Recensione su La forma dell'acqua - The Shape of Water

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Sorry, next / 20 Marzo 2018 in La forma dell'acqua - The Shape of Water

Scusate ma non riesco a capire tutto l’hype che si è creato intorno a questo film. Ho sentito recensioni stratosferiche, iperboli su iperboli, che probabilmente hanno pompato le mie aspettative, che ovviamente poi sono state disattese. Senza tener conto della critica osannante, è un buon film, molto curato, con ottime interpretazioni. Ma finisce lì. E’ una Bella e La Bestia 2.0, non vedo la novità, non capisco il motivo di tutta questa celebrazione. Il film dura due ore ma tutto decolla solo dopo la prima metà, e la lentezza iniziale non viene sfruttata per descrivere per bene l’evoluzione del rapporto d’amore tra la creatura e la protagonista: li vediamo mangiare uova sode, accennare un balletto, ma poco viene detto su di lei e nulla su di lui. tutto nasce così, nella vasca da bagno di lei, mentre lo fa marinare nell’origano. Prima lui scambia il gatto dell’amico gay per un bigmac e in qualche scena successiva ne accarezza un altro con riverenza. I personaggi principali sono tutti piatti, l’unico che mostra un certo spessore è il cattivo. Non è nè più nè meno di un bel racconto, neanche il più originale, dove ti fai bastare le poche informazioni che ti vengono date su circostanze e personaggi e vedi come va a finire. ok, quindi? Non credo che questo sia il film dell’anno, che non sia stato fatto di meglio solo in questi mesi. E’ un bel prodotto commerciale, che raschia la superficie dei temi di cui invece dice di farsi ricco. Anche no. E l’asciugamano messo ai piedi della porta del bagno che te lo sigilla che manco il Saratoga? E i rischi per la salute di fare all’amore con un mostro della palude? Non ci siamo. 6 solo per la bellezza della locandina.

7 commenti

  1. Noloter / 20 Marzo 2018

    Tutto giustissimo. Beauty&theBeast con il mostro della laguna nera al posto del principe peloso. Tale as old as time dopotutto.

  2. Stefania / 21 Marzo 2018

    Non è il film dell’anno (bastassero gli Oscar, per attribuire questo titolo… 🙂 ) e non è un film impeccabile, ma non è sicuramente un film che pretende di spiegare ogni cosa, perché, come dici anche tu (è “una Bella e La Bestia 2.0”) è una favola 🙂 Ben vengano le favole, quindi, se si propongono di raccontare una storia classica con qualche spunto di attualità (intolleranza, discriminazione, ecc. a cui Del Toro strizza, questo sì, un po’ pedestremente l’occhio in quanto messicano, indi fra i reietti di Trump), ricordandoci che, inevitabilmente, in questa società contraddittoria, non c’è proprio niente di nuovo, purtroppo (ecco, quindi, anche l’uso del citazionismo cinefilo esplicito: niente cambia, mentre tutto cambia).
    Ho capito la tua rilettura ironica del film (“tutto nasce così, nella vasca da bagno di lei, mentre lo fa marinare nell’origano”: 😀 esatto), ma perché, per esempio, dovremmo sapere qualcosa di lui, qualcos’altro di lei, perché dovremmo preoccuparci delle malattie trasmissibili dai mostri acquatici? (altro 😀 ) La forma dell’acqua è un film romantico, nell’accezione più ampia del termine: in quanto tale, in quanto film di genere, intendo, è più che lecito che non possa incontrare il favore di tutto il pubblico, ovviamente, ed è lecito anche criticarne i (vari) difetti. Però, è anche cinema che parla romanticamente di cinema con un linguaggio postmoderno e, secondo me, non lo fa tanto male. Perciò, mi sembra un atto scortese dargli 6 “per la locandina”. Magari, dagli un voto inferiore, ma non umiliarlo così 😀

  3. allan / 21 Marzo 2018

    @stefania va bene allora diciamo che tra i film di genere romantico non è il mio preferito nè quello che secondo me spicca per originalità o sensibilità della trama 😉 . Ho scritto che è un buon film, e magari ho esagerato scrivendo che gli ho dato la sufficienza solo per la locandina, ma possiamo interpretarlo come una sorta di sineddoche per riferirmi alla fotografia del film in generale, ammetto che visivamente risulta molto gradevole 😛 . Inoltre mi sta bene anche che non spieghi tutto, non credo debba essere un requisito che faccia di un film un buon film, ma se questo zoppica già per altri motivi non aiuta di certo. Diciamo che sono così ipercritico perchè davvero sono stato pompato per settimane da trailer, radio, tv, recension, che mi hanno fatto credere chissà cosa e hanno portato le mie aspettative alle stelle, quindi ho fatto caso ad ogni particolare e forse non me lo sono goduto col giusto spirito.

  4. Harlan Draka / 21 Marzo 2018

    Purtroppo l’aspettativa si muove, a volte troppo, su frequenze che attengono a logiche di mercato. Tutta la pubblicità che è stata fatta, ha sicuramente alimentato l’attesa. Su questo sono d’accordo anche io.
    Infatti, spesso ho preso delle cantonate incredibili sull’onda di un mega super trailer… 😀

    Personalmente, ho guardato una bella favola e per me resta questa la spina dorsale del film, il suo punto di forza.
    La semplicità dei suoi ingranaggi ha reso questa pellicola una piccola perla romantica. Forse l’ennesima all’appello, ma non per questo meno brillante di altre.
    Poi, per carità, ben vengano le critiche perché aiutano a ragionare e a confrontarsi. L’arte non è una scienza ed è giusto così ! 🙂

  5. inchiostro nero / 21 Marzo 2018

    Di primo acchito potrebbe sembrare una sorta di rivisitazione della bella e la bestia, o letterariamente parlando un Notre- Dame de Paris, ma è ben lontano dall’esserlo, per due aspetti ben distinti. Il primo è puramente oggettivo. Il personaggio interpretato da Sally Hawkins non corrisponde a nessuno dei canoni di bellezza ( anche se l’attrice in questione è incantevole ), o stereotipi, cui si rifà appunto l’immagine di ”bella”. Anzi, è anch’essa emarginata, isolata da un contesto ove vigono modelli di avvenenza ed appariscenza. Si può tranquillamente affermare che i due caratterialmente sono simili, quasi due riflessi speculari. Il secondo aspetto, più che altro, si riferisce alla poetica di base di Guglielmo del Toro, che da gran sognatore qual è, nei suoi film cerca sempre di far trasparire un messaggio, un concetto, che anche in questa pellicola è ben chiaro.
    Non a caso inserisce questa storia d’amore in un ambiente di intolleranza e odio, esacerbando anche taluni comportamenti ( come @stefania scrive in merito al caratterista interpretato da Michael Shannon ), proprio per dare più risalto al contrasto tra uomo e natura. Antitesi che si crea solo definendo la diversità come mostruosità. In definitiva non sono né ”bella” né ”bestia”, ma semplici anime che si toccano e che si amano.

  6. Nadja / 30 Settembre 2018

    concordo pienamente con te , in più secondo me sarebbe stato meglio invece di dire esplicitamente che hanno fatto “all’ammore” poteva lasciarlo non detto . Film abbastanza piatto senza nessun guizzo geniale. Più che gli oscar sono rimasta male che lo abbiano premiato a Venezia

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