Recensione su Il tredicesimo piano

/ 19997.291 voti

“In my dreams I was drawning my sorrows, but my sorrows had learnt to swim” – U2 (“Until the End of the World”) / 30 Novembre 2013 in Il tredicesimo piano

Di Matrix, con cui è impossibile non fare il paragone, non ha le pretese filosofiche (spicciole) e manca di quell’estetica vagamente sofisticata che è il marchio di fabbrica del blockbuster dei Wachowski.
Però, parla esattamente delle stesse cose, déja-vu compresi, con minor afflato “sociale”, forse (anche se di questo potremmo parlarne, dato che, con diversi anni di anticipo, ha affrontato argomenti che con “Second Life” ed i social network sarebbero diventati di forte attualità di lì a poco), ed ha il grande pregio di rispolverare con grazia ed un buon ritmo il genere noir, inserendovi la componente tecno-futuristica con scioltezza ed in maniera originale.
Peccato che, all’epoca, sia passato così inosservato e che film pessimi (e pressoché contemporanei) come Johnny Mnemonic vengano ricordati maggiormente, quando si affronta il discorso degli altro-mondi virtuali in ambito cinematografico.

Lascia un commento