13 Gennaio 2013 in The Last Station
Tolstoj e i suoi ultimi giorni di vita in salsa dolce e amara. Simpatici soprattutto gli sprazzi di commedia.
Tolstoj e i suoi ultimi giorni di vita in salsa dolce e amara. Simpatici soprattutto gli sprazzi di commedia.
L’intero film sembra girare attorno ad un’unica vicenda : la firma ad un testamento, che toglierà i diritti delle opere alla famiglia per passarli ad una compagnia devota allo scrittore.
Intorno a questo ruotano le tensioni della moglie di Lev, evidentemente preoccupata della sorte di ciò che suo marito è stato in grado di creare, la pressione di Chertkov che vuole a tutti i costi ottenere questa firma -giustificando l’atto come l’unico modo per diffondere la parola di Tolstoj al maggior numero possibile di persone- ed infine gli sconvolgimenti amorosi del nuovo segretario che saranno utili per capire quello che, le opere, volevano davvero trasmettere.
Il voto è 6 perchè non ho trovato nulla di davvero sconvolgente in questo film, ho amato -come detto da altri- il potere espressivo, soprattutto legato allo sguardo.
Non male, inaspettato. Soprattutto merita vedere l’intensità tradotta in gesti e mimica del volto, e la forte, mai dichiarata, ma molto ben messa in scena, “complicità dei vecchi amanti” (cfr. Brel/Battiato), il tutto con forti scelte più teatrali che filmiche. Vale certamente l’ora e 50 di visione.
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