Survival Family

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Survival Family

Film ispirato a fatti realmente accaduti. Tokyo. La metropoli è vittima di un improvviso blackout: non funziona nessuna forma di approvigionamento energetico. Perciò, niente corrente elettrica o acqua potabile nelle case, auto, treni e metropolitane fermi, telefoni fissi e cellulari non operativi. Le scuole chiudono, gli uffici si fermano. Le autorità sembrano impotenti. Come si sopravvive a un fatto del genere? Una famiglia prova a lasciare la città.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: サバイバルファミリー
Attori principali: Fumiyo Kohinata, Eri Fukatsu, Yuki Izumisawa, Wakana Aoi, Saburo Tokito, Norika Fujiwara, Takuro Ohno, Jun Shison, Miyabi Matsuura, Kentaro Tomita, Shunpei Kawagoshi, Seina Nakata, Akira Emoto, Yasuo Daichi, Mickey Curtis, Masashi Arifuku, Yuu Tokui, Eri Watanabe, Yoji Tanaka, Shin Takuma, Daikichi Sugawara, Haruka Uchimura, Tokie Hidari, Yoshiyuki Morishita, Miki Hayashida, Mostra tutti

Regia: Shinobu Yaguchi
Sceneggiatura/Autore: Shinobu Yaguchi
Produzione: Giappone
Genere: Orientale, Drammatico, Commedia, Disaster
Durata: 117 minuti

Dove vedere in streaming Survival Family

Migranti energetici / 4 Marzo 2022 in Survival Family

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Riflessioni sparse)

Benché il film giapponese Survival Family si esprima perlopiù in forma di commedia, il lungometraggio di Yaguchi Shinobu è un dramma apocalittico in cui, oso dire, ai migranti economici/in fuga da conflitti bellici/climatici si sostituiscono nuovi transfughi, che definisco migranti energetici, persone alla ricerca di un luogo, in Giappone, in cui energia elettrica e acqua corrente potabile siano normalmente disponibili.

Il misterioso blackout che ha colpito improvvisamente l’arcipelago asiatico non ha una spiegazione logica e/o scientifica (il film non ne fornisce nessuna, dichiaratamente).
Nel suo sviluppo, il racconto di formazione e “redenzione” della famiglia protagonista sottende un messaggio abbastanza preciso: abbandonare i parossismi di una civiltà ipertecnologica e iperconnessa, a favore di una vita a misura d’uomo (reale e non virtuale), basata sull’esperienza diretta, su manualità e spirito d’ingegno, alla (ri)scoperta di ritmi circadiani, abitudini, interazioni e abilità dimenticate, se non sconosciute.

Credo che il film di Yaguchi sia una critica diretta alla duale società giapponese, in cui, straordinariamente, convivono moderno e antico, ma dove la tecnologia è sempre sul punto di diventare tecnocrazia. Il regista e sceneggiatore nipponico suggerisce che il popolo giapponese sembra aver dimenticato di avere una millenaria tradizione culturale legata intimamente alla Natura e a uno stile di vita e di pensiero che si basa sulla reciproca collaborazione e che rigetta ciò che è superfluo.

Nel film, stupisce l’assenza di violenza. Nonostante il caos legato alla mancanza di beni di prima necessità, il film evita accuratamente la rappresentazione della follia che potrebbe caratterizzare questo tipo di situazioni e preferisce raccontare soprattutto gli aspetti “positivi” del dramma, come la reciproca assistenza.

Nota curiosa (per me): la famiglia di ciclisti ben equipaggiata in cui si imbattono i protagonisti sembra il team di un robottone, con tanto di divise con i classici colori della situazione, rosso per il leader, rosa per l’elemento femminile, ecc. (peccato che non possa confermare esattamente la tesi, dato che la squadra è composta da 4 unità e non dalle canoniche 5).

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una vita nuova / 8 Maggio 2017 in Survival Family

Un blackout mondiale costringe a riscoprire un vivere diverso, niente acqua corrente ed elettricità un famiglia parte da Tokyo in bici per dirigersi nella campagna a casa del nonno materno, sulla loro strada impareranno a collaborare e ad essere una famiglia unita. Il blackout è solo un pretesto per raccontare l’alienazione che spesso porta con se la tecnologia infatti non capiamo ne perché avviene ne come mai finisce e anche la violenza che un fatto del genere di solito comporta viene del urto accantonata.

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