Recensione su Porte aperte al delitto

Un thriller psicologico un po’ datato ma godibile. Il cinema dell’epoca era lontano dal (cattivo) gusto grandguignolesco attuale, per cui privilegiava la caratterizzazione dei personaggi e la tensione emotiva più che lo choc visivo. Gli ingredienti sono quelli tipici e topici del genere, ma ben dosati. La focalizzazione zero annulla il mistero, tuttavia alcune scene (l’uccisione simulata del cagnolino, la mise en abyme del quadro kitsch in cui sono effigiati i genitori con l’adolescente terribile, la donna gettata nella buca dove giace un cadavere… ) regalano Spannung.