Recensione su The House of the Devil

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The House of the Devil
Regia:

11 Febbraio 2015

Dal giallo e dai caratteri dei titoli all’inizio e alla fine del film ti accorgi di quanto ‘sto film possa puzzare di anni ’70, la trama va avanti e puzza ancor di più di anni ’70 e.. e la cosa mi piace da matti. The House of the devil è il secondo film di Ti West che ho modo di vedere e secondo me merita anche e soprattutto la vostra attenzione.

Ambientato negli anni ottanta, con una giovane studentessa come protagonista interpretata dalla bella Jocelin Donahue The House of the Devil è un horror raffinato, con un ottimo gioco di luci ed ombre ed un movimento di macchina notevole. La studentessa Samantha Hughes è al secondo anno di college, ama la musica e non ha un soldo, ha preso in affitto una casa che probabilmente non arriverà a pagare (visti gli sviluppi della trama) ma è felice. Entusiasta per aver trovato un lavoro come baby-sitter a Samantha vengono offerti 400 $ per dare un’occhiata all’ospite della casa Ulman. Il bello del film è quel senso di inquietudine che sale, cresce dentro noi grazie alla protagonista. Lo stato d’animo di Samantha passa dalla preoccupazione per la mancanza di danaro alla felicità dovuta al lavoro trovato e, ancora, all’inquietitudine e alla paura. Inquietudine, questa è la parola chiave: chiamata per lavorare come baby-sitter la nostra se la vedrà con una strana coppia, il tutto mentre è in atto un’eclissi lunare.

The House of the Devil è il secondo film di Ti West che vedo e posso ritenermi più che soddisfatto. Attraverso una serie di carrellate e panoramiche, primi piani sulla protagonista ed una colonna sonora che punta sugli archetti quel tanto che basta per farti drizzare dalla poltrona in uno o due momenti, Ti West realizza un prodotto che vale e che sembra strizzare l’occhio alle pellicole low budget a cavallo degli anni ’70 e ’80. L’auotre riprende la paura dei rituali satanici, ci spruzza un po’ di Rosemary’s Baby ed un pizzico di sano splatter (che non fa male).

Forse l’unica cosa che avrei evitato, non mi ha convinto molto, è la realizzazione del demonio/madre. Fossi stato in Ti West avrei continuato a spingere sull’angoscia. Come direbbe Hitchcock: non c’è terrore nello sparo ma nella sua attesa.

DonMax

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