Caro Malick… / 2 Marzo 2012 in The Tree of Life
non ti conosco, e poiché alcuni amici di cui di solito apprezzo gusti e valutazioni scrivono di te in un certo modo, mi riprometto di approfondire il tuo lavoro. Tuttavia non cominciamo bene questo incontro.
Ci ho impiegato 5 giorni per vedere The Tree of Life, e non certamente di seguito, diciamo un quarto d’ora-30 minuti al massimo alla volta. Wow! E sì che sono una che si ciba di veri “polpettoni” (mi dicono). Dunque cosa c’è che non va nel tuo film, Malick?
– Forse che non si capisce bene dove vuoi andare a parare? Volevi parlarci della scoperta di dio di Jack? O volevi proporci un ennesimo ritratto di un rapporto padre-figlio difficile e di un madre bella ma inconsistente come una figurina di carta? O la tua intenzione era un’opera filosofica sul senso (?) della vita?
Vedi
– non è che basti mettere qualche frase sussurrata per comunicare il senso del sacro
– e non basta nemmeno per fare gli “intimisti”
– e non è che basti qualche digressione sulle origini della vita biologica per fare un discorso su dio
– non è che basti buttare lì delle frasi fin troppo catechistiche per affrontare il tema della religiosità nelle sue forme convenzionali e non
– e non basta mettere qualche schizzo di colore (più alla video-art che altro) per parlare di spirito (in contrapposizione alla materia, alla forma?)
– e non basta muovere la macchina a mano per fare un film d’autore
– e non basta soffermarsi su dettagli bucolici, o inquadrature macro, o montaggi azzardati, o fotografia curata per parlare di – e soprattutto fare – poesia…
Insomma, cosa volevi ottenere… a parte annoiarci fino all’inverosimile, comunicando un certo considerevole quantitativo di “pseudo-profondità” infarcita di luoghi comuni e soluzioni scontate…?
…magari se ci mediti un po’ su…
P.s.
Più vedo Brad Pitt e più lo considero un attore notevolissimo, alla faccia di Hollywood e “necessarie marchette” a parte.
Ah, Terrence, dimenticavo: se nelle riprese di Jessica Chastain volevi per caso, anche solo vagamente, rifarti alla lezione di Tarkovskij con la sua Margareta Terechova, beh, come dire, ripassa…

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