Recensione su The House

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Animazione spettacolare, significato trito / 16 Gennaio 2022 in The House

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

The House è un film di animazione Netflix, prodotto da Nexus Studio, realizzato in stop motion, composto da 3 episodi e diretto da altrettanti registi famosi nel settore del cinema di animazione a passo uno: il sudafricano (belga d’adozione) Marc James Roels e la belga Emma De Swaef; la svedese Niki Lindroth von Bahr (premiata ad Annecy con The Burden, 2017); la britannica Paloma Baeza.
Tra i doppiatori, ci sono noti attori britannici: Matthew Goode, Miranda Richardson, Helena Bonham Carter, Mia Goth. Ciliegina sulla torta, il cantante Jarvis Cocker che, oltre a doppiare il protagonista del secondo episodio, ha scritto (insieme all’autore delle musiche del film, Gustavo Santaolalla) la significativa canzone che accompagna i titoli di coda di The House. Dopo le collaborazioni con Wes Anderson (Fantastic Mr. Fox e il video animato di uno dei brani della colonna sonora di The French Dispatch), il frontman dei Pulp sembra aver preso gusto a partecipare a progetti animati.

I 3 episodi sono legati da un filo conduttore: una villa bella e misteriosa progettata da un architetto folle e inquietante che esercita un fascino particolare sulle persone che, nel tempo (e, forse, in dimensioni fisiche diverse e parallele), ne diventano proprietarie.

Dal punto di vista tecnico, i 3 corti che compongono il film sono strepitosi: il livello di dettaglio raggiunto (e di rispettiva astrazione) è davvero spettacolare.
L’atmosfera è misteriosa e misterica, a tratti horror.
Il progetto mi ha lasciato abbastanza perplessa dal punto di vista narrativo, perché, se ho ben inteso il significato dei singoli corti, si riduce essenzialmente a “le cose che possiedi, alla fine, ti possiedono” (cit.).
Al di là della palese oggettività del concetto, mi è sembrato che, nel film, non emerga nessuno scarto epifanico che (al di là dell’uso dell’animazione a passo uno) metta in scena questo assunto con particolare originalità.
Forse, il terzo episodio è quello che suggerisce un concetto leggermente più elaborato, cioè: “trasforma la tua ossessione in una possibilità”.
Per il resto, questo film mi è sembrato “solo” gioia per gli occhi.

(Cinque stelline e mezza)

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