6.5 / 22 Dicembre 2011 in Le idi di Marzo
Ero partito prevenuto lo ammetto. Da una parte c’erano due buone prove da regista di Clooney (“Confession of a Dangerous mind” e “Good Night and Good Luck”), dall’altra tutte le pagliacciate che lo stesso Clooney ha fatto negli ultimi tempi (“In amore niente regole”, “Burn after reading”, “L’uomo che fissa le capre”, “The american”). In più c’era un tema interessante (quello della politica e della corruzione che serpeggia nelle stanze del potere) e un regista molto politico che predica bene e razzola male. Non nascondo la mia poca simpatia verso il belloccio Clooney che secondo me si sta buttando via e, anche se nella prima parte “le Idi di Marzo” sembra un pò scontato e molto propagandistico (Clooney ha addirittura gli stessi cartelloni della campagna elettorale di Obama), in realtà non si rivela così male nel finale.
Non siamo ad alti livelli, non è quel cinema politico che rimane scolpito nella storia (d’altro canto anche “Leoni per agnelli” di Redford è stato piuttosto deludente), non è neppure intenso come “Frost/Nixon” Howard, ma è un buon film sullo spirito che serve per affermarsi in un ambiente in cui il tradimento è all’ordine del giorno. Disillusione, corruzione e il continuo approfittarsi degli altri. La politica secondo George Clooney è questo. Gli ideali passano in secondo piano.
E con rammarico bisogna ammettere che purtroppo e un pò dovunque è davvero così.

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