Vecchie glorie / 4 Dicembre 2019 in The Irishman
Non è perfetto, ma meno male. Se questo formidabile vecchietto avesse superato ancora una volta sè stesso, avrebbe sancito una insuperabile gerontocrazia del cinema. Invece no, questa è una magnifica gangster-story diluita e calma, con movenze rallentate e una fotografia che imbambola di colori saturi, rifinita con tocco da miniaturista…ma ok, c’è stato di meglio e ce ne sarà. C’è tutto il parterre de roi della corte di Scorsese, il trio divino DeNiro, Pesci, Pacino, invecchiato e ringiovanito con resa diversamente efficace; a mio avviso De Niro giovane sembra un personaggio zemeckisiano in performance capture, molto meglio il lavoro fatto su Pacino. Detto questo, la storia si segue con stupore e profonda ammirazione, al di là dei significati e degli accenni di redenzione. Tra questo e Roma di Cuaron, si può dire a ragione che ora Netflix è diventato grande.
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