IL TACCUINO / 15 Febbraio 2020 in Le pagine della nostra vita
Prendete tutti i cliché del genere, masticateli, sputazzateli e servite a temperatura ambiente per circa due ore.
Storiella ridicolmente priva di estro che poteva essere scritta da chiunque con due settimane libere e l’obbligo di presentare qualcosa.
Lui ama lei, lei ama lui. Lui è povero, lei è ricca. La famiglia di lui appoggia, la famiglia di lei ostacola. GENIO.
Lui è bello bello in modo assurdo, ricco di sentimenti, di attenzioni. E’ un artigiano ed erige nidi d’amore con le sue mani. La versione maschile della Beatrice angelicata. Suo babbo, essendo povero, legge poesie in cortile.
Lei è graziosa e ricca. Suo babbo, essendo ricco, racconta barzellette con suore e puttane.
I due s’innamorano perché così è stato scritto e dovranno superare un sacco di prove alla ”
C’è posta per te” di Maria DeFilippi.
Basta…totale perdita di tempo.
??? Immagino che lei sia un fan di Boris, o sbaglio?
in effetti lo sono. Da cosa si evince?
GENIOOOH. Comunque tutto sommato credo che sia il “migliore” tratto dai romanzi di quel cane di Sparks, ma questo solo perché Cassavetes un minimo di mestiere ce l’ha.
Almeno non è troppo smarmellato.
stucchevole è dir poco. Però riscuote consensi.