Assalto al treno

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Assalto al treno

Quattro banditi prendono d'assalto un treno e, dopo aver rubato ciò che di valore riescono a trovare, fuggono alla volta della boscaglia dove hanno celato i loro cavalli; la fuga comunque dura poco: il telegrafista che avevano stordito in stazione riesce a dare l'allarme, e i criminali verranno prontamente sconfitti. Considerato il primo western della storia del cinema, questa pellicola contiene inoltre elementi di regia davvero innovativi per l'epoca che contribuirono al suo enorme successo.
laschizzacervelli ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Great Train Robbery
Attori principali: Gilbert M. Anderson, John Manus Dougherty Sr., Frank Hanaway, Adam Charles Hayman, Robert Milasch, Marie Murray, Mary Snow, A.C. Abadie, Walter Cameron, Donald Gallaher, Shadrack E. Graham, George Barnes, Morgan Jones, Justus D. Barnes, Mostra tutti

Regia: Edwin S. Porter
Sceneggiatura/Autore: Edwin S. Porter
Fotografia: Edwin S. Porter, Blair Smith
Produttore: Edwin S. Porter
Produzione: Usa
Genere: Western
Durata: 12 minuti

Dove vedere in streaming Assalto al treno

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ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Assalto al treno (The Great Train Robbery) è un film del 1903 di Edwin S. Porter. Si tratta di uno dei primi film della storia del cinema con un racconto lineare completo, cioè dove tra una scena e l’altra non ci sono salti temporali, o almeno non sempre! Anche se inizia già ad esserci una narrazione degli eventi, che richiama l’avvento imminente del Cinema Istituzionale, in questo film non troviamo l’applicazione della Scala dei Piani.

TRAMA:
Il film è basato su un vero avvenimento di cronaca, l’assalto a un treno postale. È composta da quattordici inquadrature indipendenti, dette anche “quadri”, collegate tra di loro da un semplice montaggio che le concatena una all’altra.
Il lieto fine è un esempio precoce dello schema classico del cinema americano, che in realtà non rimane fedele a quello che successe realmente.

Una delle caratteristiche di questo film è la distanza dalla macchina da presa che è ancora di stampo teatrale. Infatti il film ci viene narrato prevalentemente per campi medi, e la distanza tra noi e i personaggi è talmente tanta al punto che alcuni personaggi recitano due parti diverse.

Elemento innovativo del film è l’ultima inquadratura, che viene definita un’emblematic shot, cioè una sorta di locandina che mostra e dichiara in modo evidente di cosa il film tratta. In questo caso è significativo come in questa inquadratura troviamo la figura del bandito invece che quella dello sceriffo, evidentemente perchè il primo attrae di più. Questa inquadratura è possibile collocarla all’inizio o alla fine del film ma non nel mezzo della rappresentazione.

Una cosa molto importante che manca a questo film per riuscire a capire ancora di più il filo della narrazione, è l’utilizzo del montaggio alternato che ci farebbe vedere alternatamente le azioni dei buoni e dei cattivi e non, come fa il film, prima tutte quelle dei buoni e poi tutte quelle dei cattivi.

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