Recensione su Rovine

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8 Marzo 2017

A prima vista poteva sembrare il solito teen horror, con l’altrettanto solito gruppo di amici che si fa massacrare in una località esotica, invece la tensione di questo film regge, si lascia guardare con piacere e la storia risulta abbastanza credibile nella sua banalità. Perché di certo non c’è niente di nuovo in questo film, i protagonisti fanno le loro brave stupidaggini, ma meno di quanto ci si poteva aspettare. Anche sul versante gore, il film punta maggiormente sulla suspense che sulle scene raccapriccianti, soprattutto nella lenta discesa del gruppo nell’orrore indicibile. Gore che comunque non manca, ma appare meno compiaciuto del solito (la versione unrated invece calca più la mano su questo aspetto). Scott B. Smith (nessuna parentela col regista), scrisse Rovine tredici anni dopo il suo esordio con Un piano semplice (A Simple Plan), trasposto anch’esso sullo schermo nel 1998 in Soldi sporchi di Sam Raimi. Lo scrittore è anche l’autore della sceneggiatura che adatta quasi alla lettera, ma con alcune piccole variazioni, il romanzo. Stranamente le modalità delle morti dei vari personaggi sono scambiate tra loro nel passaggio dal testo allo schermo. Nel libro la piramide e descritta come una collinetta, mentre le liane assassine si muovono più lentamente. La fase di preparazione all’orrore puro è più lunga e dettagliata, facendo aumentare il senso di inquietudine crescente all’avvicinarsi del sito. Le psicologie dei personaggi son maggiormente sviluppate nel romanzo, ma questo è un fattore comune a molte altre riduzioni. Inoltre il finale del film concede un parziale lieto fine alla final girl di turno, happy end completamente assente nel romanzo.

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