Recensione su Posh

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8 Ottobre 2014

Non si può certo definire un’idea originale, il tema dei club universitari e della violenza in essi presente, sono stati affrontati in molti altri film (il più simile fra tutti The Skulls, con il nostro caro Pacey di Dawson’s Creek!). Quindi, qual è la novità di Posh?
Non il fatto che ci sia il club più esclusivo dei club più esclusivi, non il fatto che in esso vengano contemporaneamente ammessi un “erede” di uno dei membri del gruppo ed una “pecora nera” senza ricchezze ma di grandi qualità, non il fatto che i due siano rivali, non il fatto che dal gruppo derivi la violenza e che sfoci sul povero malcapitato di turno che denigra il club.
No, la novità sono le motivazioni della violenza….non il semplice odio verso la plebe che li circonda, non il fatto di sentirsi superiori e loro inferiori ma il fatto che questa plebe, essendo numericamente superiore, li obblighi ad omologarsi, a nascondersi a fingersi uguale ad essa per sopravvivere.
Solo un 6, motivo: troppo lungo il preambolo e troppo breve l’evolvere dell’odio e soprattutto senza una reale controparte che dialoghi con il “portatore di luce” all’interno del club (non dico di più per gli spoiler!).
La recitazione è buona e Sam Clafin è veramente bravo.

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