Recensione su The Witch

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Inveterata angoscia. / 20 Aprile 2016 in The Witch

Opera estremamente interessante di Robert Eggers ( al suo primo lungometraggio ), che affonda le radici nell’etnologia della Nuova Inghilterra del Seicento, in particolare di quelle pratiche occulte, come la stregoneria.
Quel vago senso di inafferrabile, e di oscuro, che aleggia nella pellicola, però, non deriva principalmente da tali aspetti, in quanto la componente soprannaturale esercita sin da subito la sua influenza, esacerbandone le sfumature, e non offrendo così uno spaccato in bilico tra leggenda e realtà. Mossa azzardata, in quanto incline a levigarne le ambigue scabrosità; eppure queste, paradossalmente, continuano, aspre, ad irruvidirne le forme. E da tale matassa si dipana una peculiarità degna di essere ammirata, che sebbene incarni la convenzionalità e la costumanza del genere, con tutti i crismi ( e le sue simbologie ), non le esorcizza, strizzando l’occhio ad una primigenia paura.

2 commenti

  1. Stefania / 20 Aprile 2016

    Come ho scritto altrove, è la coesistenza dell’elemento soprannaturale con la forza della suggestione che mi ha lasciato perplessa: non che uno debba escludere l’altra, ma, vista l’articolazione del racconto, il fondamento di questo film sembra debba essere la sola suggestione, per l’appunto. Quindi, non afferro l’ “esperimento” di Eggers.

  2. inchiostro nero / 20 Aprile 2016

    Non credo neanche di averci pensato, nel corso della visione, ad una sorta di ”fraudolenza” del regista in termini di suggestione. E’ vero, anzi, verissimo, che ci gioca su, ma l’angoscia derivante dagli avvenimenti ( almeno per quanto mi riguarda ) ha origine da un’atavica paura presente nell’uomo, che sia suggestionato o meno. E in questo Eggers vi riesce.

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