Recensione su I corrotti - The Trust

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fino ad oggi il voto medio su Nientepopcorn era 3,8 / 16 Novembre 2018 in I corrotti - The Trust

The Trust diretto da Alex e Benjamin Brewer (quest’ultimo lo scrive pure) con Nicolas Cage ed Elijah Wood. Di Alex e Benjamin Brewer si conosce molto poco, hanno dei trascorsi nel mondo dei videoclip e poi qualche anno fa se ne sono usciti con questa bomba dalle atmosfere alla Mann ambientata a Las Vegas. A The Trust io ho voluto molto bene un po’ perché c’è Cage che ancora nel 2018 le persone ridono su di lui e anche basta e un po’ perché il film è un film di rapina e quindi tutto fila liscio come l’olio più buono del mondo cioè quello Sabino. La punteggiatura? Me l’ha rubata Elijah Wood.

Dicevo, un film di rapina che prende vita proprio grazie a Cage dopo anni di tiritere e passaggi di sceneggiatura da una casa all’altra.

Un briciolo di trama? Un briciolo di trama:
l’agente di polizia di Las Vegas Jim Stone (Cage) contatta il suo collega, il sergente David Waters (Wood) più impeganto a spaccarsi di drogaina e a scopare che a risolvere i casi, per fare un colpo. IL colpo, quello che ti mette la vita a posto e ti fa andare via dal buco di c**o in cui vivi. Quanto Nicolas Cage c’è nel ruolo che interpreta? Tanto. Jim Stone non è felice ma lavora duro. Jim è un professionista, serio e preparato, che lavora duro per fare bella figura con suo padre (Jerry Lewis) e con il dipartimento ma che al dipartimento nessuno si incula. Questo signore e signori è Nicolas Cage ed interpreta sé stesso, un uomo che da solo potrebbe far funzionare metà del dipartimento (vedi sotto la voce Hollywood) ma che la prende nel c**o e per vivere è costretto a farti Uss Indianapolis perché la vita è bella solo per Benigni. Ma Stone, proprio come il Detective Stone di Hauer, è a suo modo un duro e resiste come può. Un giorno, per caso, nota qualcosa. Nessun altro l’ha notato, perché a nessuno frega nulla, ma lui capisce come può fare un sacco di soldi. Decide che per una sola volta si può passare dall’altra parte della barricata e fare il criminale. Poi magari ci si vede al Paradise con Carlito Brigante, chi lo sa?

Noir Metropolitano in cui Las Vegas diventa non solo lo sfondo della vicenda, ma anche protagonista vera e propria della storia, nel film vediamo una Las Vegas fatta di emarginati. Non so voi ma quando penso a Las Vegas la prima cosa che mi viene in mente non è Elvis e neppure Casinò di Martin Scorsese, penso a quattro scappati di casa che cercano di cambiare il proprio futuro scommettendo alle macchinette. Mi vengono in mente gli episodi di C.S.I, tutti episodi ambientati in un posto tristissimo dove la polizia acchiappa anche i mafiosi ma principalmente disadattati che si scommettono la moglie a dadi e che si ammazzano o si indebitano per salvare le apparenze. Perdonate l’offtopic e torno al film.

Alcune sequenze mi hanno ricordato veramente il miglior Mann, l’opera punta un sacco sui colori, sulla fotografia e su un sacco di dettagli. Magari un po’ d’azione in più, quella con la A maiuscola avrebbe fatto fare i soldi pure alla produzione, ma per me questo rimane un film da vedere assolutamente.

Film stronzissimo ai neon
DonMax

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