Recensione su The Lone Ranger

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6,5 / 12 Luglio 2013 in The Lone Ranger

Gore Verbinski sa intrattenere, parliamoci chiaro, e, per sillogismo, sa fare cinema. La sua volontà di unire mito e realtà si traduce spesso in storie rocambolesche, ben architettate tecnicamente ma non ben definite. Il deficit visibile che ha questo film rispetto a Pirati dei Caraibi è questa presunta aderenza ad una realtà che pretende un passato, poco approfondita e che si palesa in un risultato che è poco più che una semplice storia per bambini. Parlo del cattivone e dei suoi banali spostamenti. Intendiamoci, poteva funzionare finchè le barbarie americane contro gli indios erano messe in mostra, perchè penso che la realtà storica sia poco differente da quella vista nella prima ora e mezza, ma poi tutto si sgretola in cliché e risoluzioni scontate. Ma la pretesa in questo senso non è molta, e forse è anche giusto così, pertanto, riprendendo le redini di un discorso più concentrato sull’intrattenimento, possiamo dire che le scene d’azione sono ben studiate e innescano meccanismi di piacere tra il parco divertimenti e il circense. E’ una visione poco impegnata quindi, piacevole ma non priva di fastidiosi accorgimenti di trama, ben nascosti da un impianto tecnico scenografico improntato su grandi impalcati del giostraio – Verbinski. La sequenza d’azione finale è esilarante, anche se i più schizzinosi facilmente storceranno il naso. Spassose le avventure dello strano prode destriero, un valore aggiunto alla grande macchina del divertissement.

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