Recensione su The Witch

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Would you like to live deliciously? Satana in The VVitch -A New England Folktale- / 3 Maggio 2016 in The Witch

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

The VVitch -A New England Folktale- è il debutto alla regia di Robert Eggers. Il film, vincitore del Directing Awards al Sundance Film Festival, è di genere horror ed ha una trama che ruota attorno a una famiglia Puritana costretta a lasciare una comunità del New England per motivi religiosi. Trasferitasi in una zona vicina ad un bosco, la famiglia si scontrerà con il Male.

Troppo presto si scoprirà come, effettivamente, le forze maligne siano reali. Lo capiamo perché nel cinema nulla è lasciato al caso, lo capiamo ad esempio quando Robert Eggers si sofferma sugli animali, inquadrandoli in primo piano e avanzando con la mdp mentre una musica suggestiva cresce, lo capiamo quando il regista e sceneggiatore vuole suggerirci come il male non sia semplicemente frutto dell’immaginazione dei protagonisti. La regia di Robert Eggers è bella all’inverosimile, il gioco di luci e ombre è sensazionale, tutta la ricostruzione nel linguaggio e nei costumi è sublime. Purtroppo però questi sono elementi che passano in secondo piano se un film non racconta nulla. Infatti a livello narrativo, e soprattutto a livello concettuale, il film lascia parecchio a desiderare: il problema principale del film sta tutta nella narrazione di Robert Eggers, non si capisce dove voglia andare a parare. Se il suo scopo è quello di mostrare quanto la religione sia invadente nella vita dei personaggi del film, ha fallito (in parte); se lo scopo è invece quello di mostrare gli effetti devianti che produce la religione, ha fallito; se lo scopo era quello di fare una sorta di film-documento sulla vita dei Puritani non ha senso questa spirale di violenza causata da una strega e, presumibilmente, dal Diavolo.

Quello che è uno dei punti di forza del film, il crescendo di un clima di terrore e sospetto nella famiglia, viene smentito dalla natura realmente soprannaturale degli accadimenti. Vedendo il film, da subito, notiamo come il Male sia reale. Neanche l’effetto sorpresa dunque. Robert Eggers è riuscito, senza dubbio, a ricreare un’atmosfera di terrore e superstizione e, apparentemente, irrazionalità ma sbaglia chi sostiene come dietro il comportamento della famiglia puritana ci sia l’irrazionalità. Nel semplicismo del pensiero della famiglia c’è razionalità. Il loro comportamento È razionale, è quello che farebbe un Puritano nel 1600. The VVitch è un film con delle sequenze esteticamente magnifiche che allo stesso tempo non raccontano nulla. In una avviene il rapimento ed il sacrificio di Sam, un bambino non battezzato. La sequenza dovrebbe avere un significato importante, la famiglia in questione crede nel battesimo e crede che non battezzandolo possa finire all’Inferno (mi ricollego quindi alla razionalità, al fatto che i personaggi si comportino secondo dei ruoli stabiliti, si comportino come dei Puritani e dei credenti del 1600), ma questa sequenza è fine a sé stessa. Nello sviluppo narrativo e concettuale della trama non ha senso, la trama non si sviluppa da quell’episodio e non ha un significato importante. Lo spettatore si illude e si ricorda della scena solo perché viene sacrificato un neonato.

Certo, la ricostruzione storica e la regia tutta vi faranno sicuramente impazzire e pur continuando a non capire la nomea che il film si è fatto, non posso non elogiare: l’uso dell’inglese arcaico; il fatto che la primogenita Thomasin non sappia neppure scrivere il proprio nome perché l’istruzione delle donne dell’epoca era quello che era; l’accuratezza dei costumi; a livello della regia le carrellate in avanti, i primi piani sui volti, il gioco delle luci e delle ombre, l’uso delle luci naturali (il massimo dell’artificialità sarà la luce proveniente dalle candele).

Bello, bello tutto, seriamente eh, però tolto ciò?
Cosa ci resta?
Nulla!

Sfortunatamente durante il film ho provato l’allettante illusione della perfezione.
Al di là dell’isteria collettiva del nucleo famigliare e della sua origine in Satana non si capisce il motivo per cui tutto questo si sviluppi. Satana voleva una nuova adepta? Si sentiva generoso e voleva offrire a uno dei membri della famiglia l’opportunità di provare esperienze uniche in cambio della “dannazione” eterna (Dr Faustus docet)? E, soprattutto, qual è il motivo per cui dovresti passare dal Puritanesimo alla devozione a Satana dopo quello che Satana ha fatto a te e alla tua famiglia? Oltretutto in più occasioni sembra quasi che il personaggio femminile, una ragazza che sta attraversando la fase dello sviluppo e che è ancora troppo giovane per essere definita “donna”, sia incline alla malvagità in quanto donna. In linea di massima non l’ho trovato brutto, si lascia guardare e come dicevo stilisticamente è impeccabile, ma dietro il lavoro di Robert Eggers c’è tanta apparenza. Se di questo film qualcosa mi è rimasto impresso il merito sta tutto nell’ambiguità della famiglia, ambiguità che è portata alle estreme conseguenze nei minuti finali. Il che non è poco per un horror americano contemporaneo.
Un film da sei e mezzo

1 commento

  1. Stefania / 3 Maggio 2016

    Cééé, ma… sembra che ne abbiamo parlato in privato: abbiamo ragionato veramente sulle stesse identiche cose, paura! Perfino la sensazione di “film perfetto (fino ad un certo punto)”. Lo guardavo e mi sentivo perfino emozionata, pensando: “Epifania epifania epifania!” 😀

    Le sole cose che non mi hanno lasciato perplessa quanto te sono (ti cito):
    1. “(…) non si capisce il motivo per cui tutto questo si sviluppi. Satana voleva una nuova adepta? Si sentiva generoso e voleva offrire a uno dei membri della famiglia l’opportunità di provare esperienze uniche in cambio della “dannazione” eterna (Dr Faustus docet)? E, soprattutto, qual è il motivo per cui dovresti passare dal Puritanesimo alla devozione a Satana dopo quello che Satana ha fatto a te e alla tua famiglia?”
    Accettando una visione fideistica della questione, sì, Satana voleva una nuova adepta (che si sentisse “generoso”, non credo), più che altro gli interessava tentare una creatura potenzialmente purissima come Thomasin. In realtà, Thomasin è pura solo perché vive in un contesto in cui non può esprimere sé stessa, non perché è “scelta dal Signore”, è ignorante nel senso buono del termine, non conosce il male o la malizia perché è un’anima candida e questo candore, paradossalmente, le deriva dal contesto chiuso in cui vive. A differenza, invece, della sorella minore, il che è un piccolo controsenso, va beh: infatti, è dal confronto giocoso-perfido con lei che nascono i primi problemi. Mi è venuto da pensare che il Diavolo, negli intenti di Eggers, abbia usato i gemelli come vettori (a latere, purparlé, questo dettaglio mi ha fatto venire in mente un video dei QOTSA, Burn the Witch, che, nelle prime sequenze, con tutti i limiti del caso, racconta una cosa molto similehttps://www.youtube.com/watch?v=v7c187E5BxY ) . Inoltre, la povera Thomasin sembra avere buoni motivi per ribellarsi: la madre la vuole praticamente vendere/mandare a servizio per gelosia/perché vuole due soldi, il padre non fa niente per farle cambiare idea… Thomasin è spaventata e ferita e, nella sua follia, scorge chissà cose nelle cose trucide e misteriose che l’hanno coinvolta.
    2. “Oltretutto in più occasioni sembra quasi che il personaggio femminile, una ragazza che sta attraversando la fase dello sviluppo e che è ancora troppo giovane per essere definita “donna”, sia incline alla malvagità in quanto donna”
    Su questo, potremmo divertici a parlare per ore 🙂 Si reputa (la madre stessa lo pensa) che Thomasin sia “pericolosa” in quanto femmina, non donna e che, insomma, sia malvagia per natura, a prescindere dalla sua età anagrafica e dalla sua maturazione fisica. Non è raro, nella cultura dell’epoca, avere a che fare con le “streghe bambine”, per esempio 🙁

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