Recensione su L'immensità della notte

/ 20206.733 voti

(Soc)chiudi gli occhi e ascolta / 29 Giugno 2020 in L'immensità della notte

Dunque, questo Andrew Patterson spunta dal nulla e scrive (insieme a un altro signor sconosciuto, Craig W. Sanger), dirige e monta questo film muy muy interessante che risponde al titolo di The Vast of Night (L’immensità della notte, per il mercato italiano) che, dopo qualche felice passaggio in vari festival, è stato acquistato da Amazon per essere pubblicato su Prime Video.

Stando alla sua scarna biografia, l’unica esperienza di Patterson in ambito cinematografico è quella di ex proiezionista al liceo.
Eppure, il suo film d’esordio ha il piglio di un cineasta ben più navigato. Ma, forse, è proprio l’ “inesperienza” di Patterson a rendere The Vast of Night così originale e speciale, a dispetto degli echi di altri film di genere (oltre ai classici della fantascienza cinematografica e televisiva degli anni Cinquanta e Sessanta, Ai confini della realtà obviously, e una certa parte della filmografia di/in stile Spielberg, io non ho fatto che pensare all’horror Pontypool, sicuramente per via dell’importanza narrativa della radio).

Al di là dei pregevoli piani sequenza, reiterati ma, in fin dei conti, necessari e funzionali alla narrazione, non puro vezzo, per intenderci, The Vast of Night si distingue per un uso raffinato della fotografia e delle inquadrature, studiate per valorizzare l’aspetto narrativo del film. Praticamente, non ho idea di che faccia abbiano i protagonisti. Di Fay (Sierra McCormick), so che ha una coda di cavallo e una gonna a ruota. Di Everett (Jake Horowitz) conosco gli occhiali da vista. Alcuni dei passaggi migliori del film si basano sull’uso delle voci (vedi, le telefonate di Billy e Mabel).
Paradossalmente, pur usufruendo di un mezzo visivo e spendendo il suo virtuosismo in scelte tecniche ed estetiche incentrate sul senso della vista, Patterson sembra dire: il pericolo arriva dall’etere, si diffonde sulle onde sonore. Quindi, ascoltate e immaginate.
Come all’epoca de La guerra dei mondi di Orson Welles.

(Sette stelline e mezza)

Lascia un commento