Recensione su L'uomo che uccise Don Chisciotte

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Tanta attesa per nulla / 23 Aprile 2020 in L'uomo che uccise Don Chisciotte

L’uomo che uccise Don Chisciotte è il development hell per eccellenza. Un film che ha impiegato circa 20 anni per venire alla luce, dopo essere stato rimaneggiato per circa 8 volte.
Il soggetto sembrava avere tutte le carte in regola per essere una storia magica e dai risvolti inaspettati, invece si è rivelata essere piatta, confusionaria e assurda. Onestamente l’ho trovato noioso e solo Jonathan Pryce merita una menzione particolare perché si rivela essere sempre un grande attore dove lo metti metti. Adam Driver non lo tollero. Un attore che non mi garba affatto in nessun film. A mio opinione è pessimo a recitare e totalmente inespressivo. Sembra essere la star degli ultimi anni, dato che lo si trova dovunque, ma cosa ci trovino in lui per me rimarrà un mistero. I due personaggi femminili sono probabilmente nulla di più inutile e irritante di tutto il film. Due stereotipi viventi.

Il destino aveva mandato messaggi inequivocabili a Terry Gillam ma lui non ha voluto dargli ascolto e dopo 20 anni ci ha regalato un film apoena mediocre che ha lasciato ben poco e di cui si poteva fare a meno. Forse nel 1998 avrebbe avuto il suo perché, ma oggi con questa sceneggiatura è un no.
Regia anonima e con pochi guizzi artistici (probabilmente solo quelli dell’evento carnevalesco con balli e maschere che si tiene all’interno del palazzo).

Voto: 5½ che arrotondo a 6 perché il finale tutto sommato è stato carino (anche se un po’ trash lo scontro coi giganti), ma la metafora di un finale non può compensare due ore di film quasi del tutto sprecate.

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