La passione di Cristo

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La passione di Cristo

Il film racconta le ultime ore di vita di Gesù, dall'arresto alla crocifissione.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Passion of the Christ
Attori principali: Jim Caviezel, Maia Morgenstern, Christo Jivkov, Francesco De Vito, Monica Bellucci, Mattia Sbragia, Toni Bertorelli, Luca Lionello, Hristo Shopov, Claudia Gerini, Fabio Sartor, Giacinto Ferro, Aleksander Mincer, Sheila Mokhtari, Lucio Allocca, Paco Reconti, Adel Bakri, Luciano Dragone, Adel Ben Ayed, Franco Costanzo, Lino Salemme, Emanuele Gullotto, Francesco De Rosa, Maurizio Di Carmine, Francesco Gabriele, Angelo Di Loreta, Federico Pacifici, Roberto Santi, Giovanni Vettorazzo, Ted Rusoff, Tom Shaker, Andrea Coppola, Romuald Kłos, Giuseppe Lo Console, Dario D'Ambrosi, Luciano Federico, Domenico Capalbo, Valerio Esposito, Antonello Iacovone, Nicola Tagarelli, Ivan Gaudiano, Chokri Ben Zagden, Roberto Bestazzoni, Luca De Dominicis, Pietro Sarubbi, Abel Jafri, Lello Giulivo, Emilio De Marchi, Roberto Visconti, Sergio Rubini, Francesco Cabras, Andrea Refuto, Giovanni Capalbo, Matt Patresi, Sabrina Impacciatore, Daniela Poti, Jarreth J. Merz, Noemi Marotta, Rossella Longo, Davide Marotta, Rosalinda Celentano, Danilo Di Ruzza, Vincenzo Monti, Danilo Maria Valli, Nuot Arquint, Abraam Fontana, Valerio Isidori, Paulo dos Santos, Arianna Vitolo, Gabriella Barbuti, Ornella Giusto, Michelle Bonev, Lucia Stara, Evelina Meghnagi, Francis Dokyi, Mostra tutti

Regia: Mel Gibson
Sceneggiatura/Autore: Mel Gibson, Benedict Fitzgerald
Colonna sonora: John Debney, Gingger Shankar
Fotografia: Caleb Deschanel
Costumi: Maurizio Millenotti
Produttore: Mel Gibson, Bruce Davey, Stephen McEveety, Enzo Sisti
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Storia
Durata: 127 minuti

Dove vedere in streaming La passione di Cristo

Capolavoro! / 5 Aprile 2021 in La passione di Cristo

Potete dire molte cose su questo film: che Mel Gibson ha esagerato, che non si è attenuto ai testi, che è violento, che è troppo crudo, che è una palla in lingua aramaica e latina…
Ma credo sia la migliore, cruda e più realistica trasposizione della Passione di Cristo.
Dalla mia natìa cultura cattolica, ho iniziato a seguire il Buddhismo decenni fa, ma non per questo trovo questo film poco interessante (da buddhista, mi è stato chiesto come mai di questo interesse per il film… mah…): è comunque una storia, basata su testi, con una regia memorabile, a cui sono state lanciate accuse di ogni genere ma che hanno lasciato lo stesso un segno.
Lo stesso segno che si ricalca ogni volta che lo rivedo, che fa scendere le lacrime. La crudeltà del popolo, l’ignoranza e la violenza dei soldati, la cattiveria dei sacerdoti, il tradimento, la forza e l’amore di una madre, il sacrificio di un figlio.
Artisticamente ed emotivamente per me è un capolavoro, che puó piacere o meno.
A livello storico puó essere imperfetto, sicuramente, ma credo sia giustificabile.
A livello religioso è un viaggio doloroso che ha molto da insegnare.
Difficile che ve lo siate perso, ma se così fosse recuperatelo, stringete i denti e sopportate queste due ore.
Non sarete gli stessi.
Grandi interpretazioni, fatte di poche parole ma semplicemente di sguardi e lacrime. Su tutti, Jim Caviezel e Rosita Celentano, i migliori.
10/10.

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insuperabile / 23 Gennaio 2020 in La passione di Cristo

tutte le volte che lo guardo è sempre una grande emozione!
film fedele alle scritture e reso originale sia per la lingua utilizzata sia per la scenografia realistica e suggestiva che il regista è riuscito a ricreare.
Ambientazione spettacolare, cast eccezionale.
Alcune scene sono crude e violente ma rendono perfettamente quanto riportato nei vangeli sulla via crucis.

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Mi aspettavo di meglio… / 25 Novembre 2017 in La passione di Cristo

Il film di Mel Gibson che tanto fece clamore nel 2004 sulle ultime ore della vita di Gesù Cristo (interpretato da Jim Caviezel). Sulla trama in sé non c’è troppo da dire, credo che ognuno conosca le ultime ore di Gesù, a partire dal tradimento di Giuda fino alla crocifissione. Il film, come anticipato, è stato oggetto di ampie critiche, soprattutto per quanto riguarda l’antisemitismo. Io, onestamente, non preferisco lasciare (anche se non certo “far finta di nulla, sia chiaro) questo argomento e concentrarmi sul film in sé, che, onestamente mi aspettavo migliore. In fondo è semplicemente la fine della vita Cristo, nelle sue ultime ore, dove viene tradito, umiliato e torturato (in modo molto grafico, il film anche in questo caso non si risparmia proprio nulla) fino alla crocifissione, con tanto di apparizioni del Diavolo in persona ad accompagnarlo nel calvario. Un po’ peso da seguire, comunque va detto che la buona interpretazione del protagonista, i costumi e la fotografia alzano di molto il valore del film, che sicuramente è sufficiente, però, a mio parere, nulla di più. Da notare che il film è stato girato in Italia, ed è pieno zeppo di attori italiani: a parte il protagonista infatti e Maia Morgenstern (la Madonna), ci sono, tra i più rilevanti: Monica Bellucci (Maria Maddalena), Rosalinda Celentano (il Diavolo), Sergio Rubini, Mattia Sbragia e Claudia Gerini, ad esempio.

P.S. da tenere conto che il film è interamente in aramaico e latino, con qualche cosa di “nostro” che si capisce dai dialoghi dei soldati romani, che parlano una lingua sicuramente vicina alla nostra. Un po’ come nell’altro film di Gibson (a mio parere meglio riuscito, ma vabbè), Apocalypto.

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Un capolavoro di cinema e spiritualità / 16 Aprile 2017 in La passione di Cristo

Per comprendere questo film, è necessario conoscere il retroterra scritturistico e mistico cui Gibson attinge. Diversamente si cade in uno sciocchezzaio di luoghi comuni che vedo qui ampiamente rappresentato.
Certo: alcuni momenti sono discutibili o meno riusciti. Ma in questi eccessi, c’è in fondo l’anima del film e la firma del regista.
Se non si comprende questo, si finisce accanto a quei giganti della critica che imputarono a Michelangelo di non saper disegnare con la leggerezza – un po’ stucchevole – di Raffaello.

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25 Maggio 2015 in La passione di Cristo

Quello che colpisce di più è la mancanza di realismo del film. Le scene notturne – al Gethsemani, nel Sinedrio o durante l’ultima cena – hanno tutte una curiosa qualità onirica. Non so se questo dipende dalle fonti del film (Gibson, com’è noto, si è rifatto non solo ai Vangeli ma anche alle visioni di alcune mistiche medievali); certo è che per i primi quaranta minuti sembra davvero di assistere a un sogno – o meglio: a un incubo. La scena della flagellazione, invece, viene quasi interpretata dal regista come una gara sportiva di resistenza fra Gesù e Satana (che per tutta la durata del film fa la posta a Cristo, cercando di indurlo a far ricorso alle considerevoli risorse dell’onnipotenza e a tirarsi fuori dai guai, mandando così a monte la redenzione). Rivelatrice la preghiera di Maria, che dice al figlio (più o meno): «fino a quando vorrai prolungare tutto questo?». Gesù non subisce le torture: si sottopone volontariamente ad esse. Com’è comprensibile, il realismo della scena ne viene fortemente attenuato, e gli insulti dei soldati romani finiscono per destare piuttosto l’ilarità del pubblico che il suo disgusto. In effetti, contrariamente a quanto lasciavano presagire alcune anticipazioni, la flagellazione è perfettamente sopportabile; l’unica sequenza del film che si possa a buon diritto definire splatter risulta quella della crocifissione.

Dell’antisemitismo del film esito un po’ a parlare, perché appiccicare con disinvoltura etichette di antisemita non è una cosa simpaticissima. Quello che è certo è che per Gibson l’intera popolazione di Gerusalemme vuole la morte di Gesù. Fanno eccezione figure individuali: la Veronica e Simone di Cirene (che il regista, graziosamente, fa apostrofare con un didascalico «Iudaeus!» da un milite romano, tanto per chiarire che gli Ebrei non sono tutti cattivi…), e qualche gruppo anonimo di donne (ma più per debolezza femminile che per vera simpatia, direi: i loro uomini sbraitano e sputacchiano tutti quanti). Si potrebbe sostenere che questa è la prospettiva dei Vangeli; ma a ben vedere gli Evangelisti non dicono tutti le stesse cose: Luca, per esempio, non parla affatto di folle inferocite. Il regista si contraddice un poco: la famigerata frase «il suo sangue è sopra di noi e sopra i nostri figli» (che si legge soltanto nel Vangelo di Matteo) viene ripresa, ma messa in bocca al solo Caifa, non a tutto il popolo; e viene privata dei sottotitoli, ma rimane udibilissima.

Sulle qualità specificamente filmiche non c’è molto da dire: sono infatti quasi assenti. L’uso dello slow-motion, il curioso gusto gibsoniano per i piedoni che irrompono di botto nel campo della cinepresa pestando violentemente il suolo, e soprattutto le scene del corvo che punisce il ladrone cattivo, dell’impudica resurrezione e dell’inconcepibile lacrimone che piomba dal cielo a cose fatte, avrei preferito che mi fossero risparmiati.

Gli attori: Jim Caviezel (Gesù) si limita ad incassare botte, Monica Bellucci (Maria Maddalena) è espressiva come al solito (ma a lei molto è perdonato…). Su tutti spicca Rosalinda Celentano – chi l’avrebbe mai detto? – che è un Satana estremamente efficace.

Il miglior film sulla passione di Cristo, in conclusione, rimane ancora e sempre Jesus Christ Superstar

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