Recensione su L'uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot

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L’impasto non regge / 5 Ottobre 2019 in L'uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot

Il titolo può far pensare a un film demenziale, ma in realtà The Man Who Killed Hitler and Then the Bigfoot è un curioso impasto fra un film d’avventura e un dramma nostalgico. Purtroppo l’impasto non regge: la parte avventurosa si riduce a due episodi – quelli appunto cui il titolo allude – che vengono sbrigati senza particolari elaborazioni o emozioni, e che sono francamente un po’ troppo eterogenei; la parte nostalgica è annegata in un eccesso di andirivieni temporali, di lungaggini e di eventi non spiegati (perché il seppellimento prematuro? Perché la pietruzza fantasma? Cosa c’è nella cassetta misteriosa?). Peccato.

2 commenti

  1. rust cohle / 24 Novembre 2019

    Il sasso che si toglie dalla scarpa è il coraggio di affrontare il suo passato con serenità, secondo me. Più volte nel film, Calvin, vorrebbe aprire quella scatola ma non ci riesce, come non riesce a togliersi la pietruzza dalla scarpa che lo “tormenta”.
    Credo che la scatola di legno sia una sorta di McGuffin, non importa quello che ci sia concretamente dentro, si può dedurre che siano i ricordi del suo passato, di un’altra vita.

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