The Presence

Una giovane donna si rifugia per scrivere in una casa isolata tra le montagne dell’Oregon. Poco dopo è raggiunta dal fidanzato, ma attorno alla coppia aleggiano inquietanti presenze.

Una trama molto esile che configura una fabula, una fotografia splendida per un film fatto di silenzi, gesti consueti ed atmosfere. Non tanto una storia di fantasmi, ma un testo minimalista con cui gettare uno sguardo sulla regione di penombra tra la vita e la morte. Il messaggio – la redenzione è possibile, l’amore è possibile – in una pellicola evanescente e riflessiva, non scevra di un mistero sottile. Doppiaggio scadente.

Un film di una lentezza e di una noia incommensurabili, sconclusionato, confuso, privo d’intensità, dall’incipit anche abbastanza interessante(una donna sola in uno chalet sperduto infestato da un’inquietante presenza), venti minuti di film privo di dialoghi e con una musica di sottofondo ridondante e fastidiosa come la presenza muta e immobile dal volto cinereo, poi cominciano con l’arrivo del fidanzato della protagonista i dialoghi e allora inizi a rimpiangerlo il silenzio iniziale, dialoghi sconcertanti che accompagnano una sceneggiatura slegata e confusa.
Arrivare alla fine tra poveri uccelli morti, un cesso alla turca immerso nel bosco che farebbe schifo anche al peggior zozzone del mondo, sbalzi di umore e isterismi dell’insopportabile Mira Sorvino e la lotta tra le due entita’, una buona e l’altra cattiva che non si sa chi cavolo siano e da dove vengano fuori e’ davvero molto ma molto difficile.
Finale incomprensibile cosi’ come la scelta dei pessimi doppiatori.
Fa rabbia vedere distribuite simili perle invece di capolavori completamente ignorati.

Una scrittrice trascorre un periodo di lavoro presso lo chalet di famiglia, sulle rive di un lago. Qui però inquietanti presenze metteranno in crisi il rapporto con il suo fidanzato.
Davvero uno dei thriller paranormali più piatti degli ultimi tempi. Mai un sussulto, mai un brivido di paura. Solo noia. Persino il cast, sulla carta potenzialmente buono non aiuta a risollevare le sorti del film. Il doppiaggio italiano catastrofico fa il resto.