The Salvation dovevo andarlo a vedere con il mio mentore, il cowboy M. Zinni, uno che mi ha allevato a pane e Sam Peckinpah. Uno che seriamente ha frequentato l’università dei saloon e che abita nel Far West. Dovevo andare ma così non è stato, ho usato mezzi legalmente non riconosciuti dalla legislazione di questo paese per vedere il film. Avevo letto che The Salvation doveva avere qualcosa di Peckinpahchiano, effettivamente ci sono un paio di rallenty ma non sono certo un paio di rallenty a fare un film un film di Peckinpah.. altrimenti pure 300 lo è. Personalmente non m’ha ricordato troppo lo stile del regista, più che da Peckinpah, The Salvation parte da Ford, il pragmatismo americano concretizzato dal mito della frontiera e alla filosofia di John Wayne (che se c’è una carovana da salvare o una frontiera da conquistare poco importa se di mezzo ci vanno dei nativi americani) e da Leone abbiamo il buono, il brutto, il cattivo.
In Peckinpah no, in Peckinpah abbiamo “The right choice for the wrong reason“, in The Salvation NO! Gli eroi di Peckinpah non sono gli eroi del western classico. Altra cosa che ci fa capire come The Salvation non sia Peckinpahchiano, poi la smetto, è il fatto che i personaggi non sono degli anti-eroi. In The Salvation abbiamo i buoni e i cattivi.. ecco, si, forse l’unica cosa veramente Peckinpahchiana è il fatto che i personaggi non si rassegnano dinnanzi all’abuso del potere, l’eroe/gli eroi si pongono sopra la massa e BANG BANG MUORI MALE. Quindi, perdonate lo scazzo, abbiamo definito cosa è e cosa non è Peckinpahchiano ma questo non rende un film bello o brutto. Era solo per precisare, infatti The Salvation pur non essendo un film clamoroso o bellissimo ha i suoi momenti ma ha anche i suoi tempi e gira pure un pochino su sé stesso verso l’inizio del secondo tempo (per ripartire col botto nell’ultima mezz’ora).
Trama:
1870, l’ex soldato danese John (Mads Mikkelsen) manca dalla terra natale da sette anni. Stabilitosi in America con il fratello decide di chiamare a sé parte della famiglia. Il film si apre in una stazione polverosa, piena di persone che cercano di farsi una vita, la maggior parte si illude e invece di trovare la terra delle opportunità trova solo il razzismo dei Wasp. Kristian Levring dirige i primi minuti del film in modo davvero stronzo, è bravo non c’è che dire e ti sale il magone quando nella diligenza una coppia di ex detenuti compagni di viaggio stuprano la moglie di John e uccidono il figlioletto. Il punto debole della sequenza è la sua prevedibilità ma comunque ha un gioco macchina degno di nota ed è sempre d’effetto quando al chiaro di luna, in un’oscurità che sembra inchiostro su un foglio, un uomo dalla danimarca cerca vendetta. La trama così va avanti da sé, uno dei due detenuti è il fratello di un ufficiale dell’esercito Statunitense, un certo Delarue, che ha deciso di dedicarsi all’economia e con metodi a dir poco tirannici costringe la popolazione del posto a versare un contributo per la “protezione”. Il punto è che Delarue vuole vendicarsi.
Ci sono un paio di chicche degne di nota, a parte la scena finale con una sparatoria cazzuta segnata da un montaggio veloce, la prima è un’intera sequenza ed è relativa alla reazione di Delarue. Delarue costringe il paese a sacrificare due innocenti per la morte del fratello. La seconda riguarda invece il personaggio di Eva Green, Eva Green interpeta la moglie del fratello di Delarue ed è muta. Pur non parlando appare fiera, un’Amazzone armata di fucile, una donna dura come il marmo. Ciliegina sulla torta i terreni da vendere, terreni solo in apparenza poveri visto che sotto c’è l’oro nero..
The Salvation non è sicuramente un capolavoro ma è un buon film. Vale la pena spendere i soldi del biglietto? Il film lo consiglierei al fan del western e al curioso. Ma visto che il prezzo del biglietto oggidì è una spesa mica da niente, i quasi dieci euro potete risparmiarli e ringraziare il Don di provincia che vi ha trovato il link gratis:
http://altadefinizione.gratis/the-salvation/
DonMax
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