La cosmogonia di Malick / 4 Giugno 2011 in The Tree of Life
Finalmente sono riuscito a vederlo. Ci tenevo particolarmente dal momento che di Malick ho visto tutto e che considero “La rabbia giovane” un film perfetto. Ora, da “La rabbia giovane” a “The tree of Life” sono passati quasi 40 anni e 3 film, ma alcuni tematiche tipiche del regista sono ancora ben presenti. Quest’ultimo film, giustamente premiato a Cannes, doveva essere la sua opera migliore e forse non lo è, ma resta un film profondamente soggettivo, un sunto della sua visione della vita, un film evocativo in cui si gustano le immagini, si ascoltano le musiche, si osserva in maniera quasi naturalistica ciò che accade ai protagonisti. Dalla creazione dell’universo al concetto di Aldilà e di Dio, Malick mette insieme tutto (anche i dinosauri, che qualcuno ha trovato ridondanti, secondo me hanno il loro perchè) e firma un racconto filosofico e personale. E’ sbagliato gridare al capolavoro, ma non si può trascurare un’opera come questa, ridurla ad un film come tanti. E’ in sala e quindi accessibile a tutti, ma non è un film per tutti. E’ per chi Malick lo apprezza per il suo stile introverso e meditativo. Personalmente, la digressione sulla genesi del mondo, tanto criticata dai critici (scusate la ripetizione) è funzionale all’evento della nascita e lo carica di potenza, tanto da renderlo un momento quasi commovente.
Un bravo anche a Brad Pitt, maturo nelle scelte e azzeccato nel ruolo del padre aspro e freddo.

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