23 Maggio 2013
Non mi è piaciuto, senza anima e senza carattere. Premetto che c’è troppa computer grafica, poi io l’ho visto in 2d e trovarmi di fronte due o tre effetti messi qui e lì per far in modo che risaltino in 3d non l’ho apprezzato per nulla.
L’ho trovato davvero senza una impronta minimamente autoriale o almeno personale, mi è sembrato calligrafico, illustrativo anche se gli elementi di Baz ci sono, musiche scenografie, troppo tirato sul grottesco sia se mi rifaccio al libro (che però ho letto da molto tempo, ammetto), sia se esulo dal romanzo, pesantemente grottesco e poco più. Nulla della regia e della messa in scena ha creato quell’aura tipica di Gatsby che sembra essere grande solo agli occhi dell’amico e per innumerevoli feste delle quali poi noi ne vediamo solo una: ma la scalata verso il denaro, il lato oscuro del personaggio nel suo passato, la purezza anche della gioventù davvero ruggente io non l’ho trovata. E non mi bastano gli attori, insomma a parte Di Caprio cosa rimane per l’appunto? La forza della frenesia della vita in un periodo in cui il possibile sembrava a portata di mano, ma con i debiti compromessi, lo struggimento per un sentimento incancellabile che nulla del brillio del lusso e della potenza può colmare io non l’ho visto.
Secondo me proprio non ci si è trovato lui Lurhmann, troppe ripetizioni di NY dall’alto, quasi quasi mi innervosivo, troppe carrellate sempre uguali tanto da restituire un sentimento di stanchezza. E in fondo anche il melò, che lui sa fare davvero bene, qui gli riesce meno. Anche la colonna sonora….davvero di accompagnamento, per quanto bella non elemento caratterizzante
Di feste ne vediamo due e anche nel libro in realtà non spende troppe pagine al riguardo, limitandosi a sintetizzare il concetto in ”presi parte altre volte alle sue feste”. se avessero indugiato troppo sarebbero stati ripetitivi.
appunto, calligrafico e illustrativo…..se nella pagina quindi la grandezza di Gatsby la percepivi con altrimezzi, perchè è pagina scritta, qui non la percepisci per nulla
punti di vista
Il problema non è il numero di feste, ma come sono state rappresentate.
c’è un problema di tensione, di capacità di racconto. Insomma sembra assurdo dire che un film di Luhrmann sia stanco anche al netto di musiche sfavillii e danze