The Wire / 4 Marzo 2011 in The Wire

La HBO si è sempre distinta per la qualità del materiale proposto. Ideata da David Simon, ex cronista di The Baltimore Sun, e Ed Burns, ex detective ed ex insegnante di scuola, The Wire è spesso considerata (da critici e pubblico) la migliore serie televisiva mai prodotta ed è molto amata negli Stati Uniti. Il disprezzo totale per lo spettatore occasionale non gli fece avere grande successo durante la messa in onda, motivo per cui il progetto venne chiuso. In seguito, dopo l’uscita in DVD, la serie ha ricevuto il riconoscimento dovuto mostrandosi in tutta la sua grazia. The Wire rappresenta un esempio significativo e quasi unico, contrapposto al flusso dei media sempre più degenerativo, di come la televisione dovrebbe essere. 60 ore di pura narrativa, senza inizio né fine. Si ha l’impressione di essere catapultati direttamente sulle strade della città di Baltimora e di essere resi partecipi della sua vita con tutti i nessi e connessi. Dai politici agli spacciatori, dai senza tetto alla D.A., dai giornalisti ai lavoratori portuali, dagli insegnanti alle prostitute non ci sono protagonisti, tutti i personaggi sono importanti ed ognuno di loro, consapevolmente o no, fa la parte destinatagli nel gioco (the game), il tema cardine dell’intero film. Non si esprimono giudizi bensì si esplora e si osserva (tramite anche le intercettazioni, tanto per onorare il titolo) il maestoso tappeto di relazioni umane che, man mano che prosegue la storia, si stende magistralmente. E’ uno di quei film che fa pensare, anche per molto tempo dopo la sua visione. Astenersi gli snob perché è nudo e crudo come la realtà stessa. Cheers e naturalmente “keep it in the hole, down in the hole”.

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