Deludente, e nemmeno tanto / 10 Ottobre 2015 in Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato
Flop secondo me..

Flop secondo me..
Un gruppo di amici che ama fare escursionismo organizza un gitone. Vabbé, no, ma quasi. Bilbo Baggins è lo Watson di Sherlock, il quale Sherlock per empatia compare anche in un cameo senza che gli si veda la faccia – si nota che una delle poche serie che vedo è Sherlock? Guardate troppa tv U_U – dicevo? Ah, Bilbo è una specie di hobbit nerd (per quanto in potere di uno hobbit) e borghese piccolo piccolo, che se la vive senza fare un ca**o a Hobbitlandia. Gli altri almeno due colpi di zappa per terra ogni tanto li fingono, lui proprio no. Una sera gli compare Gandalf, coi suoi capelli sporchi, e gli chiede se per cortesia può fare una doccia. No, compare e gli mette un segno sulla porta, così, tiè, un’allegra combriccola di nani comincia a raggrupparsi e a svuotargli la dispensa. Gandalf ha scelto Bilbo, per non si sa quale ragione, per completare questo squadrone di nani che, al seguito di un re nano, deve andare a riprendere una montagna che era il loro regno e usucapionata da un drago. Passa Frodo, così, giusto per farci sentire a casa. Perché mai Bilbo va con loro? A rischiare la vita migliaia di volte anziché stare a casa a cazzeggiare e guardare porno per hobbit? Non è dato sapere, ma parte. Partire è un po’ morire, ma evidentemente restare gli faceva più schifo. Un gruppo dove vige un po’ l’estetica del capello bisunto, si è detto, e che affronta enneplici ostacoli, naturali e no. Il meccanismo narrativo fondamentalmente è questo: loro rimbalzano da un guaio all’altro, sembrano spacciati finché non arriva dal niente qualche loro amico, rimasto indietro o che aveva promesso di aiutarli alla bisogna, a salvarli. Nel finale, vengono presi da delle aquile inviate da Figandriel, la elfa gnocca, che gli fanno fare più strada in 4 minuti di tutta quella che avevano percorso sti poveracci a piedi nelle tre ore precedenti. In 4 minuti! Prendetelo subito, il taxi! E poi si ricomincia. Ma sono talmente tanti i mostri e ostacoli che uno figo lo si trova per forza dato che, come immagino si sia capito, é più questione di rimpolpare e dare linfa ad un immaginario e una geografia del fantastico che a una trama. A me ha fatto impazzire la battaglia in montagna con i giganti di pietra, WHOAAA (disclaimer: non si va in montagna con quel tempo! é da idioti – o da nani), in altri istanti si scivola con la ruzzolosità di un videogame (la fuga sotterranea dai goblin). I paesaggi dietro sono strafichissimi e i nani corrono sulle montagne visti da mdp volanti e la Nuova Zelanda è tutta così per davvero e dopo un po’ che palle. Tutto detto, non si arriva mai a trascinare i piedi, c’è un pezzone con Gollum che è probabilmente l’unico sceneggiato davvero e i cattivi escono a zampilli, e sbavano e colano e perdono i pezzi. Dovevo andare a vederlo al cinema, avrei preferenza di esser pronto per il terzo.
La parte di Gollum mi ha fatto spanzare ahah Per il resto, inizio molto lento
Elfi, gnomi e orchi fanno parte del mondo fantasy che più adoro! (Per la cena di Natale a tema “protagonisti di film” avevo scelto di vestirmi da Arwen, ahimè poi la parte “a tema” è stata cancellata, quindi andrò a una normale cena di Natale)
Il film dura quasi 3 ore, e io mi ricordavo di averne visto un pezzo quest’estate, quindi ho pensato “finiamolo prima di vedere il due” ah-ha, sì, finiamolo. Prepara la stanza: luce soffusa, qualche patatina, copertina, letto, portatile sul portapc a pois (♥) e via!
Più il film andava avanti e più dicevo “ah sì, ecco sono arrivata lì” dopo altri 20 minuti “ah no, mi sa che ero arrivata qui”. Alla fin fine vedo una scena e dico “ok, no, ero arrivata qui”, sbircio la linea del tempo di vlc e..parapapàààà ero ben a 2 ore e 30. Eh sì, il pezzo che pensavo di aver visto non era altro che il film intero -.-
Un plauso alla mia memoria da pesce rosso.
Un plauso al film che dura 3 ore, ma non si sentono.
I nani li adoro, riguardando bene ho scoperto che Thorin Scudodiquercia assomiglia un sacco a mio zio. Il nano arciere lo amo, sì, è proprio bello, sì è vero è il più bello e l’unico che ha le fattezze umane..però…eh.
La signora Galadriel, gnocca come sempre, eterea come sempre e secondo me Gandalf e la Dama di Lòrien un po’ si amano. Bilbo lo amo, il re dei Goblin pure, con quella pappagorgia molliccia!
Scene divertenti. E comunque si vedeva di già che Saruman non era molto buono.
E sì, l’ho letto tanto tempo fa…ma mi pare molto fedele al libro..anche perchè…100 pagine son diventati tre film 😀
Dopo la prolifica trilogia del Signore degli Anelli, Peter Jackson si ributta a capofitto nell’universo tolkeniano, portando sul grande schermo il più importante viaggio dell’hobbit Bilbo Baggins.
Con una storia meno epocale rispetto al suo predecessore cinematografico (ma non per questo meno interessante), Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato reintroduce nuovamente quelle ambientazioni fantasy, fatte di bellezze naturali, creature fantastiche, razze variegate e battaglie tra bene e male, che tanto avevano sbalordito lo spettatore che aveva seguito la storia di Frodo e della Compagnia.
Avventuroso e dinamico. Per chi sentiva nostalgia della Contea, di Gran Burrone, degli hobbit, dei nani, degli orchi, degli stregoni. Dell’avventura insomma. Un ritorno molto gradito.
Devo dire che ancora non ho terminato la visione della “Trilogia Dell’Anello” (mi manca il 3°) appunto perchè non riesco a stare tutto questo tempo immerso nel mondo incantato di elfi, troll, hobbit e stregoni! Il film rende molto bene: storia appassionante, personaggi mistici, ottimo montaggio e scenografie… Interessante l’incontro con Gollum, affascinante come sempre Cate Blanchett. Cinematograficamente è un 8,5, ma da pubblico devo ammettere che mi sembra di rivedere “Il Signore Degli Anelli” dall’inizio…ma voglio sperare non sia cosi. Attendiamo gli altri capitoli per giudicare al meglio la nuova Trilogia di Jackson, Per ora un bel 7.
Una nota di merito a una citazione (di Thorin): “Tu. Cosa credevi di fare? Ti sei quasi fatto uccidere. Non ti avevo detto che saresti stato un peso? Che non saresti sopravvissuto alle Terre Selvagge? Che non c’è posto per te tra noi? … Non mi sono mai sbagliato tanto in vita mia…” MI ha fatto venire gli occhi lucidi. 🙂
Lo Hobbit-Un viaggio inaspettato è il primo film di una nuova trilogia diretta dal regista neozelandese Peter Jackson, tratta da un romanzo dell’illustre scrittore J.R.R Tolkien. Dal principio il film era molto atteso, i fan della saga cinematografica de “Il signore degli anelli” (ma anche gli appassionati di Tolkien) non vedevano l’ora che il film uscisse, grande era l’attesa e c’era un ampio pessimismo nei confronti di questo film. L’opinione generale era che il romanzo de “Lo Hobbit” fosse molto meno epico rispetto al Signore degli anelli e, questo forse è vero, si temeva dunque che la trilogia potesse essere un semplice tentativo di fare soldi disonorando così tutto il grande lavoro che era stato fatto intorno al kolossal precedente.
Molti però erano rassicurati dal fatto che Peter Jackson sia un regista di tutto rispetto che tiene sempre molto ai suoi lavori. Ho pensato di recensire questo film perché sono sempre stato un appassionato dei libri di Tolkien e della trasposizione cinematografica de “Il signore degli anelli”.
Però non solo per questo, ho notato che molti hanno dato pesanti critiche negative al film e allora ho pensato che quelle critiche fossero piuttosto infondate basate moltissimo sul pregiudizio.
Credo che il film sia fatto molto bene, oltre ad avere un montaggio delle scene da paura, possiamo apprezzare la recitazione impeccabile di quasi tutti gli attori che contribuiscono a far immedesimare il pubblico nella situazione pur restando un film fantasy basato su un libro per bambini.
Di questo film una delle cose che penso è che sia stata una scommessa da parte del regista, una scommessa molto azzardata e tra l’altro coraggiosa.
Coraggiosa per due motivi:
il primo è che dopo aver fatto una grande trilogia epica come Il signore degli anelli, fare un film basato su un romanzo rivolto più ai bambini e con toni decisamente più grotteschi è una cosa che può risultare sgradevole agli spettatori e può far perdere di credibilità anche sui film precedenti.
Il secondo motivo è molto banale: sarebbero potuti sembrare troppi film con la stessa modalità di lavoro e basati su romanzi ambientati nello stesso mondo immaginario. Sembrerà strano ma tutte queste cose non bastano a poter dire che questa nuova trilogia è una pessima idea e questo lo si può facilmente dimostrare, perché le stesse cose si sarebbero potute pensare già prima dell’uscita del film.
Dunque bisogna giudicare il film dopo averlo visto e dopo aver fatto un’analisi attenta (cosa che io ho fatto) e non giudicare la scelta di averlo fatto.
Ho parlato della scelta del regista neozelandese e ora vorrei parlare del film in se per se. Ripeto che la recensione la faccio proprio perché voglio far capire che le critiche rivolte a questo film sono fuori luogo.
Nelle singole parti il film forse non è epico ma la trama lo è !
Cosa c’è di più epico di un gruppo di nani che si incamminano per riconquistare la loro patria ?
Oltre a questo io penso che PJ si sia superato perché è riuscito a dare la giusta miscela di action e ad amalgamare il tutto rendendolo molto unito e compatto analogamente con la precedente trilogia.
Però io penso che il modo giusto per valutare il film sia distinguerlo da il signore degli anelli…perché lo hobbit è lo hobbit, con la sua trama i suoi difetti etc…
E forse nel libro la differenza tra le due opere si nota meno, però quando viene trasportato sul grande schermo si nota di più…molto di più.
Per giudicare bene ovviamente bisogna aspettare la conclusione della trilogia con l’uscita dei prossimi due capitoli, ma questo lo si può fare in grande tranquillità perché questo primo film fa ben sperare.
Una delle critiche negative più stupide rivolte a questo film sta nella teoria secondo la quale che questo film sia fatto solo per le tante unità di effetti speciali presenti all’interno.
FALSISSIMO !!!!!
A questi io rispondo “Quello lo è avatar” !
“Non Lo hobbit”.
Questo film l’ho visto in HFR ma di questa tecnica di fare film non parlo perché vorrei farlo appositamente…non ora.
Dico solo che mi sembra che sia una novità sensazionale e prevedo anch’io che i 48 fotogrammi al secondo rappresentino il futuro del cinema.
In conclusione credo che il film non sia perfetto e da 10 per vari motivi:
il primo motivo è che bisogna aspettare gli altri due film per giudicare al meglio.
Gli altri motivi sono dovuti alle scene un po’ ai limiti del delirante come quella del re dei goblin nella caverna e battutacce deficienti come “fu così che nacque il gioco del golf”, oppure ” Radagast si fa di funghi allucinogeni”.
PJ è riuscito a renderlo un film per il buon pubblico di tutte le fasce quindi queste battutacce le trovo insensate.
Prima di vederlo,confesso, ero titubante dopo una cultura Tolkeniana coltivata in letture e riletture infinite pensavo di rimanerne deluso. Invece mi sbagliavo, Lo Hobbit è un film che sa coinvolgere e regala quella magia che solo i grandi film possono dare.
Divertente al punto giusto,epico e soprattutto instancabile, l’ho acquistato appena uscito e già me lo son rivisto 2 volte ,più lo guardo più mi piace.
L’unico aspetto negativo l’ho trovato nel doppiaggio del personaggio di Gandalf,preferivo Gianni Musy purtroppo scomparso, gli dava una voce più magica e speciale.
Sono in trepidante attesa dei due seguiti,anche se avrei preferito un film unico,ma è andata così.
Lo consiglio, a tutti quelli che vogliono immergersi in un universo fantasy e sognare ad occhi aperti.
Voto 10
Un film piacevole, che però ha uno spirito più gioioso rispetto alla trilogia del Signore degli anelli… Da vedere, sicuramente. Forse non ne avrei fatto un’altra trilogia, ma al massimo due film… vedremo!
M’è piaciuto un sacco, e pensare che ero partita mooolto scettica visto che durante alcuni pezzi di LOTR mi ero un po’ annoiata.. Invece Lo Hobbit è tutt’altra cosa, ci sono momenti da ridere e momenti seri dosati in maniera ottima.
Bellissime entrambe le canzoni dei Nani.
Mitica e coinvolgente scena tra Bilbo e Gollum (personaggio che, diciamocelo, abbiamo rivisto tutti volentieri.. presumo).
E’ comodissimo rifugiarsi in una formula divenuta riferimento nel Cinema di genere, ma tra le baracconate di Jackson e un soggetto notevolmente meno affascinante, un inevitabile senso di déjà-vu trasforma lo spettatore in un bimbo che, dopo aver aperto la bustina di figurine, si ritrova in mano solamente dei doppioni.
Peccato per le canzoni….non potevano proprio farne a me 🙁
Cmq il film è carino….speriamo nei prossimi.
Che strano il doppiaggio di Gigi Proietti 🙂
7 e mezzo.
“Io ho scoperto che sono le piccole cose , le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l’oscurità. Semplici atti di gentilezza e amore.”
Stiamo parlando di un capitolo su tre del noto libro Lo Hobbit.
E quindi sarebbe più corretto aver visto anche le parti mancanti ma mi permetto di dire intanto la mia al riguardo.
Sono fresco del libro e quindi ho in memoria la trama e tutto quello che accadrà.
Vienie riprodotto benino grazzie ovviamente agli effetti speciali che ormai sono devastanti e incredibili (la scena delle aquile è stupenda…). Ma le battaglie sono un vero casino, una confusione che con difficoltà riesci a seguirle. A volte mi veniva in mente se avevano una logica bastava fare casino tanto non si riesce a seguire chi colpisce cosa…
Troppo, veramente troppo. Finisce la battaglia e capisci chi ha vinto solo perché sono rimasti in piedi.
Per il resto una bella storiella ma deve assolutamente piacere il genere altrimenti dai di stomaco.
Per ora il primo round si prende un bel 7.
Aspettiamo nel secondo…
Ad maiora…
Sei e mezzo, per essere precisi.
Resto del parere che per giudicare una trilogia bisogna finire di vederla tutta. Un esempio è per l’appunto “il Signore degli anelli”, la cui totalità vale più del prodotto dei singoli.
Effetti speciali stupefacenti, che però non si capisce se diano un valore aggiunto o al contrario lo distruggano… propendo purtroppo per la seconda ipotesi.
Detto questo è un bel film fantasy in un periodo in cui se ne vedono veramente pochi fatti bene, da non confrontare però con La Trilogia; sarebbe a mio avviso un grosso sbaglio.
Peter Jackson ritorna della Terra di mezzo con stesso cast e set della Trilogia ma in questo primo capitolo sembra essere perduta l’epicità e la magia visiva che la caratterizzava, sfornando un buon film ma non un capolavoro.
Un noto sito italiano che recensisce film dice che questo film è meno epico del Signore degli Anelli. Quindi? LOL! A parte che La Compagnia dell’Anello ha ben poco di epico, e poi Lo Hobbit è su tutt’altro registro. E’ narrato come una fiaba, ci sono delle gag volutamente accessibili anche ai più piccini, Bilbo stesso è uno hobbit molto placido e sereno, l’epicità per me avrebbe stonato. L’incanto fanciullesco, quello sì, c’è ed è suo. Le canzoni dei nani, le cure di Radagast, gli indovinelli di Bilbo… Tutt’altra faccenda.
A parte questo ho apprezzato i dettagli (tema a cui sono molto affezionata), il buon gusto (per me però carente qui in due scene in particolare), la bellezza delle immagini e delle colonne sonore. Già soli questi 4 elementi per me a seconda del genere del film possono anche arrivare a contare più della metà del voto finale. Discorsi, recitazione, trama, ecc… perfetti se già solo arrivano alla sufficienza.
Come si può ben capire il mio parere è estremamente soggettivo, e mai vorrei sbagliare e darne uno che paia oggettivo, perché non ne sono capace.
Voto 10 ma anche questo come l’ultimo Batman forse è destinato a calare di un punto col passare del tempo (o forse mi piacerà sempre più? Solo il tempo me lo dirà…)
Diversi gradini sotto l’epicità della trilogia del Signore degli Anelli, più ridimensionato eppure allungato e tutto in ghingheri, The Hobbit è una pellicola che fa scattare la nostalgia ad ogni faccia nota che spunta sullo schermo. Il paragone è inevitabile e per forza di cose, The Hobbit perde il confronto.
Se dovessi sforzami di pensarlo come un film a sé stante, senza sapere nulla di Frodo e co., direi che la pellicola è piacevole, forse un po’ troppo lunga e gigiona, ma con un 3D che lavora sulla profondità e vale il prezzo del biglietto e un cast meraviglioso.
Niente 48fps nella mia sala, peccato perchè ero molto curiosa della resa.
Finalmente è arrivato il nuovo film basato sulle avventure della Terra di Mezzo: Lo Hobbit racconta di come Bilbo Baggins entra in possesso dell’anello del potere, che tanta importanza avrà nel seguito, Il Signore degli Anelli.
Le vicende si svolgono 60 anni prima della storia che già conosciamo, ai tempi in cui Bilbo era ancora un giovane hobbit con l’unica preoccupazione di mangiare, dormire e risvegliarsi nella sua calda e confortevole casetta nel terreno della Contea. Il mago Gandalf e un gruppo di 12 nani guidati dal re Thorin Scudodiquercia lo trascinano in una “Avventura”, cosa inaudita per un hobbit della Contea, giustificata, forse, solo dal sangue Tuc che scorre nelle vene di Bilbo e che lo porta a compiere stranezze come partire di punto in bianco per seguire questa strana compagnia che lo chiama “lo scassinatore”. La missione è quella di riconquistare Erebor, ovvero la Montagna solitaria, dimora dei nani depredata anni prima dal terribile drago Smaug, che, come un antico Paperon de’ Paperoni, ama vivere in un castello tutto ricoperto d’oro.
Molto discussa (soprattutto in termini negativi) la decisione di Peter Jackson di girare una nuova trilogia, non giustificata questa volta dalla mole del racconto, molto più ridotto e semplicistico rispetto ai 3 libri del Signore degli Anelli: ebbene, non so come siano i successivi, ma guardando questo primo film non si avverte una nota stonata, un episodio che non si armonizzi bene con il contesto. E’ forse il primo caso in cui il film è più completo del libro, nel senso che racconta di più di quanto Tolkien abbia inserito nel libro originale, anche se i particolari aggiunti non sono inventati dagli sceneggiatori, ma presi da altri racconti dell’autore e inglobati nella storia.
La visione dello Hobbit è un’esperienza emozionante e appagante, che ci riporta come per magia nel mondo della Terra di Mezzo e ci mostra un altro pezzetto della mitologia tolkeniana, facendoci vivere quanto avevamo solo sognato leggendo il libro.
Il voto positivo è dato sulla fiducia!!!Ho amato il libro e la trilogia del “Signore degli Anelli”, quindi non posso eticamente non dare un bel voto. Il film però non mi ha entusiasmato. In più il fatto che è diviso in 3 parti mi lascia molto perplesso…mi ricorderò dove siamo arrivati alla prossima puntata?
strano che a molti critici il film sia nel complesso apparso deludente , a mio parere invece ci troviamo di fronte ad un ottimo prodotto che riesce a non sfigurare con la precedente trilogia del signore degli anelli , i difetti addotti a questa nuova fatica del ex panzone peter jackson risultano essere a conti fatti dei pregi , la lunga durata non annoia mai ,la prima parte risulta interessante ,le modifiche apportate al testo di partenza sono ottime e i 13 nani non generano affatto confusione ,anche il cast risulta perfetto sia nei nuovi personaggi( è già un mito thorin scudo di quercia),sia in quelli conosciuti in precedenza, ed è quindi stato stato un piacere ritrovare i vecchi amici e vederli ancora in forma smagliante , infine va detto che il temuto mal di testa generato dal nuovo 3d non c’è stato facendo si che la visione sia stata senza pecche di sorta.
P:S:mai mi sarei aspettato di trovare in una sala cinematografica un essere umano ( evidentemente per ingannare l’attesa della proiezione) armato di ferri del mestiere per fare la maglia ,un passatempo che doveva piacergli parecchio visto che non sazia ne usufruiva anche durante lo spettacolo ,il tutto ovviamente di fianco al sottoscritto,il quale durante l’intervallo azzardava una battuta ricevendo in cambio dal marito una risposta in teoria altrettanto spiritosa ma che altre sì sortiva l’effetto di instaurare in una mente incline al dubbio il tarlo dell’offesa ,boh !
Smettetela di dire:”Eh, ma è una commercialata”; “Eh, ma dell’epicità del Signore degli Anelli non ha proprio nulla”;
Lo Hobbit, lo dico da grande appassionato di Tolkien, è un grande film! Esattamente come me lo sono sempre immaginato quando l’ho letto (svariate volte!). È un viaggio scanzonato, dalla fabula ovviamente semplice e prevedibile, ed il film rende alla perfezione la dimensione quasi macchiettistica delle situazioni e dei personaggi!
Cosa volevate di epico? Boh!
P.S. Quelli che criticano Proietti non capiscono una fava. E poi, cosa vi lamentate? Purtroppo il grande Gianni Musy non c’è più.
P.S.2 Condivido alla grande lo split in 3 parti! C’è tantissima carne al fuoco! “Eh, ma il libro è corto”. Per come la vedo io, c’è materiale anche per una quadrilogia… Vabè, non esageriamo. 🙂
Ottimo prequel del Signore degli Anelli. Momenti di grande cinema e di grandi effetti speciali. Mi riferisco al maestro Hitchcock! :-)) nella scena in cui appare il fantasma del Negromante…Jackson cita il grandi maestro, che sapeva creare artigianalmente effetti speciali da farsela addosso!!! Il canto dei nani all’inizio del film dà un’impronta da fiaba tradizionale senza eguali!!!
Chi non vorrebbe poi, incontrare il re dei nani. ergo Richard Armitage, con quello sguardo ultramagnetico??? Cristopher Lee: il grande Vecchio è impagabilmente un Morto Vivente che sa solo stare in piedi fermo e lessato..ma possiede una Cartola senza eguali!!! Non vi sto ad elenare tutti gli elementi che anticipano Il Signore degli Anelli, ma li scoprirete piacevolemnte andandolo a vedere!
Abbiamo visto il film ma..
Sono convinto che qualcuno tra noi ha letto pure il libro (presente, regalatomi tra l’altro da uno dei miei migliori amici nonché fan della pagina). Il libro nasce come favola per i figli di Tolkien. Per chi si fosse svegliato da un coma profondo soltanto ora, sappiate che Tolkien è il tizio che lo ha scritto. Di conseguenza, nascendo favola, anche il film risente della semplicità e (imho) di una certa fluidità maggiore rispetto alla Trilogia dell’Anello. Questa non risulta essere uno svantaggio anzi a mio avviso è molto piacevole, tanto che l’ho preferito alla Trilogia precedente.
Anche se odio gli elfi, esseri che mi stanno particolarmente sul cazzo, sono come gli ex fumatori che ti dicono di smettere di fumare, aggiungeteci pure come il fantasy non sia proprio il mio genere.
Non ci crederete, viste le premesse ma ho trovato il film fantastico e sono uscito dalla sala, soddisfattissimo.
La trama, se proprio vogliamo dare una leccata di trama senza spoilerarvi nulla, tratta del giovane Bilbo.
Egli dovrà aiutare l’allegra combriccola di Thorin nel recuperare la propria terra, perduta a causa di un terribile Drago invasore, Smaug.
Piccola parentesi, il nemico ufficiale è Smaug ma nella pellicola in questione rilevanza avrà un orco pallido, pieno di cicatrici e senza un braccio. Braccio precedentemente perduto in una battaglia con Thorin stesso.
Nel libro il ruolo dell’orco è marginale ma non demonizzo il vecchio Jackson per la scelta, posso capire che per il primo capitolo serviva un cattivo con delle palle cubiche e certo non potevano bruciarsi subito la battagli epica. Comunque sia i nani e lo Hobbit avranno pane per i loro denti.
Vi dirò di più, vi dirò perché mi è piaciuto di più della saga de “Il Signore degli Anelli”.
Ho trovato il film veloce, più veloce.
E’ molto più spensierato. Giovanile, meno apocalittico, si respira quell’atmosfera di amicizia ma allo stesso tempo di allerta. Si, vada per la meno pesantezza ma il tema comunque è forte: “Bisogna ridare, a Thorin e i suoi, il lembo di Terra che i nani chiamavano casa” e guai a chi si mette contro. Ci sono dei momenti particolarmente divertenti come le battute contro la droga, o altre seppur di divertente poco hanno, sono lo stesso esilaranti (memorabile è la scena dei troll che vogliono cucinare la squadra di Thorin Scudodiquercia e il giovane Bilbo). Mi ha trasmesso molta più emozione, il canto dei nani a casa Beggins è da brividi. Per non parlare dell’azione, i combattimenti, e non sto dicendo che i combattimenti della Trilogia dell’Anello siano minori. Assolutamente no, erano senza dubbio più epici ma questa pellicola l’ho preferita di gran lunga. Insomma, per chi rivoleva il Peter Jackson spensierato, quello alla Bad Taste e Splatters, unito al Peter Jackson maturo (qualcuno sostiene “d’autore” e “neorealismo Jacksoniano”, io ci andrei piano con le definizioni) questa è la pellicola che fa per voi.
Note del Don.
Mi spiegate la differenza fra Bilbo e Gollum ? Perdonate il paragone e perdonate l’ignoranza, cerco di spiegarmi meglio, non sono tutte e due degli avari ? Tutti e due sono attaccati all’anello.
Non sono tutte e due dei malati cronici ?
Bilbo mi sta antipatico, un po’ come gli elfi.
Stupidi elfi, spero che gli orchi vi sodomizzino… mi ci gioco casa, a qualcuno di loro potrebbe pure piacere.
DonMax
Basato sul romanzo di Tolkien, “Lo hobbit, o la riconquista del tesoro”, prequel de “Il Signore degli Anelli”.
Ottimo lavoro di Peter Jackson. Inizialmente un po’ troppo lento, ma poi la storia prende il via e diventa molto coinvolgente, oltre che divertente da seguire. Sono state apportate numerose modifiche rispetto al libro del maestro del fantasy, tuttavia non mi hanno dato fastidio, anzi. Mi è sembrato tutto ben congegnato.
Effetti speciali, scenografie e costumi davvero stupefacenti. Musiche suggestive (“Misty Mountains”, cantata da Thorin e dagli altri nani all’inizio del film mi ha fatto venire i brividi).
La fotografia di questo film è spettacolare! Ogni volta che guardo un film di Peter Jackson rimango colpita soprattutto da questo aspetto. Straordinario Andy Serkis, che interpreta Gollum, nel ruolo di aiuto-regista: le sue riprese dall’alto sono semplicemente mozzafiato.
Certo, è stato strano sentire Gandalf parlare con una voce diversa dal normale, ma credo che Gigi Proietti abbia fatto un ottimo lavoro, considerando che il personaggio in questo primo film della trilogia è più giovane e meno “burbero”.
Davvero soddisfatta anche del 3D: in nessuna scena mi è sembrato “forzato” o, in qualche modo, inutile.
Tratto dall’omonimo romanzo di J. R. R. Tolkien, è il prequel de “Il Signore degli Anelli”, la saga letterario – cinematografica sul trekking più famosa del mondo, e vede ancora alla regia e alla scrittura Peter Jackson, che ritorna in Nuova Zelanda affiancato dallo stesso cast tecnico e di collaboratori (a partire da Fran Walsh e Philippa Boyens), con il supporto di Guillermo Del Toro, che avrebbe dovuto dirigere il film in un primo momento, alla sceneggiatura. A differenza del libro, che è unico, i film saranno tre, e ciò permetterà a Jackson di sfogare la bulimia venutagli dopo essere stato costretto a macellare lunghe parti della trilogia precedente: già a partire da questo film, infatti, sono stati aggiunti personaggi non presenti nel libro, per formare un legame più stretto tra le due saghe, ed evitare domande estemporanee del tipo “Ma l’anello non lo avevano già distrutto?”, “Perché Gandalf è ancora grigio?”, “Cos’è un Hobbit?”. Bilbo è Martin Freeman (“Guida galattica per autostoppisti”, Watson nella serie tv inglese “Sherlock”), che riesce a interpretare bene la versione giovanile di un personaggio già conosciuto, risultando credibile sia come hobbit in generale sia come giovane Bilbo nello specifico; a differenza del nipote Frodo Occhi a Palla, l’Hobbit – Bond girl il cui compito era farsi salvare, mostra un minimo di indole combattiva in più e ciò gli attira più simpatia da parte del pubblico rispetto al parente. Gandalf è ancora Ian Mckellen (decenni di Shakespeare a teatro e lo ricorderanno per questo personaggio e Magneto, vabbè…) doppiato, in sostituzione dello scomparso Gianni Musy, da Gigi Proietti, grande attore/comico teatrale e televisivo (sì, va bene, è quello che dà la voce al Genio in “Aladdin”…) che riesce tuttavia a non sfigurare di fronte a questo grande doppiatore e a non cadere in un Gandalf stile “Whisky maschio senza rischio”; i nani, di cui vi sfido ad abbinare ad ogni nome alla rispettiva faccia, sono tutti abbastanza caratterizzati e macchiettistici per divertire i più piccoli, e una menzione speciale va a Richard Armitage, che interpreta il suo Thorin Oakenshield sia come fiero principe guerriero (ci si dimentica che è alto un metro e quaranta) sia come uomo ferito interiormente, risultando in entrambi i casi molto nella parte. Come al solito splendida fotografia di Andrew Lesnie e ancora musiche di Howard Shore, che riprende i vecchi temi musicali, in primis quello della Contea, e aggiunge nuove tracce molto ben realizzate (ottima in particolare quella dei nani). Nel complesso un film ben fatto e curato, e se vi sono piaciute le dieci ore cinematografiche complessive per arrivare ad un Cristo di vulcano molto probabilmente vi piacerà anche questa scarpinata.
Gente, non capisco i vostri giudizi negativi (alcuni). Vi ricordo che Lo Hobbit NON E’ il Signore degli Anelli. La storia è meno epica, così come il libro, è quasi una fiaba e adatto ai bambini (io l’ho letto la prima volta in prima media, per cui). E’ ovvio che PJ abbia dovuto ampliare molto tutto il contesto e farcirlo un po’, altrimenti non ne sarebbe venuta fuori una trilogia sicuramente.
Di certo non vi aspettate che sia come la trilogia del SDA, perché non lo sarà. Il Signore degli Anelli è LA storia per eccellenza, Lo Hobbit è l’avventura di Bilbo (molto meno epica di quella di Frodo).
Che Eru Iluvatar vi fulmini se bestemmiate ancora. LOL
Non l’ho trovato pesante, anche se non so come riesca ad allungare il brodo per farne altri due film di 3 ore. Certo se si inventa le cose di sana pianta…
Il paragone con la Trilogia sarebbe comunque immeritato, quindi se lo si guarda senza preconcetti è divertente e ben fatto. Regia sontuosa, fotografia magica, la storia passa senza noia o pesantezza. Avrei preferito che quelle poche parti cantate fossero lasciate in originale, sottotitolate, e Freeman mi è parso fin troppo giggione. Ma il film mi è piaciuto.
Chi si aspettava di trovare ne “Lo Hobbit” l’epicità del Signore degli Anelli non aveva idea di cosa stava andando a vedere. Il romanzo è una bellissima fiaba indirizzata soprattutto a un pubblico giovane (non per questo non apprezzabile dagli adulti, tutt’altro) e la cui atmosfera ha ben poco a che vedere con l’epicità, la solennità (posso dirlo? ahah) di quella summa che è “Il Signore degli Anelli”. In generale mi è piaciuto, la sequenza iniziale era fantastica per non parlare della scena degli indovinelli con Gollum/Smeagol, perfetta, esattamente come l’avevo sempre immaginata. Alcune scene le avrei però tranquillamente evitate (Radagast e la morte imbarazzante dell’orco gigante…) però per il resto da fissata di ISDA e compagnia bella posso dirmi soddisfatta. Più che altro non capisco la necessità di una trilogia per una storia semplice di neanche 300 pagine. O meglio lo capisco benissimo, però boh, perchè? Speriamo che Peter Jackson non deluda (l’aggiunta di personaggi creati appositamente per il film mi puzza, ma vabbè, vedremo…).
Interpretazioni comunque perfette, Martin Freeman è un Bilbo ottimo per non parlare di Richard Armitage come Thorin… mi è piaciuto tantissimo, perfetto nel suo ruolo!
Proprio un bel film!! Sono andata a vederlo con il mio bambino e a entrambi (forse a me più che a lui!!^^) è piaciuto davvero tanto! Ci sono delle panoramiche fantastiche, ambientazioni da brivido! Come è bello l’interno di Erebor, mamma mia, quando la telecamera scende in profondità sembra proprio di entrare negli anfratti dei nani! Ugualmente il covo degli orchi sotto le montagne è pure ben costruito e anche Gran Burrone!
Storia scorrevole, piacevole, il ritmo è sempre incessante, i personaggi sono ben tratteggiati! E Gollum!! Mamma mia, a un punto mi ha pure commosso con i suoi occhioni ma non ho dimenticato che è/sarà un gran cattivone!
Promosso a pieni voti! E ora non vedo l’ora di vedere come continua l’avventura!!
Visto ieri sera in 3d, giudizio ampiamente positivo anche se leggermente inferiore alla saga del Signore degli Anelli. L’hobbit è un romanzo notevolmente ridotto rispetto al SdA (300 paginette), quasi un romanzo di formazione (la crescita di Bilbo) e quindi Peter Jackson ha usato un pò di fantasia per aggiungere alcune scene per fare il trait d’union con il Signore degli anelli.
Scene divertenti come l’arrivo inaspettato dei nani a casa di Bilbo e il clima che si crea in quell’occasione; scene spettacolari come la storia raccontata dell’insediamento del drago Smaug ma anche il combattimento tra giganti di pietra (una delle migliori scene in 3d) e tutta l’azione nel mondo sotterraneo dei goblin.
Bellissima e imperdibile la sfida a colpi di indovinello tra Bilbo e Gollum.
Nonostante la lunghezza, il 3d non pesa più di tanto anche se si apprezza solo in un paio di scene. Comparsata di Frodo nelle prime scene, poi Galadriel, Gandalf e qualche altro protagonista della saga del Signore degli Anelli.
I nani sono spettacolari e bellissima anche la “loro” canzone.
In attesa dei due capitoli successivi.
mi sono pentita di averlo visto in 3D, primo perché un po’ tutto mi è sembrato virato in giallo proprio dove le inquadrature prendevano profondità, non so se le due cose siano collegate però l’ho trovato così; secondo perché dove la profondità aumentava l’immagine si sgranava, a volte rallentava, si sdoppiava. Tutta la fotografia m’è sembrata in generale bruttina, plasticata, irrealistica, forse ancora una volta legato al 3D, ma il film prendeva un aspetto giocattoloso.
Posto questo mi sono divertita una cifra. Sarà il fatto che le aspettative erano sotto zero, ma non mi sono annoiata un secondo, anche la prima parte, era la Contea! La Contea è così, placida no? E mi sono divertita a fronte delle molte incongruità che stonano non poco, alcune però sono drammaturgicamente giustificate dalla scellerata idea di dividere la storia in tre, altre sono motivate dalla voglia di Jackson di farne un tutt’uno con ilsda anche se io personalmente non lo condivido. Ci sono alcuni errori macroscopici, errori che da Jackson ammettiamolo…. gli orchi che cavalcano allegramente di giorno? Le spade elfiche che NON si illuminano tranne pungolo, chissà perché, Galadriel senza anello, ma come???
Le incongruenze passabili sono la costruzione di un cattivo che polarizzi drammaturgicamente la storia, il fare di Thorin praticamente un Aragorn nano anche solo scegliendo un bell’attore magnetico dai lineamenti certo non naneschi, con una barba ridicola per l’età.
In definitiva un giocattolone divertente che soddisfa la voglia di non andar mai via dalla terra di mezzo.
Lo hobbit libro per me è un giocoso racconto libero dall’incombere della missione che appesantisce ilsda, totalmente lontano dall’epica e non lo dico come se ciò sia una cosa negativa, anzi. Per questo non condivido la scelta di Jackson di spennellarlo di epica con l’uso delle musiche e con la costruzione di microeroismi, di scene madri, di personaggi che giganteggiano troppo. Si potrebbe fare anche tutta una lista di autocitazioni rispetto alla trilogia precedente.
Ma nonostante tutto ciò, funziona
lo hobbit (il film) non è lo hobbit (il libro). è la visione di Jackson (e soci) che hanno voluto dividere il tutto in 3 parti (personalmente non condivido) e quindi di allungare il tutto con parti “plus” e si vede. moltissimi rimandi alla trilogia del Signore degli anelli. regia e cast ottimi come sempre, come anche la colonna sonora e un cg notevole. non vi elencherò le cose che funzionano o che non funzionano, personalmente sono soddisfatto.
Aspettando Lo Hobbit mi sono ritrovato emozionato all’idea dell’inizio di una nuova saga. Ho letto Il Signore degli Anelli dopo aver visto i film e i film li ho visti a casa, senza farmi trascinare dall’euforia del fandom. Con Lo Hobbit ho quasi sperato di poter avere una seconda occasione. Guardando il film, però, mi sono ricordato una cosa fondamentale: a me i fantasy epici non hanno mai preso più di tanto. Sicuramente vedrò anche gli altri due film al cinema, ma non aspettandomi film indimenticabili — e sicuramente non aspettandomi lo stesso sguardo sul mondo del Signore degli Anelli, cosa già appurata dalla lettura del libro.
Non mi è piaciuto:
1) La lentezza iniziale. Tempo un quarto d’ora dall’inizio del film e si risolve subito l’arcano del “Ma come faranno mai a diluire un libro così piccolo in tre film?” Risposta: allungano le parti del libro, inseriscono flashback e aggiungono trame secondarie.
2) La fedeltà alle ingenuità della trama. In ogni battaglia deve arrivare sempre il Deus Ex Machina, Gandalf o le aquile o magari qualcun altro ancora che non ricordo — ma solo all’ultimo momento, dando così il tempo alla compagnia di combattere un po’ e rischiare la pelle invano. Certe cose potevano essere cambiate. Non era necessario usare Gandalf con i troll, per esempio. I nani potrebbero essere degli eroi se in ogni occasione non fossero incapaci di salvarsi senza aiuti esterni.
3) L’aggiunta di ulteriori cliché, come se quelli del libro già non bastassero. C’era bisogno di un nemico per Thorin, il capo orco creduto morto e invece più forte che mai e desideroso di vendetta? C’era bisogno di Thorin che non considera Bilbo adatto alla compagnia e poi quando quest’ultimo lo salva sembra che sia arrabbiato e invece è solo una finta e alla fine anche Bilbo viene accettato dal gruppo? C’era bisogno di concludere il film con Smaug che apre l’occhio?
4) L’improbabilità della scena del dirupo: da una parte i nani che rischiano di cadere nel vuoto da un momento all’altro, dall’altra Thorin che fronteggia al rallentatore il capo orco. E poi credo che chiunque si sia chiesto perché mai le aquile non portino la compagnia direttamente a destinazione anziché lasciarli a metà strada.
Passando a quello che mi è piaciuto: mi è piaciuto come l’inizio si ricolleghi con La Compagnia dell’Anello, le guest star degli altri film, Martin Freeman in primis ma anche il resto del cast (peccato che Lee Pace in questo film abbia una parte minuscola), il tocco di Del Toro come nel capo dei goblin, la scena tra Bilbo e Gollum, le musiche e in generale l’adattamento in sé, che nonostante non mi sembrava così necessario stiracchiare in quasi tre ore non si prende solo la briga di legare gli aspetti fiabeschi de Lo Hobbit con l’epica del Signore degli Anelli, ma anche di dare spazio al resto della mitologia tolkeniana, creando le basi per quella che potrebbe essere un’opera completa sulle storie della Terra di Mezzo.
Non capisco perché dovete stare sempre a lamentarvi? “Aspettatative deluse”. Beh, le mie no. Anche perché ho letto i libri e sapevo che tipo di atmosfera ci si doveva aspettare. Ammetto che per un attimo anche io non mi sono rinvenuta di Azog. Ma poi ricontrollando mi sono resa conto che è stato fatto davvero un ottimo lavoro, con spiegazioni davvero meritevoli. Cast spettacolare, scenari bellissimi. Ok, forse è stato allungato un po’ troppo, e mi chiedo cosa ci sarà a parte il Negromante per portare avanti altri due film, Ma in ogni caso appena è partita la colonna sonora mi sono sentita nella contea.
Partiamo da un piccolo presupposto: detesto il 3d, questo è un gusto personale e trovo che sia un ottimo metodo per rovinare un film.
Soprattutto se così lungo, non fa che portare tremendi mal di testa (nonostante l’altissima definizione).
Ho compreso il motivo dei tre film per un libro da 300 pagine: è di una lentezza disarmante- in particolare la prima parte (una cena che dura “un’ora”- con tanto di canti e sistemazione delle stoviglie).
Trovo, inoltre, che l’effetto di casualità e di attesa generato dal libro sia stato totalmente annullato dall’opera cinematografica che, in alcuni punti, sembra un insieme di botte di fondoschiena (scusate il modo di dire).Altro aspetto negativo : Non mi è garbato il doppiatore di Saruman.
Ora passiamo al lato positivo:
Il cast: gli attori sono stati selezionati in maniera minuziosa e gli elfi sono a dir poco mozzafiato. E’ bello il modo in cui viene rispettata l’anatomia delle varie razze e,così, rappresentata nel migliore dei modi.
Le colonne sonore: Mai niente da dire contro Howard Shore e la sua costanza. Lacrime sin dalle prime note, sembra di catapultarsi nuovamente in un mondo familiare ed accogliente.
E’ più divertente, ricco d’ironia -apparentemente-, ma meno bello del signore degli anelli (avrei preferito più film per tre libri che per uno solo)
Che belloo!! Finalmente, dopo dieci anni, una nuova trilogia firmata Peter Jackson! Grazie per averci regalato un altro fantastico film e aver rimpolpato un libro che non è al livello del Signore degli Anelli! L’inizio è spettacolare, cinque minuti da brivido con l’attacco di Smaug a Erebor, poi ci sono trenta minuti un pò noiosetti devo dire, troppo naneschi e hobbiteschi e poca azione, però la storia si anima subito non appena la compagnia esce dalla Contea.. e inizia la vera avventura! E’ tutto un susseguirsi di azione: troll, orchi, mannari, goblin, gli elfi, la seduta del Bianco Consiglio fino all’arrivo delle aquile! Davvero un ritmo molto incalzante, soprattutto il secondo tempo da restare incollati allo schermo!
Apprezzatissimi gli approfondimenti rispetto al libro, con Radagast, la seduta del Bianco Consiglio, i timori di Gandalf e il mistero del Negromante!! Ottimo lavoro, e ora chi ce la fa ad aspettare fino al prossimo anno?? “La desolazione di Smaug” deve essere fantastica, non vedo l’ora di vedere il drago e l’attacco a Esgaroth!! 🙂
All’inizio avevo troppe aspettative. Una parte di me diceva: “Jackson ha creato un’epica monumentale, dieci anni fa, dovrebbe riuscire a mantenere lo stesso tono anche in questa nuova trilogia.” Ma questi tre film non sono basati su una storia epica. Lo Hobbit non è un romanzo epico, quindi una simile aspettativa era insensata. Di conseguenza, in seguito, mi ero più o meno preparato a guardare un film che al massimo poteva solo avvicinarsi alla maestà dei precedenti.
Ma ci sono state delle vistose esagerazioni, e non in positivo, dei cambiamenti del tutto arbitrari che hanno notevolmente abbassato il già scarso livello di serietà dell’opera. Certo è che alcune cose si erano notate anche nei trailer. Le elencherò, cercando di essere il più oggettivo possibile, in modo che questa recensione non sia un’accozzaglia insensata di ‘secondo me’, ma un’analisi precisa di cosa si salvava e di cosa non si salvava esponendo i fatti.
Ovviamente qualcuno potrebbe ribattere “A me questa cosa in particolare è piaciuta”, ma sarebbero affari suoi, ci sono errori oggettivi che vanno ben al di là dei gusti soggettivi.
Vorrei iniziare da una sciocchezza, il nome del film e le pronunce. Nell’italiano scritto, la lettera H seguita da una vocale vuole che l’articolo che la precede termini con una vocale; in questo caso abbiamo “Lo”. È la stessa cosa che dovrebbe accadere scrivendo la parola ‘hotel’. Ma nell’italiano parlato la lettera H è muta, non ha lo stesso suono che avrebbe in inglese. Quindi sentir dire “Dunque è questo, lo Hobbit” non è corretto. Scriverlo sarebbe corretto, dirlo no.
Cominciamo.
Si sa che Lo Hobbit è stato diluito in tre film perché è stato integrato del materiale anche dalle Appendici di ISDA, e si è potuto allungare il brodo. La fregatura non è questa. La fregatura è che Jackson calca la mano: come ha fatto con ISDA, quella trasmessa al cinema non è la versione estesa del film. Quella la vedremo solo in DVD. Al cinema vedremo una versione tagliata, censurata, incompleta di tutti e tre i film. Questo non è un incentivo per andare al cinema.
E, naturalmente, una singola storia divisa in tre parti risente di una grande lentezza, cosa che porta lo spettatore a distrarsi, dando luogo a chiacchiere e sbadigli in sala, come ho potuto verificare di persona.
Parliamo della colonna sonora. Per tre quarti abbondanti del film, le musiche sono le stesse di ISDA, e questo è davvero brutto. Sappiamo tutti che Lo Hobbit è collegato a ISDA, non serve ripetere la colonna sonora.
Altra cosa che si era notata nei trailer: Thorin, Fili e Kili non sembrano nani. Sembrano umani. Alti, per niente tozzi, niente fronte sporgente, come a voler distinguere i giovani e il capo dal resto del gruppo, formato da nani più ingenuotti: Balin e Dwalin si prendono a testate, Bombur pulisce i piatti prima che vengano riposti (una pattumiera nanesca) e rompe le sedie a Gran Burrone, Ori lancia sassi con la sua inutilissima fionda, Dori fa la macchietta offrendo tè in maniera diiivina… Capisco che spezzare la storia in tre parti serva anche a caratterizzare meglio tutti i nani, ma fatto in questa maniera no, cavolo. Senza contare il doppiaggio della ‘canzone dei piatti’, che di sicuro rendeva di più in inglese. Non dirò nulla sulle mosse in stile Matrix usate per riporre i piatti, si commentano da sole.
Ma si parlava di epica, che non è del tutto assente. I due flashback riguardanti la città di Dale e Moria sono meravigliosi, ricchi di scene visivamente potenti e di scenografie maestose.
Anche se…
Anche se in ISDA si era detto che le donne del popolo dei nani hanno la barba, da cui la credenza che esistano solo nani maschi, e in questo flashback si vedono chiaramente donne nano senza barba.
Anche se nel flashback di Moria si vede Thorin che sconfigge Azog, il che non è vero, nel libro (o meglio, nelle Appendici de Il Signore degli Anelli) non è Thorin a farlo.
E a proposito di Azog, va detto che nel film ha un ruolo molto più importante di quello descritto da Tolkien, tanto per creare un Cattivo apposta per questo primo film. E qui vorrei parlare del reparto make-up, perché c’è palesemente lo zampino degli uomini di Del Toro (regista in carica prima di Jackson), nel trucco di Azog. Sembrava di vedere il fratello muscoloso del principe Nuada (Hellboy II: The Golden Army).
Vediamo in che modo Bilbo venga in possesso di Pungolo, mentre Gandalf gli spiega che le lame elfiche (quindi non solo Pungolo) si illuminino di blu quando ci sono orchi nelle vicinanze. Cosa che, dunque, ci si aspetta anche dalla spada che Thorin trova nelle stesse circostanze, ma che invece non dà segno di illuminarsi. Al contrario Pungolo viene tranquillamente usata come una torcia nei pressi dell’antro di Gollum. E quando quest’ultimo uccide un orco, Pungolo si comporta come una moderna lampadina: si accende e si spegne a intermittenza per un paio di secondi spegnendosi poi del tutto.
E poi gli orchi. Orchi che cavalcano mannari… di giorno. Scherziamo? Jackson, che cavolo hai fatto? Non sono Uruk-hai! Orchi e goblin non tollerano la luce del sole, è stato detto parecchie volte nella trilogia di ISDA, al cinema e su carta! La Compagnia si stupiva di come gli orchi inseguitori potessero correre alla luce del sole (e infatti non erano orchi, ma Uruk), e anche uscendo da Moria, la Compagnia poteva permettersi di riposare e piangere Gandalf perché di giorno i goblin non potevano seguirla fuori.
Facciamo la conoscenza di Radagast… purtroppo. Costui, dice Gandalf, fa parte del suo stesso ordine di stregoni, chiamato Heren Istarion. Curunír (Saruman), Olórin (Gandalf), Aiwendil (Radagast), Alatar (Morinethar) e Pallando (Rómestámo) sono Istari, come sa chi ha letto Il Silmarillion e i Racconti incompiuti, a tutti gli effetti semidivinità con il compito di contrastare Sauron. Sono potenti, sono maestosi, hanno grandi poteri… e Radagast, nel film, usa questi poteri per resuscitare un riccio, ma non un riccio qualunque, bensì un riccio amico-amico di Radagast, che lo ha battezzato Sebastian. Radagast ha un nido per uccelli sotto il colbacco, e sulla faccia ha una colata di escrementi. Radagast ha la macchina, o meglio, una slitta di legno con cui scorrazza nei boschi. Detta slitta viene trainata da enormi “conigli di Rhosgobel”, più veloci dei mannari. Non ci viene risparmiata una gara di corsa tra Radagast-con-conigli e orchi-con-mannari, i diurni di cui parlavo più su. C’è un flashback in cui Radagast visita le rovine di Dol Guldur, ex-roccaforte di Sauron, e si scontra con uno Spettro dell’Anello (non ancora travestito da Cavaliere Nero). In ISDA, i Nazgûl non sono visibili, tant’è che sotto i cappucci non si vede nulla, a meno di indossare l’Unico. Ma Radagast (o forse solo lo spettatore, non si capisce) riesce a vederlo, e gli ruba pure un pugnale Morgul, che verrà mostrato al Bianco Consiglio (dando per scontato che lo spettatore sappia cosa sia e abbia visto gli altri film: un richiamo di Jackson al suo stesso lavoro, e ce ne sono altri.)
Arriviamo allo spettacolare Gran Burrone, dove i nani fanno il broncio perché non mangiano verdure. Rivediamo Elrond e Galadriel, quest’ultima convocata per una riunione del Bianco Consiglio, nel quale Saruman viene doppiato in modo molto più leggero, rispetto a ISDA, per tacere della frecciatina sul fatto che Radagast faccia uso di funghi allucinogeni.
Scopriamo che Galadriel sa fare una cosa molto figa, cioè parlare e poi sparire (letteralmente) un secondo dopo. Perché? Perché è forte che sappia farlo? Perché doveva? Forse perché è un’Elfa-Bella-E-Telepatica-Che-Sa-Mettersi-In-Posa-Coi-Suoi-Vestiti-Attorciglianti.
Non solo. Galadriel è anche priva del suo Anello, Nenya (presente nell’altra trilogia), dal quale mai e poi mai dovrebbe separarsi. “Questo è Nenya, l’Anello di Adamant, e io ne sono la custode” diceva la Dama nel romanzo La Compagnia dell’Anello. Come riassume Wikipedia, “Il potere di Nenya era quello di preservare e proteggere i luoghi abitati dagli elfi e le loro creazioni, nonché di occultarli agli occhi di Sauron”. Questo significa che i grandi regni elfici della Terra-di-Mezzo rischiano di cadere, se lei dimentica il suo Anello a casa.
E passiamo ai goblin delle Montagne Nebbiose. Il doppiaggio del Big Boss Goblin è atroce. La voce è troppo giovane ed educata per appartenere a un grosso e sanguinario goblin.
E ancora, il suddetto Big Boss Goblin si rivolge, a un certo punto, a un suo piccolo aiutante, un minuscolo goblin appollaiato su un’improbabile carrucola con il suo bel bloc-notes e matitina per appunti. Una volta scritto il messaggio da riferire, tira una cordicella e parte (tipo funivia), facendo anche un’acuta risatina malvagia che di malvagio non ha un bel niente. Ho riso per un paio di minuti buoni, non perché la scena fosse stata divertente, quanto invece ridicola.
Rimaniamo nelle caverne sotto le Montagne Nebbiose. Jackson si ripete ancora, senza nessun motivo. Gandalf e il Big Boss Goblin si affrontano su un ponte di legno, e la scena è palesemente un richiamo a quella più famosa del ponte di Khazad-dûm. E una volta abbattuto, prima di morire, il Big Boss Goblin si sente in dovere di sottolineare in modo ebete: “Sarò sconfitto”.
Ancora, tutti i personaggi, tranne Gandalf (assente fino a qualche minuto prima), cadono. Continuamente. A lungo. Da grandi altezze. E nessuno si rompe niente. Bello da vedere, ma la sospensione dell’incredulità dello spettatore può essere sfruttata solo entro certi limiti.
Uscendo al crepuscolo dalle caverne dei goblin, i nostri si ritrovano inseguiti dagli orchi-con-mannari (chiamati dal goblin su teleferica), e trovano rifugio su alcuni pini, che gli orchi cominciano a sradicare. Gli alberi cominciano a cadere uno dopo l’altro, come tessere del domino (sic). I nostri si lanciano di pianta in pianta come scimmie, finché non resta un solo albero. A questo punto Jackson scassa di nuovo le gonadi allo spettatore, ripetendosi una volta ancora. Sull’albero, Gandalf allunga il bastone su un ramo, e una falena ci sale sopra. Quindi Gandalf le parla e quella parte a chiamare le Grandi Aquile, che salvano tutti. Ero incredulo. Di nuovo la falena? Ma cavolo, perché? Che bisogno c’era? Autocitazione? Autocelebrazione? Non serviva, sembra che il regista non sapesse cosa fare e abbia copiato da se stesso!
Infine, come ponte tra il primo e il secondo film, viene mostrato l’interno di Erebor, la Montagna Solitaria, dove si ode un ruggito accompagnato da un primissimo piano di un occhio del drago Smaug. Un ruggito, non un verso umano, e tuttavia nei titoli di coda appare il nome di Benedict Cumberbatch, la voce ufficiale del drago. Un errore, di sicuro, perché in questo film Smaug non parla mai, o almeno non in questa versione incompleta del film.
E per non infierire non ho scritto nulla dei giganti di pietra che si ammazzano tra loro senza motivazione apparente, della dubbia pronuncia del nome ‘Smaug’ e dei mannari selvaggi diversi da quelli dell’altra trilogia.
Voto: 5/10, ed è generoso.
Voglio dividere questa recensione in due parti distinte.
Nella prima, squisitamente di stampo tecnico, posso dire che il film meriterebbe un bel 10 tondo tondo. Scene, fotografia, costumi ed effetti speciali davvero al top, anche nella versione 3D (che è quella che ho visto) che non rinuncia a farmi venire un bel mal di testa. Il film è godibile al massimo, si fa vedere e la narrazione resta comunque originale.
La seconda parte riguarda invece l’attinenza con il libro. Se con il Signore degli Anelli, P.J. si era limitato a modifiche marginali della trama (io ne conto 3 sostanziali), con Lo Hobbit si lascia andare di più alla frenesia interpretatrice. Tante libertà (forse troppe) lo rendono difficilmente digeribile per un appassionato di Tolkien come me facendo scendere il voto a un 6. In perfetta media infatti gli ho dato 8.
Un’ultima considerazione. La mia stima per Gigi Proietti come attore è assoluta ma purtroppo il suo doppiaggio non vale nemmeno la metà di quello del compianto Gianni Glori (alias Gianni Musy) scomparso l’anno scorso a 80 anni.
Non ci sono citazioni.
Non ci sono voti.