24 Dicembre 2012
Da dire che la Bigelow sta in una teca da idola per Strange Days, oltre a essere una delle rarissimissime registe in circolazione – sì, no, brave intendo (ahah, l’unica regista donna che fa film da uomini, si trova scritto:D).
C’è questa squadra antiesplosivi in Iraq che affronta quotidianamente blu le mille bombe blu. Gli salta l’artificiere, ne arriva un altro, apparentemente pazzo come un cavallo ma a cui tutto riesce sempre alla perfezione. Non si capisce bene perché questi 3 debbano quasi sempre esser soli a fare quel che fanno, danno un po’ l’idea dei cavalieri solitari nel deserto contro i cattivi, mentre invece immagino che a far la guerra serva un po’ più di organizzazione.
Comunque, tener alta la tensione con delle bombe che non sai se scoppiano nemmeno è così difficile, lo diceva anche Hitchcock a Truffaut, non capisco neanche perché nei film americani quando ci sono degli arabi sono sempre urlanti e sembra sempre che dicano allah allah allah in continuazione.
Il sottotesto parla della guerra e del male di vivere che ne consegue, e che resta dentro anche quando si torna a casa.
Il protagonista, che nel suo scafandro fa un figurone, nel finale è di nuovo al fronte perché quella è ormai la sua quotidianità, in cui si ritrova, e non la è più vivere in una villetta a schiera di una cittadina yankee (del cazzo, qua ci stava un del cazzo) con moglie che non lo capisce, figlio e caminetto. Pure il caminetto che non lo capisce. Perché, lo dice pure la locandina, la guerra è una droga ecc.
Piuttosto perplime che alla fine il protagonista sia ancora il più vivo di tutti, tenuto conto dei rischi al limite dello stupido che si prende, e anche gli arabi sembrano un po’ babbazzi, e falle esplodere prima queste bombe, cosa aspetti che te le disinneschi a fare? Ciò detto, a me il film è ben piaciuto, giustamente teso come una corda di violino e no risparmi nello scavare un po’ nei tre soldati spersi tra sabbia e allahallah. Per esempio prima lo sapevate come prende la mira un cecchino? Ok, non serve a una mazza, però…
Poi perché lo abbiano voluto tempestare con una grandine di oscar non lo so. Cioè, I mean, lo so, i nostri ragazzi al fronte, la guerra è brutta ecc, però non son d’accordo.

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