Le catene dell’ingiustizia / 1 Novembre 2013 in Il prigioniero dell'isola degli squali

Un innocente finisce in catene, colpevole solo di aver soccorso inconsapevolmente l’assassino di Lincoln che stava fuggendo verso la Virginia con una gamba spezzata durante quella tragica notte del 1865. Questa romanzesca ricostruzione storica delle traversie del presunto cospiratore Samuel Mudd è forse una attestazione di vago confederatismo da parte di Ford, sotto forma di un vero e proprio atto di accusa nei confronti del frettoloso giustizialismo nordista. L’irlandese guercio del resto non ha mai nascosto una certa passione dixie, che gli si può certo perdonare per il taglio morale delle sue opere dove il giusto non è mai il potente, e dove il valore di un uomo o di una donna sta nel cuore e non nelle convenzioni sociali.
Warner Baxter ha un viso paterno e bonario, incarna bene la parte, seppur a onor del vero non si possa certo definire un attore eccezionale. Sempre efficace il lungo appuntito Carradine, cattivo a tempo determinato del film. La regia di Ford “accompagna” la storia concedendosi pochi lampi, eccellente all’inizio (dal fattaccio alla fuga dell’assassino fino all’arresto di Mudd) poi in qualche modo “si accomoda” nella più lunga parte carceraria, che ovviamente agli occhi dello spettatore d’oggi non può competere con il realismo delle crude pellicole di genere successive.
Ma è una storia in cui non vincono la forza fisica o la scaltrezza, bensì la calma e un alto concetto di onore nella professione medica. Si suppone che i numerosi e terrificanti squali dell’isola, se avessero potuto, avrebbero protestato per l’assoluta marginalità del ruolo.

Leggi tutto