Recensione su The Lobster

/ 20157.3469 voti

Non c’è libertà di rimanere soli e non c’è libertà di trovare qualcuno / 26 Luglio 2016 in The Lobster

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Non siamo liberi, ma neanche un po’.
Non siamo liberi di vivere aspettando che le cose accadano -o non accadano, chi lo sa- perché o succede e sei tra i normali o non succede e sei il diverso, l’emarginato, colui che deve essere considerato e trattato come tale.
Verrai punito, sarai da colpevolizzare, gli altri dovranno sapere che non rientri nella cerchia di coloro che hanno trovato l’anima gemella, quella uguale a te -perché avere quella cosa che vi rende uguali ti rassicura, ti fa pensare che basti ad essere felici, a renderti più vicino agli altri, quando poi ti troverai intorno ad un tavolo con lo stesso maglioncino di coloro di cui ti sei circondato a discutere del peso di un pallone da calcio di cui a nessuno importa-.
Quanta ipocrisia in un mondo di coppie felici che si sentono in dovere di donare, senza possibilità di scelta, questa felicità a qualcun altro.
Parafrasando:
Quanto ami tua moglie da uno a quindici? Quattordici. Dunque molto; potresti vivere senza di lei? Credo di sì. Chi dei due sopravvivrebbe senza l’altro. Io. Sapresti vivere da solo in un mondo in cui non puoi vivere da solo? Certo, amo la solitudine.
Ed ecco smascherato l’amore di chi si nasconde dietro una relazione perché rende tutto più facile. Di chi forse potrebbe ma preferisce non essere solo perché è la strada, a quanto sembra, con più ostacoli. Ostacoli creati da te stesso e da tutti coloro che si ostinano a pensare che non sia possibile intraprendere un’altra via. Carichiamo il timer per un conto alla rovescia e ci puniamo per non aver raggiunto l’obiettivo in tempo.
E devi stare male per questo. Perché hai fallito. Ma devi stare male anche se decidi di non accontentarti. Perché non scendi a compromessi. Perché non è giusto avere una scadenza. Perché non puoi vivere ogni cosa come un obbligo, non vuoi rientrare in uno schemino preciso secondo cui la solitudine equivale alla sofferenza, al pericolo, ad una morte solitaria e senza amore. Ma poi?
Neanche la parte dell’outsider è tanto facile da interpretare. Anche lì esci da un mondo che ti costringe a vedere la vita di coppia come la normalità, ad essere uguale agli altri, per poi entrare in un altro mondo non meno brutto in cui vivere da soli è sofferenza, è sacrificio, costrizione, ancora penitenza. Sei solo e devi faticare a sopravvivere. Ti sentirai braccato come una preda lo è dal proprio cacciatore che, infondo, ben poco se ne fa di quel bottino; serve spesso a riempire un vuoto, a dare un giorno in più a qualcuno per sopravvivere nel tentativo di poter vivere davvero.
E quindi? O sei con noi e ti adatti o non ti permetteremo di vivere in altro modo. Ti influenzeremo fino a farti credere che sia davvero così.

Non c’è libertà di rimanere soli e non c’è libertà di trovare qualcuno.

Lascia un commento