Recensione su L'uomo che uccise Don Chisciotte

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Un’affascinante interpretazione del Don Chisciotte / 8 Ottobre 2018 in L'uomo che uccise Don Chisciotte

Prima di vedere questo film, ne ho letto e sentito i pareri di chi già l’aveva visionato. Pareri piuttosto discordanti, tra chi ne è rimasto deluso e chi addirittura ha gridato al capolavoro.
A mio parere, è un bel film. La trama non ha molta importanza, quanto piuttosto la potenza espressiva sia di alcune scene (Gilliam è un visionario) sia del “concetto” di base, una sorta di “rilettura” del Don Chisciotte, con una componente metanarrativa di riflessione sul cinema.
L’atmosfera generale, a parte l’inizio e certi momenti umoristici, è cupa (o perlomeno, io l’ho trovato tale) e malinconica, ed in questo aiuta anche l’ambientazione suggestiva ed un po’ fuori dal mondo.
Ottima l’interpretazione dei due protagonisti, ed in generale del cast.
Per quel che mi riguarda, il difetto principale del film sono i due principali personaggi femminili. Caratterizzate malissimo, entrambe iper-stereotipate.
E’ vero che in realtà anche i due protagonisti non hanno una caratterizzazione particolarmente approfondita, e del resto il film lavora su degli archetipi, non pretendevo dunque chissà quali sfaccettature profonde.
Ma i due personaggi femminili sono stereotipate all’eccesso, in maniera ridicola anche quando non vuole esserlo.
Ci si poteva impegnare forse un po’ di più, in tal senso.

E’ un film da vedere, a mio parere, senza dare particolare attenzione alle varie opinioni (comprese quelle ben argomentate), sia positive che negative, perché secondo me rientra in quella categoria di film in cui la “soggettività” ha un peso non indifferente. Si basa sull’impatto che un certo tipo di estetica, di messa in scena, suggestioni ed emozioni, può suscitare: è una questione strettamente personale. Se io effettivamente sono sensibile a questo tipo di immagini e “tematiche”, ci sta che altri non lo siano.

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