Jonah Hill, quasi un Joe Pesci della finanza (il personaggio caz*one della situazione), bellissima e famme fatale la 23enne Margot Robbie.
Scorsese si sbizzarrisce e si diverte come un ragazzino, utilizzando artifici narrativi di ogni genere, rivelandosi un regista lucidissimo ed un comunicatore incredibile. Se “Hugo Cabret” era una dichiarazione d’amore per il cinema, questa è una dichiarazione d’ amore per il suo lavoro.
Onore a te Martin e alla tua voglia di raccontarci storie con un’ arte fantastica.
Bella recensione. Un film esagerato, mastodontico, come dici tu volutamente tutto molto, molto esagerato e spinto verso l’eccesso. Usare l’eccesso per raccontare un mondo di eccessi, infondo, che male c’è? Quel mondo, non fatico a credere, che sotto , sotto, possa essere realmente così pacchiao ed eccessivo.