12 Ottobre 2020
Premetto che non sono un gran conoscitore\fruitore del genere horror. Mi sto avvicinando con prudenza, in punta di piedi.
Tuttavia, mi aspetto qualcosa di diverso da un horror.
Non mi ha messo paura o inquietato, se non in una singola scena. Quindi, se horror = paura\inquietudine\tensione, “The Witch” non rispetta propriamente quest’equazione.
Detto cioò, è comunque un film molto godibile ed interessante. Ho apprezzato la fotografia ed i dialoghi in modo particolare. La storia in sé non mi ha trasmesso gran curiosità, anche se il fatto che abbia come spunto racconti popolari e diari del passato è un fatto interessante.
Inoltre, il finale vale la visione di ogni minuto di questo film!

Al di là del finale (che, secondo me, è la cosa più horror e, paradossalmente, quindi, la più incerta del film, tanto da vanificare le belle premesse), a parer mio, The Witch è un buon thriller psicologico e d’atmosfera, perché (almeno inizialmente) sfrutta diversi temi cari ai classici del genere horror (la paranoia, l’ossessione religiosa, la concezione del femminino come strumento diabolico, ecc.), senza far ricorso alla messinscena del sovrannaturale, ponendoli all’interno di una cornice storica affatto banale (non siamo in un castello in Transilvania o nel laboratorio di uno scienziato pazzo, ma in un Nuovo Mondo in fasce, dove sono state trascinate e si amplificano antiche paure e superstizioni provenienti da un altro continente).
Sì, probabilmente guardando il film dall’angolo visuale del genere – o sottogenere – thriller psicologico, le conclusioni risultano molto diverse. E’ chiaro che ho guardato il film con aspettative altre e con ogni probabilità me ne sono fatto condizionare.