Parte alla grande, ma poi… / 17 Maggio 2016 in Operazione U.N.C.L.E.
Il film parte alla grande con l’inseguimento tra le strade di Berlino Est, ma poi si ammoscia rapidamente. Fatale la scelta di rappresentare lo scontro tra le due spie con toni semi-infantili: dispetti, bronci, vanterie. Insopportabile. Ma nonostante tutto non mancano alcune qualità: la prova di Henry Cavill (anche se il suo Napoleon è un personaggio più britannico che americano); momenti di humour, come l’agente russo (Armie Hammer, per il resto deludente) che si intende di moda femminile, o la scena della sedia elettrica; alcuni preziosismi stilistici relativamente originali, soprattutto per un film d’azione, come la scena dei motoscafi sovrastata dalla canzone «Che vuole questa musica stasera», l’omissione temporanea di una battuta fondamentale per comprendere l’azione o, al contrario, più avanti, di certe azioni fondamentali per capire le battute. Gli italiani, per una volta, fanno i cattivi, seppure non molto convincentemente. A proposito: perché non scegliere un’attrice italiana per la parte di Elizabeth Debicki?
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