7 Recensioni su

The Visit

/ 20156.4227 voti

Incredibile! Un film di Shyamalan non noioso! E fa pure paura / 30 Luglio 2018 in The Visit

Come annunciato da titolo, la prima sorpresa sono stati i ritmi narrativi…chi conosce il regista (The Sign, il Sesto Senso , Unbreakable…) sa che in genere metà del film se ne va in monologhi /dialoghi soporiferi…
Ecco perchè ero restio alla visione. Invece no, stavolta i tempi sono ben calibrati , non ci sono troppe pause da effetto camomilla. Ci sono invece parecchie scene inquietanti , come non vedevo da parecchio tempo in un film horror.
La trama è abbastanza easy , avevo capito il finale dopo 10 minuti…ma questo non cambia nulla sul film , perchè ciò che viene raccontato è spesso inquietante e inaspettato…
Il miglior horror per il sottoscritto dai tempi dell’Esorcismo di Emily Rose…anzi,forse addirittura meglio.

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Non sufficiente ma in fondo non tutto da buttare. / 8 Aprile 2018 in The Visit

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Come ho già scritto altre volte nutro un odio profondo per i film girati in stile documentaristico(mi sembrano ripresi con le videocamere comperate nei centri commerciali), però tutto sommato questo film non è tutto da buttare, alla fine si lascia anche guardare, il problema è che non mantiene ciò che promette all’inizio, la prima parte è intrigante, si rimane incuriositi da tutte le stranezze che accadono ma poi si rimane delusi nella seconda e imbarazzante parte(l’epilogo delude moltissimo).
Continuo a ritenere Shyamalan un ottimo regista(l’atmosfera e la fotografia sono la parte migliore del film, così come la recitazione dei due anziani, molto inquietante) ma trovo che a volte sfrutti male il suo talento.
Ci sono poi alcune perle trash che fanno sorridere(tipo il pannolone pieno di me**a sbattuto in faccia dal nonno al povero nipote).

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DAI NONNI MI SONO SEMPRE ANNOIATO / 5 Settembre 2016 in The Visit

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

E’ sempre tortuoso parlare dei film di M. night Shyamalan.
“The visit” è un film strano…che può piacere e non piacere per gli stessi motivi. La trama c’è ma è impalpabile…non so spiegarlo bene ma è come se si costruisse minuto dopo minuto. Più che orrore questo film trasmette disagio costante (ogni volta che Becca entrava nel forno stavo in ansia) e la soggettiva permette un immersivita maggiore a discapito della coerenza. I limiti del falso documentario sono ormai noti e anche qui abbiamo tutto il campionario classico (camere mai abbandonate, nemmeno durante una rissa e cose così). Detto questo il pretesto per fare il documentario c’è e funzionicchia abbastanza.
Quello che impressiona veramente è la bravura dei due “nonni”…inquietanti da morire e spettacolari nella loro presenza scenica.
il film spaventa ma a dir la verità la paura è per lo più nelle nostre testoline grazie alla tensione costante di aver a che fare con tipi imprevedibili.

Il colpo alla Shyamalan arriva e lascia il segno come al solito, anche se…dai, diciamocelo francamente…era prevedibile…una settimana e non hanno mai allungato 20 euro ai nipoti…che nonni sono???

Scherzi a parte un 6,5

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Parere diviso…. / 8 Dicembre 2015 in The Visit

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sono diviso dal dare un giudizio: per certi versi molto intrigante, suspence a sufficienza, storia originale… per altri versi mi aspettavo di più, più tensione e più shock… nell’insieme piacevole, le mie deduzioni cambiavano scena dopo scena, fino alla fatidica frase della madre detta da Skype (SPOILER—-> “…ma quelli non sono i vostri nonni!!!”) e io cosi… °_°
Non so dare un voto, ma resto sulla sufficienza! 6,5

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Una trepidante visione. / 7 Dicembre 2015 in The Visit

L’ultimo lavoro di Shyamalan, considerato dalla critica e da una buona fetta di pubblico come il gran ritorno del regista, dopo film non particolarmente riusciti, o diametralmente opposti al suo modo di intendere cinema, affascina per il suo volersi mettere in gioco con un limitato budget ed un uso del found footage che dona al film una tensione visiva degna di tale nome, sebbene ricalchi un genere ormai convenzionale.
La psicologia dei personaggi è ben curata, e il lato commedia riesce sia a stemperare che ad alimentare l’ansia derivante dagli avvenimenti, e in questo Shyamalan è un gran maestro, ma se l’inquietudine si fa strada nella mente e nel cuore dello spettatore, come subdola aspide nel fosso, il lato horror fatica a starle dietro, risentendo di alcuni cliché o stereotipi.
L’intrattenimento, però, è garantito, e per buona parte della pellicola si riesce a scorgere lo Shyamalan del Sesto Senso.

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paura e metacinema / 28 Novembre 2015 in The Visit

Uh, quanta tensione visuale, ma anche narrativa! Shyamalan Returns, questo dovrebbe essere il sottotitolo del film, anche perché tutti i critici ormai vi si riferiscono così. Dopo le sbandate più blande nel campo del fantasy e della fantascienza, torna all’horror concedendosi persino una vena maligna e disincantata. I due ragazzini protagonisti sono aspiranti artisti, e la ragazza è una videomaker: quasi tutto il film è composto in realtà dai filmati girati da lei, e l’ambiguità metacinematografica contribuisce alla paura.
Il marchio shyamalaniano del colpo di scena non delude affatto, e chi l’ha capito subito peggio per lui/lei.

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L’orrore quotidiano / 28 Novembre 2015 in The Visit

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Con questo lavoro, Shyamalan si è divertito a creare una struttura narrativa in grado di suggestionare il pubblico, facendogli percorrere più strade, lasciando che si smarrisca tra diverse suggestioni cinematografiche, dal mockumentary allo slasher di antica maniera, passando per la truce fiaba tradizionale (come non pensare ad “Hansel & Gretel”, per esempio, davanti alla reiterata scena del forno?)

Ciò che ho apprezzato maggiormente in questo film è il fatto che, pur suggerendo chissà quali possessioni o fatti di natura ultraterrena, l’orrore evocato non sia legato ad eventi soprannaturali, ma ai tortuosi cortocircuiti della psiche umana e, quindi, alla quotidianità: non sono fantasmi o presunte entità incorporee a “fare del male”, ma creature in carne ed ossa minate da tarli mentali, capaci di usare il proprio corpo (e con ciò intendo il proprio peso, la propria forza) per arrecare più o meno consciamente dolore a terzi.
Anche sui due ragazzini, in un paio di occasioni, aleggia esplicitamente un’inquietante resa psicologica.

Un elemento che mi ha fatto apprezzare ancora di più il film è l’ironia che lo sottende: pur sopra le righe e incredibilmente “svegli”, i due ragazzini protagonisti, per l’appunto, sono la chiave di volta del mood del racconto, sorta di “amici di Scooby-Doo” dei giorni nostri.
Tyler, in particolare, stempera in maniera quasi surreale alcuni momenti del film (e la sua trovata di sostituire nomi di cantanti pop alle imprecazioni mi ha divertito davvero).

Nel complesso, è un film gradevole, con tanto di efficace “colpo di scena à la Shyamalan”.

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