6 Recensioni su

L'uomo invisibile

/ 20206.393 voti

Finale prevedibile / 29 Gennaio 2023 in L'uomo invisibile

Un thriller fantascientifico con una discreta suspence, ma nel complesso abbastanza tradizionale, con effetti speciali un po’ al risparmio e un finale molto prevedibile. Sempre ottima Elisabeth Moss. Tratto molto liberamente dal romanzo omonimo di H.G. Wells, di cui mantiene solo il tema e il cognome del cattivo.

Da vittima a virago / 28 Febbraio 2022 in L'uomo invisibile

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

L’idea di Wells è attualizzata in un dramma che vede una donna vittima di un persecutore invisibile grazie ai prodigi di una tecnologia ormai non tanto avveniristica. La pellicola comincia come thriller psicologico per poi svilupparsi in sequenze viepiù dinamiche. Più della sceneggiatura, che sconta un po’ il politicamente corretto del riscatto muliebre, valgono certi particolari: il mare dell’apertura, simbolo della libertà, l’intrusione nella villa deserta, la sparatoria sotto la pioggia battente… soprattutto l’espressione trionfante della protagonista nell’ultima scena. Colonna sonora ad hoc.

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Metafora sugli abusi domestici riuscita a metà / 26 Novembre 2021 in L'uomo invisibile

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Film horror non particolarmente originale nella messinscena che prende spunto dall’omonimo romanzo di H.G. Wells. Nonostante che non rinnovi in maniera peculiare il genere cinematografico, riesce a mettere in scena senza troppi stereotipi o facili pietismi il dramma atroce della violenza sulle donne in ambito domestico.

Il pregio maggiore del film Blumhouse L’uomo invisibile scritto e diretto da Leigh Whannell (già soggettista e sceneggiatore del primo Saw), infatti, sta nella capacità di materializzare sullo schermo e in forma quasi metaforica molti dei meccanismi perversi tipici dell’abuso domestico.
In particolare, quella che -appunto- ho inteso come una metafora raggiunge l’efficace apice quando la donna vittima di violenza afferma che il marito la sta perseguitando e minacciando, anche se l’uomo è stato dichiarato morto. Nessuno sembra disposto a crederle. Gli stalker agiscono spesso nell’ombra, come uomini invisibili (appunto), in maniera imprevedibile, per disorientare le proprie vittime e renderle poco credibili agli occhi di terzi.

La protagonista, Cecilia (Elisabeth Moss), è una donna che, progressivamente, nel corso del matrimonio, ha perso ogni forma di indipendenza, a causa dell’oppressione del marito Adrian (Oliver Jackson-Cohen) che la considera una sua proprietà materiale. A causa di Adrian, Cecilia non lavora più (era un architetto), non è più indipendente dal punto di vista materiale ed economico, non cura il proprio aspetto esteriore. Adrian la considera incapace di fare qualsiasi cosa e, per questo, la rimprovera e picchia costantemente. Cecilia è costretta ad avere rapporti sessuali con un compagno che la repulsa e che vuole da lei un figlio (per legarla ulteriormente a sé/ricattarla).
Il ricco marito si fregia anche del merito di saper leggere i suoi pensieri, intuendo i propositi di ribellione della donna. L’uomo non sopporta l’idea che lei sia disposta a lasciarlo.
Il campionario di bestialità è decisamente assortito.

Nel film, l’angoscia e il terrore provati da Cecilia subito dopo la fuga e quando intuisce la (assurda) presenza del marito nella sua nuova vita sono quasi palpabili.
E, infatti, è nella prima parte del lungometraggio che si concentrano le soluzioni narrative e visive migliori (ci sono diversi momenti in cui la macchina da presa asseconda chiaramente il punto di vista dell’intruso e, dato che, per il resto, non mi pare di aver notato altri guizzi degni di nota, mi sarebbe piaciuto vedere l’intero film concepito in questa maniera! A latere, a proposito di elementi tecnici e formali, mi è sembrata molto interessante la ricca colonna sonora strumentale di Benjamin Wallfisch che ricorda quelle dei vecchi noir).

Svelato l’escamotage con cui Adrian riesce ancora a essere negativamente presente nella vita di Cecilia, secondo me, il film perde ogni slancio e peculiarità, per diventare un più convenzionale “film di sopravvivenza”.

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Il voto sarebbe un 6.5 / 28 Maggio 2021 in L'uomo invisibile

Adattamento in chiave moderna del romanzo “L’uomo invisibile” di H.G. Wells.
Cecilia (Elizabeth Moss) fugge di notte di casa; da anni è intrappolata in una relazione violenta e degradante con il ricco uomo d’affari Adrian Griffin. Con l’aiuto della sorella
Emily raggiunge la casa del suo amico James che vive lì con la figlia adolescente Sydney (Storm Reid vista in “Nelle pieghe del tempo”). Due settimane dopo la sorella le dice che Adrian si è suicidato ma una serie di strani incidenti iniziano ad accadere a Cecilia e a chi
la circonda.
Interessante rilettura aggiornata ai nostri tempi dell’Uomo invisibile; con la moderna tecnologia da una parte è più facile apparire invisibili anche se l’aumento di telecamere e strumenti di sicurezza la potrebbe rendere più complicata. Inoltre il punto di vista stavolta
è quello della donna che come purtroppo troppo spesso accade è vessata e tormentata dal
compagno (marito o fidanzato che sia).
Qualche complicazione nel finale ma il film è abbondantemente sufficiente.

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Intrigante! / 21 Aprile 2020 in L'uomo invisibile

Non l’ho iniziato con grandi aspettative e invece mi ha colpito.
La follia nella vita di Cecilie da quando lascia Adrian aumenta ogni giorni di più e nessuno le crede… ed è difficile (davvero lo è?) trovare prove di cio che lei racconta…
Insomma, un bel thriller dall’inizio, anche se parte con toni un po’ surreali, quasi horror (quel vedo-non-vedo che ricorda i fantasmi) e senza tanti colpi di scena a parte qualche momento ben diretto (la scena della doccia nella stanza di ospedale, ad esempio) o altri un po’ ridicoli (tutti quei poliziotti atterrati e nessuno si accorge che lei non diceva caz**te?!).
Comunque anche del finale sono rimasto sorpreso!
Un 7,5 glie lo concedo.

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Più che buono / 5 Aprile 2020 in L'uomo invisibile

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Trasposizione moderna del classico di H.G. Wells con la protagonista di “The Handmaid’s Tale” Elisabeth Moss e scritto e diretto da Leigh Whannell, già creatore della saga di “Saw”.
Direi che è interessante l’apertura in media res che ci catapulta subito nel cuore della faccenda.
Il resto è un film onesto che sfrutta bene la tensione e la colonna sonora ben scritta. È una storia classica quindi non ci si aspetta dei grandi guizzi narrativi, seppure non sappiamo (e non sapremo) come siano andate realmente le cose.

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