30 Gennaio 2013 in L'ultima tentazione di Cristo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

In effetti forse di Scorsese andrebbe visto più tutto del quasi tutto che ho visto io. Ci stiamo lavorando su. Comunque, abbiamo quel gaggio di William Defoe gioooooovane, e con solo 54 rughe (al posto delle 6654 che ha ora), che fa il Cristo più umano della storia (del cinema, quello vero non esisteva. Ma sì che esisteva, ma no che non esisteva. Doveva essere qualcosa tipo il mago Silvan. Ma no. Ma sì! Boh. Ma tanto fa differenza? Ciao Gesù, se ci sei sega Silvan in due). Che le prova tutte per non dover accettare il compito che gli è stato assegnato dall’alto (eeeehh… che vuoi fare, ordini da sopra…) e non ci riesce. Resiste alle tentazioni nel deserto, dove parla con il Diavolo sotto forma di perdita del gas. Resuscita Lazzaro e poi fa una faccia che è come dicesse “Belin ma hai visto? S’è rialzato davvero!!!! Ma io dicevo così per dire…” e vorrebbe tanto non essere quel che è. Vorrei ma non posso. Accompagnato da Giuda-Harvey Keitel che l’è propri ‘n signur (no, sì, nel senso… minuscolo, che l’altro… uh, che confusione).
Ho già detto che c’è pure DAvid Bowie a fare Ponzio Pilato? Non è buffo come nei film ’80s ogni tanto spunti a far CUCU’ David Bowie?
Scorsese ha i mezzi, ricorda a tratti il sempresiacitato musical Gesù Cristo Superstella che era di svariati anni prima (qui invece la musica è di Peter Gabriel), e fa quel che vuole nel dare forma ai soliti paesaggi sabbiosi e aridi della Galilea e quella parti là, che basterebbero forse da soli a fare un buon documentario e se ci metti dietro un Regista (maiuscolo, stavolta) fanno un figurone.
Il film è lungo, luuuuuuungo, troppo, soprattutto nella prima parte, che non sta a dirci nulla di nuovo a parte qualche scena dall’espressionismo più truce ed esasperato del solito.
Ci ho messo fino alla fine per capire la tentazione del titolo – e faccio notare come, conoscendo prima la trama, mi sarei sputtanato alla grande la sorpresa.
La tentazione è scendere dalla croce e dire “basta, io non gioco più” (e porto persino via il pallone). E scoparsi Maddalena, e avere figli e invecchiare.
Hai vissuto questa vita,
l’hai accettata.
Non ti resta che morire. Morire come un uomo.
E lì io WOAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH O_O
Accettare. Morire.
WOAAAAAAAAAAAAAAAAAAH O_O
Però, che gran trip che ci si fa appesi sanguinacciolenti ad una croce.
Ed è lì che Gesù capisce, ed è contento. E la smette di rompere.
Sintesi: troppo lungo, canonico ma con dietro una precisa idea figurativa. Con scatto nel finalone. Morte come happy end.

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