The Sessions
/ 20127.174 votiLa vera storia del poeta e giornalista Mark O'Brien, malato di poliomelite dall'età di sei anni e costretto a vivere dentro un polmone d'acciaio. Non volendo rinunciare ad una vita sentimentale e desideroso di sperimentare il piacere fisico a lungo negato, Mark decide di perdere la verginità a 38 anni grazie all'aiuto di un'assistente sessuale.
Anonimo ha scritto questa trama
Titolo Originale: The Sessions
Attori principali: John Hawkes, Helen Hunt, William H. Macy, Moon Bloodgood, Annika Marks, Adam Arkin, Rhea Perlman, W. Earl Brown, Robin Weigert, Blake Lindsley, Ming Lo, Rusty Schwimmer, Jennifer Kumiyama, Tobias Forrest, Jarrod Bailey, James Martinez, Paul MacLean, Phoebe Lewin, Jonathan Hanrahan, Jason Jack Edwards, J. Teddy Garces, Daniel Quinn, B.J. Clinkscales, RayVeness, Mostra tutti
Regia: Ben Lewin
Sceneggiatura/Autore: Ben Lewin
Colonna sonora: Marco Beltrami
Fotografia: Geoffrey Simpson
Costumi: Justine Seymour
Produttore: Judi Levine, Ben Lewin, Stephen Nemeth
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Commedia, Romantico
Durata: 95 minuti
Dove vedere in streaming The Sessions
Un bel film con grandi interpreti, prima fra tutti Helen Hunt, coraggiosa nell’esporre il suo corpo, e William H. Macy, nel ruolo di un prete un po’ improbabile. Ho qualche piccola riserva sul protagonista John Hawkes (ma forse la colpa è più del regista), che mi pare dare un’immagine un po’ troppo infantile del proprio personaggio. Forse è il prezzo da pagare per rendere più leggero il film; ma si rischia di dare l’immagine del disabile come un perenne bambino.
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Mi aspettavo il solito pappone drammatico pesante e angoscioso e mi sorprendo a vedere un film piacevole e disturbante allo stesso tempo.
Piacevole nel vedere la tenacia (e l’allegria) che il protagonista mette nella sua missione, nella speranza di sentirsi “normale” almeno in quello… E disturbante nel vedere la difficoltà di tale impresa, lo sforzo, la fatica e il dolore causato dalla malattia.
Non ho potuto trattenere la lacrime davanti ad alcune scene, specie quella in cui leggono la sua poesia, alla fine, epilogo che svela ancora di più la forza d’animo del protagonista.
Protagonisti davvero superbi, John Hawkes davvero eccellente. Un helen Hunt un pò irriconoscibile ma comunque brava e espressiva.
La cosa più toccante di tutto è che non è inventato, ma basato su una storia vera.
Un 7,5 meritato. Da vedere e rivedere, per coglierne ogni sfumatura!
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Sono rimasto piacevolmente colpito da questo film, mi ha ricordato vagamente “Lo scafandro e la farfalla” anche se quest’ultimo lo ritengo migliore. Il film è fatto molto bene, delicato e dolce tratta una cosa cosi difficile con una spensieratezza e un’eleganza che non può che colpire lo spettatore in modo positivo. Helen Hunt l’ho trovata perfetta, adatta al ruolo e a suo agio, cosi come John Hawkes che entra perfettamente nella parte e risulta simpatico perché molto autoironico. In conclusione non posso che consigliare questo piccolo affresco moderno di umanità e dolcezza che (fortunatamente) non sfocia mai in qualcosa di troppo melenso.
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Non si innamora solo del corpo ma molto spesso di quello che si è dentro … è questo film in maniera delica e decisa c’è lo fa capire. Consigliatissimo !!
Non è facile parlare di disabilità e sessualità senza rischiare di scadere nel banale o, peggio ancora nell’offensivo. Ed è meno facile ancora farlo in maniera convincente. Mark O’ Brian ci è riuscito in maniera efficace e la storia di (parte) della sua vita viene portata al cinema con sobietà, senza trovate stucchevoli e perifrasi ridondanti.
Il film ha uno stile asciutto e un ritmo serrato, proprio come un articolo di giornale (da cui poi è tratto) e gli interpreti, a cominciare da John Hawkes (un talento un pò sottovalutato ad Hollywood) ed Helen Hunt, sono decisamente coinvolgenti e calzanti.
Bravo anche William H. Macy nel caratterizzare un prete (una chiesa) aperto e attento ai problemi più intimi dei fedeli.
Lascia più di qualche spunto di riflessione.
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