Un sentiero lucente da mare a mare / 27 Giugno 2013 in Il cavallo d'acciaio

Di questo capolavoro fordiano circola su youtube una magnifica versione con pellicola cangiante che alterna il giallo seppia del giorno al blu elettrico della notte; non so se è un rimaneggiamento dell’originale, l’effetto è bellissimo. Epica ricostruzione dell’ hell on wheels, l’odissea terrestre della realizzazione di una ferrovia che percorre gli Stati Uniti come un “lucente sentiero da mare a mare”, questo film è una storia nella Storia, con il tipico intreccio tra finzione romantica e realtà di fatti e personaggi, mitici e mitizzati, dell’ottocento americano. Due linee ferroviarie, la Union Pacific e la Central Pacific, cercano il loro punto di giuntura (the wedding of the rails) attraverso pianure popolate da indiani sul piede di guerra; Abe Lincoln deve scegliere se dare soldi alla guerra o alla ferrovia, e in uno dei tanti momenti di retorica americana alla ‘pump and circumstance’ sceglierà per il bene del progresso e della pace futura. Migliaia di lavoratori, irlandesi, italiani e cinesi, batteranno i loro lunghi martelli cantando Drill, ye tarriers drill, esposti ai rigori dell’inverno e alle frecce dei cheyenne, disposti a far finire uno sciopero – per il bene della retorica nazionale – anche solo per gli occhioni luminosi della figlia del padrone. In attesa delle mandrie, dovranno contentarsi di masticare la stoppacciosa carne di bisonte, gentilmente procurata da un cacciatore d’eccezione, il giovane Buffalo Bill.
L’evolversi della Storia scorre in parallelo con lo screenplay; il giovane Davy Brandon, figlio di un agrimensore che ha dedicato la sua vita al sogno di una ferrovia transcontinentale ucciso a sangue freddo dal rinnegato Due-Dita, troverà il passaggio tra le Black Hills che consentirà all’impresario Marsh di evitare la costosa deviazione attraverso lo Smokey River. E troverà naturalmente la vendetta per suo padre, oltre alla classica irrinunciabile storia d’amore.
L’intrepido belloccio al centro della storia è interpretato dall’ottimo George O’Brien, lo stralunato protagonista in “Aurora” di Murnau, a cui si affianca un buon cast nel quale eccelle il caratterista J. Farrell Macdonald nel ruolo del rustico irlandese caporale Casey.
Un film epico che non dovete perdervi davvero, se amate il Cinema.

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