Recensione su L'albero

/ 20107.018 voti

16 Dicembre 2012

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Non sapendone nulla, mi trovo tra le mani questo film così fottutamente australiano che quasi mi sono commosso. Una famiglia vive nella (riconoscibilissima e sterminata) campagna australiana, tra campi e bush. Il padre muore d’infarto, restano la moglie Dawn, che è quella mascellona della Gainsbourg, e i suoi tre o quattro figli. Non ricordo ma non importa, perché quella che conta è la piccina, Simone, che si convince che lo spirito del padre le parli tra i rami dell’enorme fico che affianca e sovrasta la loro casa. Spazi senza fine e natura a perdita d’occhio, case messe in piedi per miracolo, gli australiani son gente alla buona, ci mancavano solo i canguri (però si vede un wallabe) e sarebbe stato uno spottone magnifico. Dawn (è curioso come in quasi tutti i film aussie che vedo ci sia la protagonista che si chiama Dawn, è già il secondo o il terzo, al di là del significato del nome) dapprima cade nella depressione, lasciando perdere tutto. Poi cerca di rifarsi una vita, con l’idraulico del paese (magari il paese stava a 70 km da casa loro, poteva benissimo). L’unica a non rassegnarsi, e che a tutti i costi non vuole fare abbattere l’albero, anche quando sta diventando un pericolo per la casa, è appunto Simone, quella per cui il distacco dal ricordo paterno e l’accettazione del prosieguo della vita più è difficile. L’alberò alla fine cade per cause naturali e la casa è distrutta, a segnare il momento di ripartenza per tutta la famiglia. Il tutto con sensibilità e intimismo, osservando le reazioni umane alla perdita della persona amata.

2 commenti

  1. suzycrash / 8 Febbraio 2014

    Aggiungerei che il film ha una notevole colonna sonora. Mi ero segnata un brano in particolare, che non riesco più a trovare… qualcuna-o è in grado di scrivermi la lista dei pezzi?

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