Hollywood endings / 28 Ottobre 2014 in I protagonisti

Vi risparmierò le solite lamentele sul tisico mercato home video riservato al geniale Altman, o sull’assurdità della traduzione di certi titoli. Ciò che conta è che questo The Player ve lo potete vedere in lingua originale per gustare l’inventiva e la grandezza di questo regista, unico nella sua capacità di assemblare con grazia una folta schiera di stelle hollywoodiane, dando loro un guizzo di luce, un frame, due battute poco più. E lasciando lo spettatore avviluppato nel torbido di una trama da thriller psicologico che perlustra i gangli oscuri della produzione, mettendo in luce particolarmente lo scontro tra scrittura e mercato, ammiccando insistentemente ai grandi film tra locandine, citazioni e paralleli. Una visione parossistica che punta il dito contro la produzione blockbuster dove gli ingredienti sono sempre quelli, e vengono indicati chiaramente dal protagonista, il produttore esecutivo Mill: Suspense, laughter, violence, hope, heart, nudity, sex, and happy endings, mainly happy endings. Il protagonista, appunto, è il miglior Tim Robbins dopo Shawshank Redemption, col suo viso liscio e il suo sguardo glaciale da enfant maudit.
Giustamente passato alla storia il lunghissimo piano sequenza iniziale, che omaggia tra gli altri il meraviglioso Touch of Evil di Welles.

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