5 Recensioni su

The Jacket

/ 20056.9112 voti

Noioso / 3 Maggio 2016 in The Jacket

Questo The Jacket sinceramente mi ha veramente annoiato. La storia è parecchio confusa, solo verso la fine effettivamente ci si capisce qualcosa, ma il livello di coinvolgimento è sempre basso. Peccato, l’idea non era affatto male e sicuramente si poteva fare molto meglio. Curiosità: c’è anche Daniel Craig, praticamente un anno prima di diventare il nuovo 007.

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26 Aprile 2013 in The Jacket

Adrien Brody e Keira Knightley sono rispettivamente un soldato con disturbo post-traumatico da stress e amnesia e una cameriera con un brutto rapporto con la madre. A partire da queste identità, il film si srotola avanti e indietro nel tempo, conducendoci in un loculo da obitorio che è la porta verso mondi passati, presenti e futuri. La capacità del protagonista di saltare nel tempo è il motore propulsore di un film che mescola thriller e metapsicologia e che ha il pregio di mantenere viva l’attenzione di chi guarda grazie ad una sceneggiatura abbastanza buona, una regia carina e non troppo banale e delle interpretazioni azzeccate.
Fotografia carina,così come le musiche di Brian Eno; infine il rischio di ingarbugliarsi in paradossi temporali irresolubili viene evitato per merito di un finale equilibrato e giusto, che conclude bene un film godibile.

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13 Gennaio 2013 in The Jacket

Fermo e piuttosto noioso per un’ora circa, migliora nei 45 minuti succesivi ma è tardi. Una storia ‘strana’ realizzata in maniera ‘standard’ con più di un paradosso

Dal ’92 al 2007 / 6 Novembre 2012 in The Jacket

Jack Stars (Adrien Brody) è un reduce della guerra del Golfo che soffre di amnesie in seguito ad una brutta ferita alla testa. Accusato di aver ucciso un agente, gli viene diagnosticata l’infermità mentale con l’immediato tra
sferimento in un manicomio criminale. Il dottore che l’ha in cura, nel tentativo di cambiare il suo comportamento apparentemente confuso e violento, lo sottopone ad una terapia d’urto, che prevede di rinchiudere il suo paziente in una cella (“il cassetto”) legato in una camicia di forza e di lasciarlo lì, per ore. Ma all’interno di quel claustrofobico minimo spazio vitale Jack, scoprirà un’altra dimensione, compirà una sorta di viaggio spazio-temporale, che dal 1992, lo catapulterà nel 2007 dove farà un incontro che ha a che fare con il suo passato.. e che inciderà sul LORO futuro.

Sono impazzita per gli occhi arrossati di Adrien Brody, che come sempre, sa come affascinarmi; mentre invece, come di routine, ho detestato la faccia semi-plasticosa della Knightley, troppo pulita e carina per fare “la ragazzaccia balorda, ubriacona e fallita”, ma vabè, questi sono giudizi fin troppo personali.
Ok, posso dire che The Jacket non sprizza originalità da tutti i pori, perchè tratta argomenti visti e rivisti, ma John Maybury ha saputo affrontarli con intelligenza, interessando lo spettatore (o almeno con me c’è riuscito) fino alla fine. Con un finale scontato, ma che non lascia delusi. Buona visione!

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2 Febbraio 2012 in The Jacket

Discreto film che mixa diverse idee per uno spunto abbastanza originale.
L’inizio è abbastanza confuso e lento con vari flashback del passato di Jack Stark (interpretato dal bravissimo Adrien Brody) e la sua reclusione in manicomio; ormai la perdita di memoria è abbastanza abusata negli ultimi film dopo essere stata sfruttata magnificamente da Nolan in Memento.
Abbastanza agghiacciante l’idea di rinchiudere qualcuno in un loculo dell’obitorio (anche se Jack Stark lo chiama continuamente cassetto, dà più l’idea del loculo dove vengono rinchiusi i cadaveri).
Poi il film decolla abbastanza nella seconda parte; nei viaggi temporali di Jack dove incontra una ragazza un pò particolare (la bellissima Keira Knightley in una parte intensa). Sull’identità della sconosciuta ci si mette circa un secondo a capire chi possa essere ma il regista non aveva l’obiettivo di tenere nascosta la sua identità.
Il film mi ha sollevato anche qualche dubbio, uno dei quali dovrei averlo già rimosso, legato sempre alle leggere incongruenze dei viaggi del tempo.
Il finale è abbastanza aperto e non si sofferma troppo sulle spiegazioni.

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