12 Recensioni su

The Road

/ 20097.3346 voti

Psicologicamente introspettivo / 3 Marzo 2015 in The Road

Film sottovalutato e spaventosamente introspettivo dal punto di vista della psicologia umana in situazioni estreme. Letto prima il libro di vedere il film, e devo dire che merita di più grazie della maggiore quantità di scene cruente e psicologicamente disturbanti. Il cannibalismo diventa una realtà quotidiana, e con questo a mio parere viene mostrato fin dove si può spingere l’essere umano per sopravvivere, o in alternativa, come una situazione simile su individui spesso psicologicamente più deboli, faccia desiderare la propria morte.

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14 Settembre 2014 in The Road

Davvero toccante e realistico sotto ogni suo aspetto. Mi sono completamente immedesimata nei protagonisti e nelle emozioni da loro provate. Lascia molti spunti di riflessione. Bello!

15 Gennaio 2014 in The Road

Dietro la cornice catastrofica di The Road si nasconde una riflessione sui problemi dell’umanità di oggi, sui rapporti del singolo con la civiltà e sul senso della vita quando non si ha nulla. In questo caso sono i ricordi e i rapporti familiari ad avere un senso. Da un romanzo di Cormac McCarthy, lo stesso di No Country For Old Man, un’opera intensamente drammatica che lascia pochi spazi ai sorrisi con tante domande e tanta nostalgia. Curioso il Product Placement della Coca Cola e delle pesche Del Monte, che ci ricordano che aleggiano le multinazionali su un film che vorrebbe mettere in risalto la purezza dei sentimenti. Tutto questo è imperdonabile.

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The road… ma dove porta?… / 1 Luglio 2013 in The Road

APOCALISSE TOTALE!!!
Nessun rimedio.
Tutti contro tutti, E nel frattempo ricordi di una vita felice.
Il paesaggio è decisamente inquietante e fa dimenticare qualunque film girato in passato a causa della visione totalmente diversa che questo film vuol far vivere.
Viggo Mortensen è un padre che tenta di far crescere il più velocemente possibile il figlio sperando di salvarlo dalla catastrofe. Ma la natura umana, sul limite della disperazione, può portare l’uomo a eccessi mai pensati.
Ma loro sono i “buoni”…
Oggettivamente è un bel film che vuole puntare sulla disperazione, angoscia e inqueitudine. E ci riesce in pieno.
Soggettivamente parlando lo ritengo sicuramente la migliore pellicola sull’argomento ma a dirla tutta alla fine non mi ha preso tantissimo.
Comunque un 6 non lo si nega.
Ad maiora!

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Non amo i film post-apocalittici ma… / 29 Giugno 2013 in The Road

Mi sono dovuta ricredere: film interessante, la pellicola perfetta per mettere nero su bianco (o anche bianco su nero, sostanzialmente è la stessa cosa) la natura umana portata allo stremo, al limite del sopportabile e soprattutto del non sopportabile; cosa l’uomo arriva a fare pur di vivere o, meglio, sopravvivere.
Particolare interesse va concentrato sul mutamento del papà e del bambino (ma va là, sono i protagonisti). Un padre che rappresenta l’eroe del figlio da sempre, la luce, il fuoco, i buoni che, qualsiasi cosa facciano, riusciranno a rimanere tali; peccato che la natura animale si faccia sempre più avanti e forte, predominando su quella razionale e “umana”, pur di preservare ciò che si ama e rappresenta, a sua volta, l’unico scopo nella propria breve, sudata e misera esistenza. Ciò che stupisce è che alla fine, solo alla fine del film, si riesce a capire che la vera guida tra i due non era l’adulto, ma il ragazzino debole, impaurito, e troppo emotivo; ci si stupisce di non esserci arrivati prima, eppure la sceneggiatura lascia così tante tracce durante il film: “siamo sempre noi i buoni, vero?”; “sono io quello che deve preoccuparsi, tra noi due”, “invece no, sono io!”; “come faccio ad essere sicuro che non sei un cattivo?”, “devi seguire il tuo istinto”, “tu porti il fuoco?”
Se in un primo momento siamo la scialuppa di salvataggio dei bambini, poi diverranno loro la nostra.

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7 / 25 Aprile 2013 in The Road

Ottima realizzazione del film, tratto dal libro di Cormac McCarthy (stupendo) … grandiosa l’interpretazione di Viggo Mortensen! L’atmosfera è grigia, vuota, piatta, triste, cattiva, sembra quasi che l’intero film pianga… ma è voluta!!! Il pianeta è morto … 🙁

31 Gennaio 2013 in The Road

Tratto dal capolavoro di Cormac McCarthy, è un film chiuso, angosciante, durissimo come è durissimo il mondo sterile in cui si muovono l’uomo e il bambino, in fuga da predatori che non sono altro che altri uomini.
In un mondo impazzito cercano di restare buoni, di portare dentro di sè il fuoco dell’umanità.

Apnea / 30 Gennaio 2013 in The Road

Vedere questo film è come immergersi un’ora e mezza nel catrame. Bravi e sofferenti gli attori, buona fotografia con filtri cupi e deprimenti, giusta dose di “homo homini lupus”. Da un po’ avevo voglia di vederlo e devo dire di averlo apprezzato parecchio.

L’uomo tra Realtà e Distopia. / 18 Gennaio 2013 in The Road

I film e i romanzi di questo genere vengono ambientati in un luogo dove tutto è indesiderabile. La società che viene presa in considerazione non è troppo lontana dalla nostra, cronologicamente, ma l’umanità in questione ,raggiunge uno status catastrofico tale da cancellare completamente la libertà e l’individuo. The Road è un film apocalittico, nel vero senso del termine. Fotografia e sceneggiatura, scarna, cupa ed inquietante. Un padre e un figlio che lottano per la sopravvivenza: il primo agisce in maniera pragmatica, anche un po’ egoistica, mentre il secondo cerca di non rimuovere del tutto l’attaccamento a quei valori umani,sociali e talvolta anche innati. Il finale non mi è piaciuto ed ha inciso sul mio giudizio. C’è da dire che il genere non mi entusiasma,ma questo era tutt’altro che un semplice “salviamo il mondo” . La storia fa riflettere e ti scava dentro. Sono rimasta traumatizzata e per questo ne parlo ma forse non lo consiglierei. Nessun film mi ha mai provocato una simile angoscia, un così elevato turbamento. Sono stupita dal fatto che possa avermi suscitato sensazioni per nulla piacevoli, ma così forti, da esserne rimasta paradossalmente affascinata.

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20 Settembre 2012 in The Road

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo film non dà tregua, assolutamente. È diverso da tutti i post-apocalittici che ho visto finora, in confronto a questo, sono filmetti.
“The Road” ha un carico emotivo che non ho mai visto in nessun altro film. Eppure ne ho visti di film drammatici, violenti, pesanti, che trattano argomenti emotivamente strazianti ma “The Road” mi ha messo una pesantezza dentro, proprio nel cuore, che non avevo mai provato prima nella visione di un film.
I post-apocalittici di solito centrano tutto sull’azione molto spesso sfiorando quasi l’horror. Sono veloci, tengono lo spettatore in suspense e vive il tutto come una sorta di avventura in cui c’è assoluta curiosità di sapere cosa succederà più in là man mano che la trama continua. “The Road” invece è un post-apocalittico con poca azione, si potrebbe definire quasi calmo. Ma nonostante la poca azione, alcune scene e ciò che lasciano immaginare sanno essere di una violenza spiazzante. Non sappiamo cosa sia successo alla Terra, non sappiamo se l’uomo abbia qualche colpa o se è la natura che ha fatto il suo corso annientando vegetazione ed animali… Quella che ci viene mostrata è la realtà nuda e cruda di un mondo sconfitto e l’immensa difficoltà di vivere circondati da cannibali, con un figlio a carico che in quel contesto è come un dio. La determinazione di un padre capace di tutto, anche di ucciderlo con le sue mani pur di non concedere ai “cattivi” di prendersi il suo bambino, l’unica cosa che lo tiene ancora in vita e che gli dà un motivo per fare ciò che gli ha detto la moglie prima di concedersi alla morte. La speranza ancora viva del figlio nel trovare persone “buone”, bambini come lui con cui poter vivere in un modo che non ha mai conosciuto perchè quando è nato il mondo era già in distruzione, eppure gli basta il ricordo impresso negli occhi del padre, di quel mondo che prima era bellissimo, a fargli desiderare i rapporti umani e una vita diversa dove c’è abbastanza cibo per tutti così che nessuno desideri mangiare l’altro. La forza con cui riesce ad affrontare la ferocia di quella vita in cui sa perfettamente come suicidarsi senza provare dolore in caso non ci siano vie di fuga. La sua infanzia è totalmente immersa nella violenza ed ormai è quasi normale. Quasi, perchè lui crede ancora nell’amore ed aiuta senza esitare chi è in difficoltà proprio perchè vive sulla sua pelle la brutalità di quella vita, soffrendone.
Non c’è tregua, l’angoscia ti resta dal’inizio alla fine, ed aumenta sempre di più con piccoli tagli di paura ed ansia.
Non sarei riuscita a reggere una cosa diversa dal lieto fine. Anche se tale non si puo’ considerare visto che è facile porsi delle domande del tipo: perchè le persone che il bambino incontra alla fine, se sono davvero buone e non avevano brutte intenzioni, hanno aspettato che lui rimanesse solo prima di farsi avanti? A noi non ci è dato sapere quale sia la verità, ma vediamo solo con gli occhi del bambino che all’inizio è incerto e finisce a fidarsi di loro.
Decisamente il miglior post-apocalittico visto fino ad ora.

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forse 6,5, ma abbondiamo! / 20 Marzo 2012 in The Road

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

vedibile, abbastanza credibile, ben recitato, sobrio nonostante il tema.
E’ positivo che un tema che include una feroce violenza quale il cannibalismo sia pudico, ma feroce, più per il non visto, per l’immaginato; sono abbastanza belle le scenografie, l’ambientazione, nulla di eclatante ma ricercatamente antisensazionalistico; decisamente invadenti alcuni inserti della vita di prima che ruota sulla figura della moglie; decisamente poco indovinata l’idea della voce del padre che racconta, commenta, lega alcune sequenze. E questo perchè così si schiaccia il viaggio senza meta di padre e figlio sulla visione del padre, restringendo la figura del ragazzino e la sua evoluzione. Se il padre è tutto teso alla sopravvivenza, il figlio non lo è, si oppone a questo imperativo, è più simile alla madre, ma con la voglia e la forza di rimanere vivo: non si arrende alla solitudine, non si arrende alla fine dell’altruismo, della socialità, degli affetti che il mondo che conosce gli sembra imporre, ma a cui lo costringe soprattutto il terrore del padre. (Viene però da chiedersi come un uomo che sente di morire mai cerchi qualcuno a cui affidare il figlio, qualcuno che lo protegga, finendo poi, in fondo, per abbandonarlo a se stesso). Ed è questo in fondo, mi pare il senso del film, che sembra essere molto fedele al libro, la differenza fra vivere, e quindi cosa sia vivere, e sopravvivere.

Certo quel finale lì è davvero spiazzante e non solo perchè la soluzione ha il sapore della discesa della “grazia” divina (gratuita, improvvisa, insperata, illogica), ma anche perchè il nocciolo dell’umanità sembra essere la famiglia tipica americana (padre, madre, figlio, figlia e cane), ma se McCarthy così ha deciso c’è davvero poco da fare.

Il film ha un suo fascino, riesce ad essere orrorifico nella prima parte, ma lega male i molti episodi che si susseguono, la seconda parte soffre di incontri troppi felici se paragonati alla prima parte della storia.

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20 Marzo 2012 in The Road

Tratto dall’omonimo bellissimo romanzo(per inciso, un libro che tutti dovrebbero leggere)in questa trasposizione abbiamo la conferma della potenza del grande cinema,infatti la bellezza del fim riesce miracolasamente a disinnescare il terribile doppiaggio italiano del “povero” Mortensen ,ci si chiede se sia davvero impossibile trovare un altro doppiatore per il bravo attore americano davvero non meritevole ogni volta di subire tale scempio,la sua intepretazione meritava ben altra considerazione da parte della nostra distribuzione,ma neanche questa pecca riesce a guastare la sua performance che risulta splendida e meritevole di ogni elogio possibile,si nota la passione e la totale immedisimazione col personaggio,la sua sofferenza arriva a toccare la nostra sensibilità e non possimao che appaludire,come se non bastasse tutti gli altri interpreti sono pressochè perfetti,così come è senza sbavature la regia,ma meritevole di elogio sono la fotografia, le scenografie e la belilssima colonna sonora,dunque un’opera angosciante,intrisa di malinconia e pessimismo che pone domande non banali e che nel commovente finale riesce a tener accesa una debole luce,la convinzione è che il fuoco va cercato dentro ognuno di noi e va alimentato sempre e comunque, giorno dopo giorno,perché: ” la parola amore esiste “.

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