Recensione su The Lobster

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Lanthimosiano / 15 Dicembre 2015 in The Lobster

La pressione del debutto internazionale (nel cast, almeno) non snatura il lavoro del regista, la cui mano rimane ferma nel tratteggiare un mondo algido, straniato in cui la sofferenza è allo stesso tempo soffocata e amplificata da una strisciante sensazione di artificio, di cristallizzazione, di gelida struttura.
Su questo si riflette: le strutture dell’interumano, della socialità e dei rapporti interpersonali; tutto appare costruzione, obbligo, obbedienza all’auctoritas, sia la vita di coppia che la vita in solitudine, forme entrambe vigorosamente normate.

Rispetto a quello che, per me, rimane il suo capolavoro – Kynodontas – qui lo sguardo del regista si fa se possibile ancora più cupo, nonostante alcuni quadri sulla vita di coppia e sui tentativi di trovare l’anima gemella (il Graal della contemporaneità e di molto cinema di consumo) siano di un sapido umorismo.

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