Recensione su Il sale della Terra

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2 Dicembre 2014

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Oh, finalmente due vecchi che ti parlano, e per una volta quando lo scegli tu. Wenders, insieme al figlio del protagonista, cura la regia di questo documentario su Salgado e le sue immagini, e quanto lo avesse a cuore traspare. Salgado è questo tizio brasileiro che a un certo punto doveva continuare all’università ma si annoiava, era pure esule in Francia, e allora è partito non into the wild ma quasi, a girare per il mondo armato di occhi e macchina fotografica. Fotografo sociale per definizione, guarda ai poveri della terra, sulla terra, che posseggono, curano, distruggono, perdono e muoiono. Parte con un girone infernale di una miniera d’oro in Brasile, prosegue con un giro del sudamerica e poi tanta Africa. In Rwanda faceva la strada inversa di migliaia di profughi, verso dove si ammazzava di più. Matto come un cavallo eh, e cataste di morti ai lati della strada. E lui andava andava. Non hai probabilmente mai visto così tanti cadaveri tutti insieme, tanto che alla fine pure lui nauseato diventa, troppi troppi morti senza senso, e per non impazzire scala a fotografo di paesaggi, a immortalare leoni marini nell’Artico; accanto a lui la moglie, a cui lui attribuisce enorme un ruolo nei suoi progetti, e il figlio con i suoi ricordi, il quale ha visto questo padre barbogio non esserci mai mentre cresceva pur sapendo che babbo andava a testimoniare le peggio atrocità; la dote artistica non può andare, in una vita del genere, scissa da una coinvolgente empatia ed umanità verso i soggetti fotografati, che danno più l’aria di una serie di fratelli sfortunati incontrati e abbandonati e pianti per la strada che non di estranei. Lo spazio che si sceglie di dare alle foto, potenti e spaventose, è preponderante, il che è un po’ strano per un film ma non per questo tipo di film, e i nodi del racconto e la loro bellezza ne fanno i mattoni per costruire la vita dell’autore. Che finisce a salvare e ripiantare alberi, a casa sua, dai che la rifacciamo la foresta amazzonica; ma chettelodico a fare, tanto è tutto merito della moglie.

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