16 Aprile 2013 in Furia selvaggia

(Sei stelline e mezza)

Western curioso, in cui la classificazione di genere ha puro valore statistico e non formale.
I temi affrontati non sono i conflitti a fuoco, le colt e gli speroni, pur presenti, ma i complessi edipici del protagonista che sfociano apertamente in un’ossessione (il desiderio di essere apprezzato da una figura maschile/paterna), ovviamente -visti gli esiti- mal indirizzata.
Essa è fondamento di ogni scelta ed azione di Billy: il suo comportamento rasenta la follia e l’esacerbazione dei suoi sentimenti è ben evidente nell’estrema teatralità delle pose di Newman, qui atrocemente bello e ed emotivamente tesissimo, un fascio di nervi ambulante.

Tre degli elementi più atipici della messinscena che mi hanno colpita maggiormente sono i dialoghi al limite dell’improvvisazione, i campi stretti, claustrofobici, che caratterizzano il girato all’interno degli spazi chiusi, rigorosamente di cartapesta, e la recitazione quasi farsesca di molti degli attori. I personaggi che ruotano intorno alla figura di Billy, infatti, sono poco più di macchiette, quasi ridicole: Tom (da non credersi: il Rosco di Hazzard!) e Charlie paiono ingenui come bambini e si lasciano trascinare dalla furia di Billy quasi per divertimento; Chelsea è una donna patetica ed irresoluta; Pat Garrett non sa imporsi su quel discolaccio di Kid; ecc.
L’inconsistenza dei comprimari accentua la totemica forza centrifuga di Billy che distrugge tutto ciò che lo circonda, pur senza averne davvero chiaro il motivo.

Nonostante tutti questi elementi originali e degni di attenzione, però, il film non mi è piaciuto particolarmente, proprio per via della sua estetica emotiva, troppo permeante, evidenziata a discapito di una narrazione più consistente.

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