Recensione su L'uomo che uccise Liberty Valance

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L'uomo che uccise Liberty Valance
Regia:

9 Dicembre 2014

Un lungo fhash back,che copre la durata di quasi tutto il film, ci porta a Shinbone, la cittadina dove il protagonista, il senatore Stoddard, diede inizio alla sua carriera politica.
La storia non fa altro che mettere a confronto l’est e il west. La legge dell’est contro le leggi non scritte del west, il deserto contro il giardino, la cultura contro l’analfabetismo, la civilizzazione contro l’inciviltà. Tutto ciò viene metaforizzato dal procuratore legale Ransom che viene dall’est e la cittadinanza di Shinbone, dove troviamo il noto fuori legge Liberty Valance, baluardo della violenza negativa, Doniphon della violenza “positiva”; interessanti poi sono la figura dello sceriffo fifone, del giornalista, della cameriera Hallie e dello schiavo Pompeo; ognuno di loro denuncia un problema di quella terra, come nel caso di Vera Miles (Hallie) quello di essere analfabeta.
Tom è un uomo che difende costantemente Ran dagli attacchi di Valance, è il cosidetto eroe fordiano, qui con dei tratti leggermente mutati; emergono i suoi sentimenti nei confronti della graziosa cameriera che gli danno una fragilità emotiva senza precedenti, una tale debolezza che culmina nel finale con una scena davvero insolita nel genere.
Doniphon e Stoddard raccontano due realtà lontanissime fra loro ma allo stesso tempo il film parla della loro unione che è legata dall’uccisione di Liberty Valance; Tom e Ran sono leggenda e realtà di una storia dove a prevalere sarà la leggenda, il mito del west.
Interessante come il regista dia spazio ai sentimenti attraverso un vero e proprio trio amoroso formato da Hallie, Tom e Ran; è un western che vede prevalere il dialogo dei personaggi, in particolare quelli con lo sceriffo e il giornalista, con Hallie, Pompeo e con la cittadinanza tutta, questo quasi sempre all’interno della cucina del ristorante, poche infatti sono le ambientazioni esterne, che erano invece il locus amoenus del western.
Questo di John Ford, è inoltre uno degli ultimi western che a differenza di altre sue opere a colori, realizza in bianco e nero in quanto la Paramount insistette per la realizzazione di un film dal budget più basso, ma questa come abbiamo visto non è l’unica novità in un film che racconta non solo il west ma anche la crisi di quel genere che negli anni Sessanta entrò in una fase crepuscolare, segnata dalla smitizzazione di prototipi e dei valori consolidati dalla tradizione.

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