26 Marzo 2021 in Il processo ai Chicago 7
Ottimo “courtroom film”, film ambientato in tribunale, con tempi perfetti, grandi attori nella parte (tranne forse il grandissimo in altri ruoli Eddie Redmayne) un po’ di sana retorica hollywoodiana ben dosata (quasi tutta nel finale).
Otto attivisti contro il Vietnam, radunatisi a Chicago nel 1968 in concomitanza con la convention Democratica, vengono processati l’anno dopo (durante la presidenza Nixon), accusati di cospirazione e di avere violato un’allora recente legge che vietava di attraversare un confine federale con l’intento di istigare scontri. Uno di loro, uno dei due leader delle Black Panthers, è totalmente estraneo agli eventi, dato che durante la convention è passato da Chicago, ha fatto un discorso e se n’è andato dopo 4 ore. Il suo ruolo nel processo verrà stralciato, ma solo dopo che avrà passato giorni in aula legato e imbavagliato (nel film solo qualche minuto) e si farà comunque 4 anni di carcere per oltraggio alla corte.
Il film alterna scene del processo alla ricostruzione degli eventi e alle serate degli imputati, con brani dei discorsi che uno di loro, Hoffman (Sacha Baron Cohen), teneva da un palco durante il processo e in cui raccontava con sarcasmo come stava andando.
La sceneggiatura del film mi è sembrata impeccabile, con i diverbi e le trovate degli imputati in aula che rendono anche i momenti del processo molto vivaci e tesi.
Il film è necessariamente manicheo, i nostri imputati sono i buoni, mentre il procuratore generale che ha voluto il processo, il giudice e l’accusa sono il MALE assoluto, tranne uno dei due avvocati, che dimostra quanto meno umanità e pare perplesso quanto gli altri dall’atteggiamento del giudice (Joseph Gordon-Levitt, che mi sono sempre chiesta perché abbia deciso di fare l’attore e non l’impiegato…). Giudice che da solo fa il film, nella sua sfacciata parzialità e nel suo essere totalmente incapace di ironia, umana comprensione e senso del proprio ruolo (fu in seguito definito “inqualificabile”).
Le trovate comiche (quasi tutte vere) dei Chicago 7 in aula giocano il loro bel ruolo nel dare vivacità a un film che risulta avvincente, con personaggi ben costruiti, ognuno con un proprio carattere e proprie peculiarità.
Godibilissimo e nel contempo capace di ricostruire il clima di un’epoca in cui l’idea di pacifismo appariva eversiva oltre che illegittima.
