14 Recensioni su

La passione di Cristo

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Capolavoro! / 5 Aprile 2021 in La passione di Cristo

Potete dire molte cose su questo film: che Mel Gibson ha esagerato, che non si è attenuto ai testi, che è violento, che è troppo crudo, che è una palla in lingua aramaica e latina…
Ma credo sia la migliore, cruda e più realistica trasposizione della Passione di Cristo.
Dalla mia natìa cultura cattolica, ho iniziato a seguire il Buddhismo decenni fa, ma non per questo trovo questo film poco interessante (da buddhista, mi è stato chiesto come mai di questo interesse per il film… mah…): è comunque una storia, basata su testi, con una regia memorabile, a cui sono state lanciate accuse di ogni genere ma che hanno lasciato lo stesso un segno.
Lo stesso segno che si ricalca ogni volta che lo rivedo, che fa scendere le lacrime. La crudeltà del popolo, l’ignoranza e la violenza dei soldati, la cattiveria dei sacerdoti, il tradimento, la forza e l’amore di una madre, il sacrificio di un figlio.
Artisticamente ed emotivamente per me è un capolavoro, che puó piacere o meno.
A livello storico puó essere imperfetto, sicuramente, ma credo sia giustificabile.
A livello religioso è un viaggio doloroso che ha molto da insegnare.
Difficile che ve lo siate perso, ma se così fosse recuperatelo, stringete i denti e sopportate queste due ore.
Non sarete gli stessi.
Grandi interpretazioni, fatte di poche parole ma semplicemente di sguardi e lacrime. Su tutti, Jim Caviezel e Rosita Celentano, i migliori.
10/10.

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insuperabile / 23 Gennaio 2020 in La passione di Cristo

tutte le volte che lo guardo è sempre una grande emozione!
film fedele alle scritture e reso originale sia per la lingua utilizzata sia per la scenografia realistica e suggestiva che il regista è riuscito a ricreare.
Ambientazione spettacolare, cast eccezionale.
Alcune scene sono crude e violente ma rendono perfettamente quanto riportato nei vangeli sulla via crucis.

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Mi aspettavo di meglio… / 25 Novembre 2017 in La passione di Cristo

Il film di Mel Gibson che tanto fece clamore nel 2004 sulle ultime ore della vita di Gesù Cristo (interpretato da Jim Caviezel). Sulla trama in sé non c’è troppo da dire, credo che ognuno conosca le ultime ore di Gesù, a partire dal tradimento di Giuda fino alla crocifissione. Il film, come anticipato, è stato oggetto di ampie critiche, soprattutto per quanto riguarda l’antisemitismo. Io, onestamente, non preferisco lasciare (anche se non certo “far finta di nulla, sia chiaro) questo argomento e concentrarmi sul film in sé, che, onestamente mi aspettavo migliore. In fondo è semplicemente la fine della vita Cristo, nelle sue ultime ore, dove viene tradito, umiliato e torturato (in modo molto grafico, il film anche in questo caso non si risparmia proprio nulla) fino alla crocifissione, con tanto di apparizioni del Diavolo in persona ad accompagnarlo nel calvario. Un po’ peso da seguire, comunque va detto che la buona interpretazione del protagonista, i costumi e la fotografia alzano di molto il valore del film, che sicuramente è sufficiente, però, a mio parere, nulla di più. Da notare che il film è stato girato in Italia, ed è pieno zeppo di attori italiani: a parte il protagonista infatti e Maia Morgenstern (la Madonna), ci sono, tra i più rilevanti: Monica Bellucci (Maria Maddalena), Rosalinda Celentano (il Diavolo), Sergio Rubini, Mattia Sbragia e Claudia Gerini, ad esempio.

P.S. da tenere conto che il film è interamente in aramaico e latino, con qualche cosa di “nostro” che si capisce dai dialoghi dei soldati romani, che parlano una lingua sicuramente vicina alla nostra. Un po’ come nell’altro film di Gibson (a mio parere meglio riuscito, ma vabbè), Apocalypto.

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Un capolavoro di cinema e spiritualità / 16 Aprile 2017 in La passione di Cristo

Per comprendere questo film, è necessario conoscere il retroterra scritturistico e mistico cui Gibson attinge. Diversamente si cade in uno sciocchezzaio di luoghi comuni che vedo qui ampiamente rappresentato.
Certo: alcuni momenti sono discutibili o meno riusciti. Ma in questi eccessi, c’è in fondo l’anima del film e la firma del regista.
Se non si comprende questo, si finisce accanto a quei giganti della critica che imputarono a Michelangelo di non saper disegnare con la leggerezza – un po’ stucchevole – di Raffaello.

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25 Maggio 2015 in La passione di Cristo

Quello che colpisce di più è la mancanza di realismo del film. Le scene notturne – al Gethsemani, nel Sinedrio o durante l’ultima cena – hanno tutte una curiosa qualità onirica. Non so se questo dipende dalle fonti del film (Gibson, com’è noto, si è rifatto non solo ai Vangeli ma anche alle visioni di alcune mistiche medievali); certo è che per i primi quaranta minuti sembra davvero di assistere a un sogno – o meglio: a un incubo. La scena della flagellazione, invece, viene quasi interpretata dal regista come una gara sportiva di resistenza fra Gesù e Satana (che per tutta la durata del film fa la posta a Cristo, cercando di indurlo a far ricorso alle considerevoli risorse dell’onnipotenza e a tirarsi fuori dai guai, mandando così a monte la redenzione). Rivelatrice la preghiera di Maria, che dice al figlio (più o meno): «fino a quando vorrai prolungare tutto questo?». Gesù non subisce le torture: si sottopone volontariamente ad esse. Com’è comprensibile, il realismo della scena ne viene fortemente attenuato, e gli insulti dei soldati romani finiscono per destare piuttosto l’ilarità del pubblico che il suo disgusto. In effetti, contrariamente a quanto lasciavano presagire alcune anticipazioni, la flagellazione è perfettamente sopportabile; l’unica sequenza del film che si possa a buon diritto definire splatter risulta quella della crocifissione.

Dell’antisemitismo del film esito un po’ a parlare, perché appiccicare con disinvoltura etichette di antisemita non è una cosa simpaticissima. Quello che è certo è che per Gibson l’intera popolazione di Gerusalemme vuole la morte di Gesù. Fanno eccezione figure individuali: la Veronica e Simone di Cirene (che il regista, graziosamente, fa apostrofare con un didascalico «Iudaeus!» da un milite romano, tanto per chiarire che gli Ebrei non sono tutti cattivi…), e qualche gruppo anonimo di donne (ma più per debolezza femminile che per vera simpatia, direi: i loro uomini sbraitano e sputacchiano tutti quanti). Si potrebbe sostenere che questa è la prospettiva dei Vangeli; ma a ben vedere gli Evangelisti non dicono tutti le stesse cose: Luca, per esempio, non parla affatto di folle inferocite. Il regista si contraddice un poco: la famigerata frase «il suo sangue è sopra di noi e sopra i nostri figli» (che si legge soltanto nel Vangelo di Matteo) viene ripresa, ma messa in bocca al solo Caifa, non a tutto il popolo; e viene privata dei sottotitoli, ma rimane udibilissima.

Sulle qualità specificamente filmiche non c’è molto da dire: sono infatti quasi assenti. L’uso dello slow-motion, il curioso gusto gibsoniano per i piedoni che irrompono di botto nel campo della cinepresa pestando violentemente il suolo, e soprattutto le scene del corvo che punisce il ladrone cattivo, dell’impudica resurrezione e dell’inconcepibile lacrimone che piomba dal cielo a cose fatte, avrei preferito che mi fossero risparmiati.

Gli attori: Jim Caviezel (Gesù) si limita ad incassare botte, Monica Bellucci (Maria Maddalena) è espressiva come al solito (ma a lei molto è perdonato…). Su tutti spicca Rosalinda Celentano – chi l’avrebbe mai detto? – che è un Satana estremamente efficace.

Il miglior film sulla passione di Cristo, in conclusione, rimane ancora e sempre Jesus Christ Superstar

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Me lo ricordavo più esagerato / 25 Aprile 2014 in La passione di Cristo

Ho visto questo film quando l’han trasmesso alla tv nel periodo pasquale fior di anni fa. Quindi avrò avuto 8-9 anni e tutto quel sangue m’impressionò, nel senso che durante le scene di una fustigazione non ne avevo mai visto così tanto.
Riguardando questa scena ora (me la sono andata a cercare), avendo letto poi tutte le critiche mi chiedo dove sia l’eccesso: dalle ferite esce sangue, non fiorellini. Io tutta questa parte “splatter” non l’ho mica vista (ma notare che Gibson viene criticato per lo stesso motivo anche per Apocalypto, eppure io in quel film non ci ho visto nulla di tanto esagerato). E leggendo le critiche su Wikipedia si legge la parola di “volgarità” e l’espressione “non religioso nel suo efferato dolorismo”. Religione e dolore quando parliamo di Passione e di martiri penso vadano a braccetto. Nel prossimo film su Gesù metteremo i pomodorini ancora interi al posto del sangue, e le carezze al posto delle botte.
Al di là poi di tutte le inesattezze, il succo della storia non si può cambiare.

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20 Maggio 2013 in La passione di Cristo

Ma dai, se lo si prende per quello che è – ovvero un torture-porn – lo si apprezza ampiamente. Sangue, frustrate, umiliazione, ci mancava solo che qualcuno urinasse sulle ferite (o lo hanno fatto? Non vorrei confondermi) ed il quadro era perfetto.
D’altronde, è un film su Gesù, nel vecchio e nuovo testamento se ne leggono anche di peggiori. Non è stato di certo il primo masochista della storia, ma ha il suo perché.
Santa Bibbia, altro che 50 sfumature di gigio, pardon, di grigio.

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Trama: / 9 Maggio 2013 in La passione di Cristo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

un tizio viene picchiato, fustigato, torturato fino a morire.
No, non è uno snuff movie, è la Passione di Cristo

Splatter religioso / 3 Maggio 2012 in La passione di Cristo

Il più grande film splatter della storia. Questo è “la Passione” di Gibson. Gesù viene passato al tritacarne, non gli viene risparmiato nulla, il tutto condito da un cattivo gusto ignobile (una scena su tutte è quella del ladrone e del corvo), con la scusa “è cosi che è successo realmente”, e i fondamentalisti esultano. Gibson, però, è anche un “autore” quindi fa recitare il tutto in aramaico e latino, scelta in realtà pretenziosa, ma in molti abboccano (vedi Farinotti). Film non religioso dove i romani sono rappresentati come dei nazisti sadici al limite dell’inverosimile e dove gli ebrei sono i veri colpevoli (ma per questo bisogna incolpare la Bibbia e non Gibson, forse). In conclusione da vedere solo se amanti dello splatter, per gli altri consiglio Pasolini.

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poteva essere 6, ma gibson mi sta antipatico / 3 Maggio 2012 in La passione di Cristo

Premesso che Gibson è uno degli attori peggiori che abbiano mai passeggiato davanti ad una cinepresa, che non vedo quasi mai i suoi film se non sono mossa da altri interessi, posso giudicarlo molto poco, ho visto troppo poco. Ovviamente ricordo qualche suo tentativo buonista come regista, ma non ho mai superato i 10 minuti di visione causa collasso nel sonno.
Gibson ha un buon mestiere nel girare, The passion non è girato male, buon ritmo, gran uso enfatico del montaggio, inquadrature studiate e sensate per ciò che voleva comunicare, bisogna riconoscerglielo, ma ciò non fa di The Passion un gran film, anzi.
Trasuda retorica in ogni sequenza e la trovo una operazione di estetizzazione della violenza che se avesse avuto un soggetto diverso la Chiesa cattolica avrebbe fatto precipitare nell’inferno, e che, indipendentemente da questo, è stucchevole.
Ottima operazione di marketing, dal punto di vista commerciale un gran prodotto, ma è un film proprio fine a se stesso, alle palate di soldi che ha incassato (e allora anche Superman e 3 volte i Pirati sono dei gran film) e alla fascistoide crociata di certi individui (discorso a latere che ebbe peso ai tempi, ora spero un po’ meno). Inutile, direi, nell’aggiungere qualcosa al tema, eppure il Cristo è un tema infinito.
A mente fredda mi è rimasta una smagliante messa in scena di violenza e sangue, estetizzazione pura, ma per il cinema in quanto tale senza molto senso.

Per i sottotitoli: altra trovata brillante, ma cinematograficamente insignificante
, perchè non c’è nulla di documentaristico, neppure realmente realistico nella versione di Gibson della passione, nulla quindi che giustifichi “cinematograficamente” l’uso dell’aramaico.
Se faccio un’operazione di realismo allora abbraccio il dialetto, rispolvero una lingua perduta (essendo un pochetto accurato magari), ma se mi metto a far parlare latino ed aramaico e poi tiro fuori un ponzio pilato che non ha nulla del personaggio storico, dal punto di vista del film questo è un controsenso.

Se dobbiamo parlare di realismo fermiamoci alla figura di Pilato, qui buono, storicamente un uomo crudele a tal punto dedito a uccidere ebrei che fu ripreso da Tiberio in persona, un uomo che certo non parlava l’aramaico e che mai potè lavarsi le mani, un gesto tipicamente ebraico, impossibile in un cittadino romano. Impossibile che un tale personaggio fosse influenzato da sacerdoti e popolo, storicamente il gran sacerdote era nominato dall’autorità romana e in generale il modo di dirigere il tempio era subalterno alle direttive romane. I tentennamenti di Pilato sono continuamente accentuati, quando per la legge del tempo egli aveva il diritto di imporre serenamente la condanna.
Ma ci sono milioni di pagine dell’esegesi biblica che riportano alla realtà la parola scritta, come per esempio la riunione del sinedrio di notte…impossibile per i costumi dell’epoca, in prossimità della Pasqua poi!
E se per fedeltà intendiamo la fedeltà ai vangeli anche qui è come andar di notte. Gibson mischia i 4 vangeli agli apocrifi e ad un testo di una mistica di epoca sette/ottocentesca, tagliando qui e lì a piacimento: le parole di Matteo, Giovanni e Marco sono pochissime sulla flagellazione, nessuna in Luca; la salita al calvario è arricchita dalla folla, solo Luca ne parla, gli altri tacciono, ma Luca non cita personaggi ghignanti; Giovanni, da cui riprende lo schiaffo ricevuto da Gesù, non parla di processi, nè di un processo al sinedrio da Caifa o in altro luogo ebraico. Un po’ comodo.
Ma sinceramente Gibson è libero di tagliare, interpretare, adattare al suo pensiero ciò che vuole , può far parlare latino ginnasiale alle guardie romane (!), prendere a piene mani dalla tradizione devozionale di epoca medievale, perchè no? E’ un film, una storia, una libera interpretazione. Il problema è pretendere di rappresentare una storia in maniera realistica, ossia come storicamente si sono svolti i fatti. E ciò non è neanche un bel servizio reso a 2000 anni di esegesi biblica che hanno riconosciuto il carattere metaforico, apologetico, polemico, teologico su un impianto a tratti storico dei testi in questione, che, non dimentichiamolo, sono frutto di un processo redazionale complesso, e soprattutto sono da contestualizzarsi all’interno di un’epoca di aspre lotte interne al primo nucleo del cristianesimo, tanto da giustificarne il carattere agiografico.
E soprattutto chi redasse i vangeli non intendeva essere storicamente oggettivo, perchè questo è un concetto moderno, estraneo alla forma mentis dell’epoca.
Il problema attorno a questo film è tutto il corollario di discussioni gonfiate volutamente, ma è solo un film.

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26 Febbraio 2012 in La passione di Cristo

crudele più che morboso ma tutto sommato interessante la scelta stilistica di voler far parlare i personaggi con le lingue effettivamente parlate.
si rischia l’effetto babele ma forse a quel tempo era davvero così.
ridicolo il flash back con Gesù che inventa il tavolo moderno …

Tanto rumero per nulla / 22 Dicembre 2011 in La passione di Cristo

Film scandalo solo a parole ma per il resto niente di eccezionale.
Le ultime 12 ore di Cristo viste con la violenza (gratuita) dell’epoca… e nulla più.
Se non lo vedi non succede proprio niente ma un 6 lo si da.

14 Ottobre 2011 in La passione di Cristo

Sicuramente il film di Mel Gibson è difficile, per il fatto che è tutto recitato in aramaico e latino con sottotitoli. Oltre a queste difficoltà l’argomento è spinoso (e non mi riferisco solo alla corona di spine fatta mettere a Gesù).
A me è piaciuto molto, stuzzicando la mia mente a ricordare i vari passi del Vangelo per poterlo seguire meglio.
Il risultato è un film abbastanza fedele.
Non capisco le polemiche che ha suscitato.
Bravissimi gli attori: Jim Caviezel nel ruolo di Gesù (ruolo molto difficile) ma brave soprattutto le donne. Volevo sottolineare la bravura della Gerini nel ruolo della moglie di Pilato.
I personaggi sono quasi tutti come mi ero immaginato… forse l’unica delusione è la figura di Erode ma rimane l’unico difetto di questo film.

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11 Agosto 2011 in La passione di Cristo

oh, finalmente un film credibile sulla morte di gesù cristo. in aramaico, nientemeno. togliete le botte e non resta niente in piedi.

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